Ogni anno in Italia circa un centinaio di nuovi bambini risultano affetti da scoliosi evolutiva grave.
Fin dalla scuola materna, la loro colonna vertebrale inizia a curvarsi e devono essere sottoposti a numerosi interventi chirurgici – circa ogni sei mesi – per cercare di risolvere il problema, oltre a dover sopportare busti, gessi e tutori ortopedici. Questa patologia comporta pesanti ripercussioni nella vita di tutti i giorni e obbliga i piccoli pazienti a sopportare periodi difficili.
Ma una tecnica di ultima generazione permette oggi di eseguire un solo intervento, evitando stress per il bambino e per la sua famiglia.
Si chiama SHILLA ed è un tutore ortopedico che viene inserito lungo la colonna vertebrale nei primi anni di vita del bambino, fino all’attesa di un secondo intervento risolutivo quando, dopo i dieci anni di età, lo sviluppo dello scheletro è più avanzato.
Come funziona Shilla?
SHILLA funziona coma una sorta di binario fatto di bastoncini di metallo che guidano la colonna vertebrale nella giusta direzione durante la crescita. Si inserisce durante un intervento chirurgico complesso, che dura dalle 4 alle 6 ore, ma permette la crescita naturale e corretta della colonna vertebrale. I bambini non devono così sopportare interventi ripetuti e corrono un minor rischio di contrarre infezioni.
Alcuni bambini sono già stati operati in Italia presso il Centro Regionale di riferimento per la Chirurgia Vertebrale del Veneto e presso gli Istituti Ortopedici Rizzoli di Bologna.
Massimo Balsano, direttore dell’Unità di Ortopedia di Schio (Vicenza), rivela che le normali tecniche “hanno un impatto psicologico negativo sui bambini di questa età, inoltre riducono la capacità respiratoria perché comprimono il torace impedendone il miglior sviluppo possibile”.
SHILLA invece “una volta piazzato può accompagnare lo sviluppo del bambino per anni”.
Insomma, una tecnica di intervento innovativa che potrà garantire una qualità di vita migliore a molto bambini colpiti da scoliosi.