Inutile negarlo. L’allergia, a volte, può far sì che si scatenino delle reazioni mortali. E i casi di cronaca, in questo caso, hanno fatto la storia.
Quando si parla di allergie, infatti, la nostra mente vola subito verso i pericoli dello shock anafilattico, una manifestazione potenzialmente letale con una sintomatologia ben precisa e riconoscibile.
Ma chi è a rischio e cosa ogni allergico dovrebbe sapere? Vediamolo insieme.
Shock anafilattico: di cosa si tratta?
Questa particolare manifestazione è derivante da una reazione allergica molto grave, che interessa un individuo avente una predisposizione allo shock.
Quando un soggetto particolarmente sensibile a un allergene entra in contatto con tale sostanza, si scatena una fortissima reazione, accompagnata da una sintomatologia dai tratti accentuati. Attenzione! Se la condizione di shock anafilattico non viene trattata con urgenza, si può verificare il decesso del paziente.
Lo shock si manifesta in circa 4-5 casi ogni 100.000, con un tasso di mortalità che si aggira intorno allo 0,0006%. Ma cosa succede nel corpo umano quando si scatena tale reazione?
Allergia: come reagisce l’organismo e quali sono i sintomi?
Quando il soggetto allergico subisce l’azione dell’allergene, nel suo organismo avvengono molteplici reazioni da non sottovalutare, bensì da trattare tempestivamente. In sostanza, la reazione allergica può essere di due tipi:
- Reazione allergica immunologica: in questo tipo di reazione entrano in gioco gli anticorpi IgE, che interagiscono con l’allergene e attivano i mastociti e i basofili, assieme alle sostanze che causano i sintomi.
- Reazione allergica non immunologica: tale reazione avviene con l’attivazione dei mastociti e non viene condizionata dagli anticorpi, ma da determinate sostanze o circostanze che causano il rilascio dei componenti responsabili della reazione allergica.
Cosa è lo shock anafilattico?
Lo shock anafilattico comporta il rilascio di sostanze specifiche, tra cui: istamina, leucotrieni, serotonina e prostagliandine – tutte sostanze vasoattive, ovvero che determinano una vasodilatazione.
Ciò si traduce in un aumento della pressione sanguigna, con edema delle mucose e broncocostrizione.
La reazione può avere quattro differenti stadi:
- Stadio 1: questo è lo stadio più leggero, in cui la sintomatologia riguarda essenzialmente la cute, sulla quale può comparire uno sfogo, ma non coinvolge né le vie respiratorie, né l’apparato gastrointestinale, né quello cardiovascolare;
- Stadio 2: di grado moderato, ha sintomi più evidenti, e inerenti anche all’apparato gastrico e cardiaco; si riscontrano infatti: nausea, aumento del battito cardiaco e difficoltà respiratorie;
- Stadio 3: è senza dubbio un grado grave di reazione anafilattica, in cui si manifesta lo stato di shock assieme a problemi respiratori e cardiovascolari;
- Stadio 4: questo è il grado più grave, che provoca l’arresto respiratorio e cardiaco e, quindi, la morte del soggetto colpito.
Quali sono le cause dello shock anafilattico?
Molte sostanze possono determinare questo tipo di violenta reazione allergica; tra queste, alcune sono molto comuni, mentre altre più rare.
Tra le cause più frequenti troviamo:
- Shock anafilattico da cibo: è forse quello più frequente. Alcuni cibi, in particolare, sono poco tollerati da molti soggetti allergici. Tra questi, la frutta secca è forse la regina degli allergeni alimentari: noci, arachidi e nocciole sono spesso causa di reazioni allergiche in soggetti predisposti. Anche la frutta può provocare reazioni: la più evitata? Quella ricca di semini (kiwi e fragole). Tra le verdure, pomodori e funghi sono tra quelle più problematiche. Tra i pesci, i più incriminati sono: salmone, merluzzo, crostacei e frutti di mare. Altri alimenti notoriamente responsabili di reazioni allergiche sono: cioccolato, uova, riso, ceci e sesamo.
- Punture d’insetto: le api, le vespe, i calabroni, ma anche ragni e scorpioni, possono essere degli ospiti fastidiosi, ma per alcune persone la loro puntura o il loro morso può essere letale!
- Farmaci: vaccini, antibiotici (in particolare la penicillina), liquidi di contrasto, FANS, vitamina B12, chemioterapici e antiemorragici sono tra i farmaci maggiormente responsabili delle reazioni anafilattiche in individui particolarmente sensibili ad alcuni componenti che vi si trovano.
Tra le motivazioni meno frequenti vi sono invece:
- Allenamento intenso o esercizio fisico eccessivo
- Lattice e suoi derivati
- Assorbenti interni
- Prodotti chimici (tinture per capelli, inchiostro per tatuaggi, nichel, ecc.)
- Prodotti omeopatici (alcuni estratti vegetali possono essere non tollerati, anche se di origine naturale)
A volte la causa è sconosciuta: si parla, in questi casi, di anafilassi idiopatica.
Quali sono i sintomi (anche premonitori) dello shock anafilattico?
Come abbiamo visto, si tratta di una reazione allergica molto seria, ed è importante agire tempestivamente per salvare la vita del paziente. I sintomi dello shock anafilattico variano da soggetto a soggetto e colpiscono varie parti del corpo.
Si possono così distinguere, in base all’apparato colpito:
- Apparato neurologico: i soggetti possono manifestare mal di testa, confusione o, nei casi peggiori, finire in coma;
- Apparato respiratorio: se lo shock si manifesta con sintomi respiratori, si avranno: tosse, broncospasmo, problemi respiratori, congestione nasale.
- Apparato cardiocircolatorio: l’individuo subirà una diminuzione della pressione, associata ad aumento delle pulsazioni.
- Apparato tegumentario: il paziente accuserà prurito, gonfiore, rossore e bruciore diffuso sulla pelle.
- Apparato gastro-intestinale: in questo caso i sintomi vanno dal gonfiore addominale alla nausea; nei casi più gravi si possono riscontrare anche vomito e diarrea.
- Cavo orofaringeo: tipici sintomi di questa zona sono il gonfiore di labbra e gola.
Cosa fare in caso di shock anafilattico (cortisone e farmaci d’urgenza da utilizzare)
Se ci si trova a che fare con un individuo colpito da shock anafilattico, è importante intervenire nel minor tempo possibile. La prima cosa da fare è chiamare i soccorsi (118) e controllare se il soggetto colpito abbia con sé la penna per la somministrazione dell’adrenalina: questo farmaco è fondamentale.
La dose di adrenalina può essere fornita al paziente per via intramuscolare – attraverso un’apposita penna – oppure per via endovenosa, metodica dedicata ai casi più gravi e da effettuare in ospedale. È possibile che il farmaco generi effetti collaterali, tra cui l’aritmia.
Il paziente va poi posto supino, con le gambe sollevate: in questo modo si favorirà l’afflusso di sangue ad organi quali il cuore e il cervello. Nel caso in cui lo shock derivasse da una puntura di insetto, invece, è importante evitare di rimuovere il pungiglione con le mani o con le pinzette, poiché si aumenterebbe il rilascio di veleno nell’organismo. Meglio rimuovere il pungiglione con l’ausilio di una tessera rigida, come una carta di credito o un tesserino sanitario.
Occorre non somministrare bevande o alimenti al soggetto per evitare l’ostruzione delle vie aeree. Un’ottima idea è quella di tenere sotto controllo pressione e battito cardiaco, preziose informazioni da riferire ai soccorritori del 118.