Come tutti ormai sappiamo, poiché sempre più diffusa, la celiachia è un’intolleranza al glutine, ottenuto dall’impasto con acqua della farina di farro, frumento, kamut, orzo, segale, spelta, triticale e avena (quest’ultima soltanto se contaminata durante la lavorazione).
Celiachia: cos’è
Nei celiaci accade che il corpo veda erroneamente il glutine come una minaccia e cerchi di attaccarlo. Facendo ciò, il sistema immunitario ha una reazione infiammatoria che provoca danni all’intestino tenue.
È per questo che, in casi del genere, nei quali l’organismo attacca se stesso, si parla di disordini autoimmuni. Sebbene la celiachia non sia una malattia, dunque, essa provoca comunque dei fastidi perché i celiaci non possono, ad esempio, bere birra, mangiare pizza, dolci e tutto ciò che contenga glutine.
Il rimedio degli scienziati
Il nuovo trattamento che gli scienziati hanno pensato per combattere la celiachia consiste nell’utilizzo di vermi parassiti all’interno dei pazienti. Il metodo potrebbe sembrare bizzarro e, forse, disgustoso, ma ha una teoria che sembra funzionare. Infatti, una prova fatta in Australia a inizio anno, ha prodotto come risultato che i celiaci riuscissero a mangiare il glutine contenuto in un piatto di spaghetti, cosa che normalmente avrebbe causato loro vomito e diarrea.
Poiché la prova ha avuto successo, si è pensato di estenderla a un gruppo più ampio, comprendente 40 partecipanti.
I disordini autoimmuni sono caratterizzati dalla presenza di globuli bianchi chiamati Th1, che conducono risposte pro-infiammatorie e, se non controllati, possono apportare gravi danni al tessuto. Il tipo di cellula Th2, invece, genera risposte anti-infiammatorie ed è associato ai parassiti. L’aiuto offerto dall’utilizzo dei vermi, quindi, consisterebbe nell’attenuare l’infiammazione.
Gli scienziati si sono chiesti, allora, se la presenza dei vermi potesse condurre verso una reazione dei Th2 che annienterebbero i Th1 e hanno deciso di tentare.
I ricercatori della James Cook University e i medici del Prince Charles Hospital di Brisbane hanno somministrato le larve degli anchilostomi a 12 pazienti, che hanno avvertito, come prima sensazione, quella di avere una salsa calda sulla pelle. Gli anchilostomi, anche noti come elminti, non si riproducono all’interno degli esseri umani, non generano infezione e muoiono dopo pochi anni.
Ai pazienti è stato poi dato glutine in piccole dosi e la risposta è stata positiva, ma l’intenzione è quella di aumentare le dosi quando la ricerca sarà ampliata a 40 volontari.
Non c’è ancora, quindi, una cura definitiva per sconfiggere la celiachia, ma i successi ottenuti finora fanno sperare che vi si possa giungere per migliorare la vita dei celiaci.