Di crepacuore non si muore. Ma la sindrome del cuore infranto esiste veramente.
La medicina la chiama cardiomiopatia da stress, o anche sindrome tako-tsubo: colpisce le donne più degli uomini e provoca dolori lancinanti. Così simili a quelli dell’infarto “vero”, che possono indurre al ricovero immediato di chi li soffre.
Un caso illustre? Proprio al crepacuore nella sua accezione scientifica fa pensare il malore di Valérie Hollande. Non sarebbe stato, insomma, un coup de théatre della premiere dame per affrontare con stile la vicenda del tradimento, ma forse un vero e proprio attacco della sindrome del cuore infranto.
La cardiomiopatia da stress sembra infarto ma non lo è. Clinicamente gli somiglia molto: i pazienti lamentano un dolore acuto al petto, anche l’elettrocardiogramma mostra le alterazioni tipiche dell’infarto e il rilascio di quegli enzimi associati immediatamente all’attacco cardiaco.
Come distinguere allora un vero da un finto attacco di cuore?
Leda Galiuto, dirigente del dipartimento di Scienze cardiovascolari all'università Cattolica di Roma, spiega che basta una coronarografia. Infatti, quando se ne effettua una “per cercare il punto in cui si è creata l'occlusione che impedisce al sangue di arrivare al cuore”, nel caso della sindrome tako-tsubo “non si trova nulla”.
La cardiomiopatia da stress simula, dunque, un attacco di cuore e al paziente fa attraversare un dolore molto serio. Ma per quanto doloroso, l’attacco simulato è transitorio, non provoca danni ed è destinato a risolversi entro 48 ore.
Se siete innamorati e subite un grosso stress, non sottovalutate la vostra sofferenza.
Tanto più se vi sentite “spezzare dentro”. Andate di corsa da un medico, ma non disperate pensando solo al peggio. Magari, chissà, la vostra è proprio la variante giapponese del crepacuore.