Assumendo una terapia per 4 volte all’anno, ci saranno meno rischi di abbandono delle cure da parte dei pazienti affetti da schizofrenia.
La ricaduta nella schizofrenia è molto alta
I pazienti con schizofrenia, infatti, se non vengono seguiti passo passo, tendono ad abbandonare molto presto le cure, ricadendo negli stessi sintomi e regredendo con i progressi fatti fino a quel momento.
Le ragioni possono essere diverse:
- ci potrebbero essere delle situazioni familiari difficili e quindi ci si distrae;
- non si è così lucidi da riuscire a organizzarsi perfettamente nell’assunzione della terapia;
- si rifiuta la malattia e, quindi, la cura.
Con queste motivazioni, gli schizofrenici lasciano andare la malattia, rischiando di aggravarla ulteriormente. L’importante per questa patologia, come per altre malattie psichiatriche, è la continuità nel seguire le terapie e la costanza nell’assunzione dei farmaci prescritti.
Sembra però che ci sia una nuova prospettiva nella cura di questa malattia, ovvero l’esistenza di un farmaco che va assunto per sole 4 volte in un anno.
Il medicinale è stato discusso al congresso europeo di Psichiatria a Firenze. Si tratta di una molecola che si chiama paliperidone palmitato, la quale non sovraffaticherà mentalmente più del dovuto il paziente.
La schizofrenia è in aumento
L’Oms ha dichiarato che il numero di schizofrenici in Europa arriva a quasi 4 milioni, di cui 500 mila italiani.
Chi è affetto da questo disturbo psicotico si ritrova catapultato in un’altra dimensione, non si rende conto di quello che sta succedendo, ha delle reazioni assurde rispetto alla realtà che sta vivendo, perde letteralmente il contatto con il presente isolandosi in una propria sfera.
Essendo una patologia così complessa, è in grado di compromettere tutti lati dell’esistenza, sia a livello personale che sociale.
Compare prevalentemente tra i 17 e i 30 anni, difficilmente dopo i 40 anni.
I sintomi della schizofrenia variano in base alla fase in cui si trova la malattia, ma tendenzialmente possono essere questi:
- Comportamenti disorganizzati
- Assurdità nelle reazioni
- Convinzioni contrarie alla realtà
- Manie di persecuzione
- Manie di grandezza
- Allucinazioni uditive
- Difficoltà a mantenere l’attenzione
- Apatia
Davanti a questa patologia, la nuova terapia potrebbe migliorare nettamente la vita dei malati di schizofrenia, i quali, non riuscendo a vivere nell’ora e nell’adesso, non riescono a ricordarsi o a capire l’importanza della terapia.
L’assunzione sarebbe trimestrale, quindi con ogni 4 mesi. Grazie alle diagnosi precoci, molti adolescenti cominciano a curarsi per tempo, seguiti dai genitori o dagli assistenti sociali. Purtroppo però, molti giovani ammalati arrivano a questa diagnosi a causa dell’assunzione di droghe e stupefacenti, dalla tecnologia che li isola dalla vita reale e che, molte volte, incita alla violenza.
Carlo Altamura, direttore della clinica Psichiatrica dell’Università di Milano e presidente della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, ha dichiarato che un trattamento immediato non degenera la malattia e non porta ad un suo peggioramento.
Sono stati studiati 21.492 pazienti affetti da schizofrenia ed è emerso che, con un trattamento a lungo periodo a base di farmaci antipsicotici, quindi senza benzodiazepine, il suicidio tra queste persone sia calato notevolmente rispetto a quelle che non vengono curate.
Il reinserimento sociale è fondamentale
Sembra che il reinserimento nella società dei soggetti affetti da schizofrenia non sia stato preso in considerazione con la giusta attenzione. Per prima cosa, il paziente dovrebbe vivere, da un periodo piuttosto duraturo, in una condizione di stabilità mentale; dopodiché, un trattamento farmacologico adeguato e continuativo dovrebbe essere la marcia in più che li farebbe entrare di nuovo nel mondo reale.
Il farmaco sarà a breve disponibile anche sul territorio italiano, con la speranza che semplifichi la vita, già di per sé complicata, delle persone affette da schizofrenia.