Dr. Francesco Fanfulla, specialista in Malattie dell’apparato Respiratorio e Responsabile dell’Unità Operativa di Medicina del Sonno della Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia.
Che cos’è il russamento?
Il vostro compagno russa e siete stanche di passare notti insonni? In questo caso, è bene trovare una soluzione e ricordare che il russamento e le apnee notturne sono disturbi che non devono essere sottovalutati dai pazienti.
Il russamento è un fenomeno acustico generato da un problema respiratorio, che può essere originato dalla vibrazione delle strutture morbide orofaringee, che provocano un ostacolo al passaggio dell’aria, attraverso le vie respiratorie superiori. Gli uomini sono i soggetti più colpiti rispetto alle donne; la frequenza del russare è legata anche all’età e al peso.
Diversi studi sull’argomento hanno consentito di classificare il russamento, proponendo una distinzione tra quello semplice, benigno, e quello patologico, associato non a un evento sporadico, ma a un disturbo respiratorio del sonno. Inoltre, il russare si può manifestare in modo ciclico e variabile o continuo, quando il rumore è di uguale intensità. In alcuni casi, ahimè, si può arrivare fino a 85 decibel, con intervalli silenziosi che spesso sono causati dalle apnee notturne.
Assieme al dr. Francesco Fanfulla, specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio e Responsabile dell’Unità Operativa di Medicina del Sonno della Fondazione Salvatore Maugeri, entriamo nel vivo del disturbo, cercando di capirne le cause e i rischi.
Il russamento colpisce principalmente gli uomini o anche le donne?
Il russamento è un fenomeno molto comune; ciascun individuo lo sperimenta nel corso della vita. È un fenomeno abituale (quasi tutte le notti per lunghi periodi) in circa il 40% degli uomini e per il 25% delle donne. Il russamento è un rumore associato alla respirazione ed è causato dalla vibrazione dei tessuti molli delle prime vie aeree (in genere il palato molle e l’ugola).
Le vie aeree superiori durante il sonno tendono normalmente a rilassarsi e a restringersi leggermente. Nulla di cui preoccuparsi, è una condizione fisiologica. Tuttavia, quando questi fenomeni si accentuano si determina un aumento delle resistenze delle prime vie aeree. L’organismo reagisce aumentando la forza con cui si respira (aumento la pressione negativa che spinge l’aria verso i polmoni) e la velocità del respiro: queste condizioni producono le vibrazioni dei tessuti molli delle prime vie aeree. Il russamento presuppone quindi il mantenimento della pervietà delle vie aeree (deve esserci un flusso di area per poter far vibrare i tessuti). L’intensità è variabile: appena percettibile sino a un rumore fragoroso e costante avvertibile dalle camere vicine. Chi non ha mai avuto un vicino di camera in hotel che russava in modo spaventoso?
Quali sono i meccanismi che producono il russamento?
Il russamento può essere un evento transitorio oppure presente per buona parte delle notti. Si definisce persistente quando è presente la maggior parte delle notti per almeno 6 mesi. Abbiamo detto che è causato da un aumento delle resistenze delle vie aeree al passaggio dell’aria. Queste possono aumentare per fenomeni acuti e transitori, come nel raffreddore comune, infiammazioni delle prime vie aeree (ad esempio faringo-tonsillite), stanchezza, oppure per condizioni croniche.
Ci sono quindi condizioni croniche che ne favoriscono l’insorgenza:
- Obesità, specie in presenza di grasso intorno al collo. In generale, una circonferenza del collo superiore a 43 cm nei maschi o 40-41 cm nella donna si associa all’aumento del rischio di russamento persistente.
- Riniti croniche di varia natura (allergiche, vaso motorie), condizioni che determinano un riduzione del calibro delle vie nasali (deviazione del setto nasale, ipertrofia dei turbinati) o del rino-faringe (ipertrofia adenoidea).
- Flogosi cronica dell’oro-faringe con aumento del volume delle tonsille o del laringe.
- Assunzione di bevande alcoliche nelle ore serali (l’alcool accentua il rilassamento delle prime vie aeree).
- Assunzione di farmaci sedativi e alcuni tipi di anti-depressivi.
- Abitudine al fumo di tabacco, specie nelle ore serali (determina infiammazione delle vie aeree superiori).
- Presenza di un palato molle e/o di una ugola molto allungati.
Il russamento: ci sono rischi?
Il russamento è stato considerato per lunghi anni come un rumore molesto, una condizione talvolta imbarazzante oppure oggetto di motti di scherno. Le ricerche hanno però dimostrato diversi effetti negativi. Il russamento tende a peggiorare nel corso del tempo, se non viene specificatamente trattato o non vengono rimosse o controllate le cause che ne hanno favorito l’insorgenza.
Peraltro, il russamento può causare un danno diretto sui muscoli delle prime vie aeree, accentuandone la loro minore efficienza durante il sonno.
Il russamento, specie se particolarmente intenso e duraturo nel tempo, si associa a diversi effetti negativi. Diversi studi hanno dimostrato un aumento della pressione arteriosa nei pazienti con russamento cronico, un aumento della cefalea diurna o una riduzione della performance diurna. Spesso, però, i soggetti russatori “semplici” riferiscono un sonno tranquillo e ristoratore.
Il dato più importante e che deve far considerare il russamento un campanello di allarme è la sua associazione con l’apnea ostruttiva del sonno. Taluni ricercatori considerano il russamento come la prima fase di un processo che, in un periodo di tempo variabile, culminerà con la comparsa di episodi di ostruzione delle prime vie aeree ben più marcate. Infine, dato di estrema importanza, il russamento cronico, specie se pesante, influenza negativamente la qualità del sonno e la salute del partner di letto. Vi sono ripetute e consolidate evidenza scientifiche di un’alterazione della qualità e quantità del sonno, dell’aumentato rischio di ipertensione, di riduzione della capacità uditiva dell’orecchio più prossimo al russatore nonché una riduzione globale della qualità di vita.
Cosa fare in caso di russamento?
La prima considerazione che ciascuno di noi deve fare (in genere serenamente con il proprio partner, se presente) è una valutazione dell’intensità e della frequenza del russamento. Condizioni lievi e transitorie non devono preoccupare. Al contrario, in presenza di russamento persistente il consiglio è quello di rivolgersi al proprio medico di fiducia che dovrà ricercare la presenza di segni e sintomi sentinella per le complicazioni o la presenza di disturbi del sonno e la presenza dei fattori di rischio.
Esistono terapie specifiche?
Ovviamente, sì e sono sempre personalizzate. Possiamo suddividerle in due categorie fondamentali:
- Terapia delle condizioni che hanno favorito l’insorgenza del russamento. Tra queste ricordiamo la rinite vaso-motoria o quella allergica; in questi casi l’ostruzione nasale è ben controllata con farmaci specifici (anti-istaminici o steroidi inalatori).
- Terapia specifica per il russamento. In questo caso, si possono utilizzare alcuni devices, quali dilatatori delle narici, il cerotto nasale, le valvole espiratorie oppure l’applicazione di una protesi endo-orale. Terapia con steroidi inalatori o lubrificanti nasali hanno dato buoni risultati. Inoltre, è altamente consigliabile, nei casi in cui il russamento compare esclusivamente (o quasi) durante il decubito supino, ricorrere alla terapia posizionale. Questa terapia impedisce al paziente i decubito supino attraverso dispositivi fisici (appositi cuscini, protesi o semplicemente palline da tennis) o elettronici (sensori indossati dal paziente che vibrano quando questo si dispone in posizione supina).