È vero che si può fare il bagno dopo mangiato? Oppure l'immersione in acqua dopo un pasto può essere rischiosa? E dopo quanto tempo si può fare il bagno in basa al tempo di digestione dei vari alimenti? Ecco tutto quello che c'è da sapere su questo argomento.
Bagno dopo aver mangiato: sì o no?
Il fatto di poter fare o meno il bagno dopo mangiato è un interrogativo che tutti, almeno una volta nella vita, si sono posti, memori anche delle raccomandazioni ricevute dai genitori durante l'infanzia. L'opinione comune vuole che dopo aver consumato un pasto (soprattutto se molto abbondante), sia meglio attendere un po' prima di immergersi in acqua, per non incorrere in pericolosi crampi addominali che, in alcuni casi, potrebbero anche aumentare il rischio di annegamento.
In realtà, sembra che fare il bagno dopo mangiato non incrementi le possibilità di sentirsi in male in acqua e che, quindi, non esista un collegamento diretto fra la quantità di tempo che si attende prima di immergersi in acqua e il pericolo di annegamento.
La convinzione che il bagno dopo mangiato possa fare male deriva da una falsa credenza, ovvero dall'idea che, immergendosi in acqua fredda dopo aver consumato un pasto, l'organismo possa andare incontro alla cosiddetta "congestione", ovvero una condizione determinata dallo sbalzo termico che può provocare il blocco della digestione.
La congestione sarebbe causata da un minor afflusso di sangue durante la fase digestiva, sangue che il corpo tenderebbe a convogliare verso le aree periferiche (come braccia e gambe) per mantenere stabile la temperatura corporea; la congestione, quindi, non dovrebbe verificarsi solo nel momento in cui ci si immerge in acqua fredda, ma anche quando, si beve una bevanda ghiacciata subito dopo aver mangiato.
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Il rapporto tra bagno e digestione è influenzato notevolmente da quello che si è mangiato. Se, infatti, alcuni alimenti sono estremamente veloci da digerire, altri rimangono nello stomaco per diverse ore, e possono effettivamente contribuire alla sensazione di pesantezza e gonfiore che spesso si avverte dopo un lauto pasto.
La digestione è comunque un processo che richiede un certo impegno da parte dell'organismo, e un conseguente impiego di sangue per farvi fronte. Praticare un'attività fisica (come ad esempio correre o, appunto nuotare), subito dopo aver mangiato è quindi controindicato, in quanto, per far fronte alle nuove necessità muscolari, il sistema sottrae sangue all'apparato digerente.
Questo, sebbene non provochi necessariamente gravi conseguenze, può comunque aumentare il rischio di incorrere in malessere intestinale e in disturbi del tratto gastrointestinale, ma anche in crampi muscolari e contrazioni spasmodiche involontarie che possono interferire con l'attività natatoria, soprattutto se non si è nuotatori esperti.
Gli esperti, tuttavia, sottolineano come non sia la sporadica presenza di crampi muscolari a determinare le conseguenze più gravi, quanto piuttosto la combinazione con la temperatura estremamente fredda dell’acqua o quella con altri fattori predisponenti (squilibrio a livello elettrolitico, disidratazione, consumo di alcol, ecc...).
In sintesi, è vero che dopo mangiato si può fare il bagno, dal momento che un soggetto in salute ha quantità di sangue sufficienti per gestire sia il processo digestivo che l'attività muscolare, tuttavia è preferibile rispettare alcune semplici (ma fondamentali) accortezze.
Digestione in acqua: cosa occorre sapere
Fare il bagno dopo mangiato non presenta un pericolo di per sé, a patto di rispettare alcune precauzioni. Innanzitutto, è opportuno consumare un pasto leggero, preferibilmente a base di frutta, verdura, proteine o carboidrati, evitando gli alimenti molto grassi e le salse.
Per sapere dopo quanto si può fare il bagno, può essere utile conoscere a grandi linee i tempi di digestione dei vari cibi, i quali variano notevolmente l'uno dall'altro:
- succo di frutta: 20 minuti;
- frutta e verdura cruda: dai 30 ai 40 minuti;
- carboidrati semplici, formaggi freschi e pesce bianco: un'ora;
- carne rossa: dalle tre alle quattro ore;
- formaggi stagionati, fritture, carne con salse e intingoli: dalle quattro alle cinque ore.
Fare un bagno al mare dopo mangiato, quindi, non rappresenta un pericolo di per sé e non c'è ragione di attendere diverse ore prima di immergersi, a patto di non sottoporsi a sforzi fisici eccessivi e di non entrare in acque molto fredde. Più che la presenza della digestione in corso, è infatti lo sbalzo termico tra la temperatura del corpo e quella dell'acqua a causare i problemi maggiori, nonché la rapidità con la quale si entra in mare o in piscina.
Per questo motivo si consiglia di immergersi gradualmente, bagnando il corpo a poco a poco, senza fiondarsi in acqua fredda se si è molto sudati o accaldati.
È preferibile poi non esagerare con le porzioni, ma consumare un pasto leggero a base di frutta, verdura e pesce, evitando la carne cotta alla brace, le fritture, gli alimenti molto ricchi di grassi (come il burro o la panna) e gli alcolici. È proprio l'alcol, infatti, con la sua capacità di alterare i riflessi, a rappresentare uno dei pericoli più rilevanti in acqua, tanto da essere una delle cause più comuni di annegamento.
Bagno dopo mangiato: quali sono i rischi?
Il rischio principale di fare un bagno dopo mangiato è legato alla possibilità (fortunatamente abbastanza remota) di incorrere in una sincope. La sincope, o idrocuzione, è causata dallo shock termico tra la temperatura del corpo, solitamente molto elevata, e quella dell'acqua, che è invece inferiore.
L'idrocuzione causa una reazione nervosa automatica che provoca la riduzione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, andando a determinare un arresto della circolazione sanguigna e quindi anche dell'ossigenazione a livello cerebrale.
È quindi sconsigliato tuffarsi in acque molto fredde se si è accaldati o sudati, mentre fare un bagno caldo dopo mangiato non presenta particolari pericoli. Il fenomeno dell'idrocuzione rappresenta un rischio reale soprattutto se ci si immerge da soli, ovvero senza la presenza di qualcuno che, in caso di malore, può intervenire, e se le condizioni meteo sono particolarmente sfavorevoli.
Chi è soggetto a sincope in acqua, sviene, pertanto anche se si è abili nuotatori, si sarà comunque a rischio di annegamento se qualcuno non interviene per prestare soccorso. Meglio quindi non rischiare e bagnare gradualmente il corpo prima di tuffarsi in acque molto fredde.