Dr.ssa Alda Attinà, specialista in nutrizione.
Avete mai pensato di utilizzare in cucina i semi di Psillio? Probabilmente, non essendo così noti, no. In realtà, questo ingrediente segreto ai più è ricchi di proprietà ed effetti benefici. Abbiamo chiesto alla dr.ssa Alda Attinà, nutrizionista, di spiegarci come e quando utilizzare i semi.
Quali sono le proprietà dei semi di Psillio?
Lo Psillio è il nome comune della Plantago Psyllium L., pianta erbacea officinale diffusa in tutto l’areale del bacino del Mediterraneo, che produce semi di colore brunastro. Infatti, sono proprio le particolari caratteristiche botaniche dei semi a rendere la pianta fortemente utilizzata in ambito medico.
Piccoli e di colore scuro, i semi contengono per circa il 12-15% delle mucillagini di xilosio, arabinosio, acido galatturonico e ramnosio dalle tipiche proprietà lassative. Le mucillagini si comportano in modo da formare un “gel” a contatto con l’ambiente acquoso: assorbono una grande quantità di acqua e hanno la capacità di gonfiarsi ed espandere il loro volume fino a 4 volte in più, agendo come lubrificanti meccanici che permettono lo scorrimento della massa fecale verso la porzione distale del colon e la sua seguente evacuazione. Questo rende lo Psillio un metodo naturale sfruttato in caso di stipsi e nei soggetti che soffrono di mancanza di peristalsi, regolarizzando i movimenti intestinali senza provocare flatulenza.
Non solo, i semi di Psillio contengono anche acidi grassi insaturi (5-10%), proteine (15-18%), e tracce di fitosteroli, tra cui il beta-sitosterolo, lo stigmasterolo. Infatti, l’American Heart Association ha identificato come un’assunzione di questi semi, nell’ambito di un corretto approccio dietetico, può trattare pazienti con ipercolesterolemia lieve e moderata e favorire la riduzione dei livelli di colesterolo-LDL.
Una metanalisi di 21 studi pubblicata sull’European Journal of Clinical Nutrition, ha identificato una relazione dose-dipendente tra assunzione di fibra di Psillio (g/giorno) e una riduzione dei livelli sierici di colesterolo totale e LDL (mmol/mol). Secondo questi risultati, assumerne 15 grammi al giorno riduce del 12,5% i livelli ematici di colesterolo LDL e questo effetto ipocolesterolemizzante si protrae nel lungo termine. Si stima che la diminuzione del colesterolo-LDL conduce a una riduzione del 50% del rischio di malattie cardiovascolari nei cinquantenni e del 20% nei settantenni.
I benefici non terminano qui! Uno studio sul Journal of Clinical and Experimental Hypertension su soggetti in sovrappeso e ipertesi ha evidenziato come sei mesi di trattamento a base di fibra di Psillio riducono significativamente la pressione arteriosa sistolica e diastolica. Dati promettenti arrivano da una ricerca sull’American Journal of Clinical Nutrition su pazienti in pre-diabete e con diabete mellito tipo 2, dove il trattamento ha migliorato il compenso glicemico, diminuendo il picco glicemico post-prandiale e ha ridotto l’emoglobina glicosilata, parametro di controllo a lungo termine nel paziente con diabete.
Perché i semi di Psillio aiutano a dimagrire?
In realtà, ancora esiste un gap scientifico da colmare: come si comporta lo Psillio nella perdita del peso? La relazione tra semi, obesità e calo ponderale non è stata ancora ben studiata, sebbene vi sia una grande evidenza scientifica riguardo la correlazione inversa tra quantità di fibre nella dieta e perdita di peso.
Come già accennato, le mucillagini contenute nei semi di Psillio assorbono una grande quantità di acqua, aumentando la sensazione di pienezza, di sazietà e riducendo lo stimolo della fame. I semi possiedono un’azione protettiva nei confronti delle mucose intestinali, soprattutto ove irritate, contrastando situazioni di disbiosi viste le proprietà prebiotiche, le quali favoriscono la crescita di una flora batterica benefica.
Quali sono gli effetti collaterali?
L’eccesso non è mai un vantaggio: 20 g/giorno di semi di Psillio possono causare effetti avversi e condurre ad uno smisurato aumento del transito intestinale con seguente diarrea. Inoltre, lo Psillio è controindicato in pazienti con occlusione o subocclusione intestinale. In ambito immunologico, sono state segnalate, seppur raramente, reazioni allergiche sia per ingestione sia per inalazione della polvere.
Lo Psillio, come ogni fibra, può ridurre l’assorbimento intestinale di altre sostanze farmacologiche, sia sintetiche sia vegetali. Si consiglia l’assunzione dei farmaci almeno 1 ora prima o circa 3 ore dopo l’ingestione.
In commercio, lo si trova in polvere o in capsule. La polvere può essere sciolta in abbondante acqua, nello yogurt, le compresse vanno assunte insieme ad una buona quantità di acqua. I semi possono essere somministrati in gravidanza, durante l’allattamento e nel bambino.
Sono disponibili anche essiccati, dai quali si può ricavare un liquido gelatinoso tenendoli a bagno nell’acqua. Inoltre, il gel di Psillio può essere un buon sostituto delle uova nelle ricette vegane.