Le rughe… che noia! Ma siamo sicuri che si tratti solo di un problema estetico? E se nascondessero problemi di salute più seri e sistemici? Troppe rughe sulla fronte, infatti, potrebbero essere un campanello d’allarme per alcuni disturbi cardiaci.
A svelarlo è una ricerca scientifica secondo cui le linee d’espressione sul viso, in particolare sulla fronte, sarebbero un chiaro segnale che indica un malfunzionamento nel nostro corpo. Insomma, non sono solo il segno dell’età che avanza, ma anche un (bizzarro) campanello d’allarme, importante per prevenire infarti e malattie cardiovascolari
Scopriamo perché.
Rughe e cuore: quando preoccuparsi
Se le rughe sono particolarmente profonde – e non siete ancora particolarmente anziani! – forse è meglio fare visita dal proprio cardiologo. Lo studio in questione è stato presentato al Congresso della Società europea di cardiologia Esc, a Monaco di Baviera, in Germania.
La ricerca è partita da un’idea: l’impossibilità di poter vedere chiaramente fattori di rischio cardiovascolare come l’ipertensione e il colesterolo alto. Per questo, gli studiosi hanno cercato un altro segnale che potesse mettere in guardia le persone e spingerle a eseguire ulteriori controlli e migliorare il proprio stile di vita.
Così, partendo da questo presupposto, è stato scoperto un legame fra le patologie cardiache e le rughe. «Quelle sulla fronte rappresentano una ‘red flag’ – hanno svelato gli esperti – una bandierina rossa che dovrebbe far scattare l’allarme e accertamenti più approfonditi su pressione arteriosa, grassi nel sangue e glicemia».
L’analisi delle rughe sulla fronte potrebbe infatti rappresentare un nuovo strumento semplice e molto economico per identificare le persone ad alto rischio di malattie cardiovascolari.
Ovviamente, come hanno sottolineato i ricercatori, non si tratta di uno strumento che possa sostituire in alcun modo l’analisi dei fattori di rischio quali la pressione alta, i trigliceridi o il colesterolo. Ma, perché no, potrebbe essere comunque un ottimo segnale di allarme.
Rughe profonde oppure no?
Lo studio è stato condotto dal Centre Hospitalier Universitaire di Tolosa, in Francia. Il team di ricerca ha analizzato 3.200 adulti, tutti sani di 32, 42, 52 e 62 anni. A loro sono stati assegnati dei punteggi in base al numero e alla profondità delle rughe sulla fronte. I partecipanti allo studio sono stati seguiti per 20 anni, durante i quali 233 sono morti per varie cause.
Delle 233 persone decedute, il 15,2% presentava un punteggio di due o tre relativo, come abbiamo visto, alla profondità e al numero delle rughe. Il 6,6%, invece, un punteggio di uno e il 2,1% presentava assenza di rughe stesse. Chi presentava punteggi alti, presentava un rischio di morire quasi 10 volte superiore agli altri partecipanti allo studio.
Il ruolo del collagene
Attenzione, nessun allarmismo. Quella di cui abbiamo parlato è una ricerca osservazionale. Servono ovviamente studi molto più approfonditi per convalidare queste ipotesi. E i ricercatori devono ancora indagare cosa lega le rughe profonde ai problemi cardiaci.
Tuttavia, alcune ipotesi sono state avanzate. Sembrerebbe, infatti, che ci sia una relazione con l’aterosclerosi e l’ispessimento delle arterie. I cambiamenti nelle proteine del collagene e lo stress ossidativo sembrano avere un ruolo sia nell’aterosclerosi sia nella formazione delle rughe.
Dunque, secondo le prime evidenze, le rughe sulla fronte potrebbero essere legate all’arterosclerosi, ossia all’indurimento delle arterie, una delle prime cause di infarto miocardico.
«Questa è la prima volta che viene stabilito un legame tra rughe frontali e rischio cardiovascolare ma i risultati ottenuti devono obbligatoriamente essere confermati ancora da alcune ricerche – hanno dichiarato i ricercatori – Questa scoperta potrebbe però essere uno strumento iniziale di diagnosi. La sfida? Quella di arrivare abbastanza in anticipo per poter fare la differenza»