Quando si dice che i vecchi rimedi della nonna sono efficaci! Qui di seguito troverete cinque vecchi rimedi che ancora oggi ci guariscono.
Il dottor Tu YouYou, premio Nobel per la medicina nel 2015, ha scoperto un farmaco, l’artemisinina antimalatico, derivato dall’assenzio, che lo ha aiutato a salvare moltissime persone. Sono veramente tante le piante, dal papavero con l’oppio alla pianta della china, che fornisce il chinino, i cui benefici sono verificabili scientificamente. Esiste una branca della medicina tradizionale, la etnofarmacologia, che si occupa di studiare questi aspetti. Riuscire a isolare un principio attivo contenuto in una pianta non è molto semplice, infatti spesso queste in natura sono velenose.
Analizziamo 5 rimedi tradizionali, attualissimi a tutt’oggi
- Asclepiade. Descritta da Nicolas Culpeper, nel 1826, come un buon trattamento per le verruche, quest’erba produce una linfa biancastra nota come euforbia meschino. Il suo principio attivo è stato isolato nel 1997 dal dottor Aylward. Studi recenti ne hanno dimostrato l’efficacia per bloccare le lesioni cutanee che aumentano il rischio di cancro della pelle.
- Sanguisughe. Conosciute in passato per praticare il salasso, quello che veniva considerato uno dei principali rimedi contro la malaria. Ippocrate affermava che uno squilibrio degli umori (sangue, bile nera, bile gialla e catarro) era all’origine di questa patologia. La cura migliore era quindi vista nel drenaggio del sangue. Nel 1800, in Europa la pratica dei salassi era diffusissima, ma con l’avvento della medicina moderna l’uso delle sanguisughe è scomparso. Recenti progressi nel campo della chirurgia hanno riportato questi animaletti nei reparti, che vengono usati per drenare il sangue dopo interventi di microchirurgia, aiutando il paziente verso una guarigione più naturale. Sono state utilizzate anche nel post operatorio di innesti cutanei. Le sanguisughe producono una proteina che blocca la coagulazione del sangue, permettendo alle vene più piccole di riprendere il funzionamento in modo corretto. In Galles, esiste un centro per la terapia con le sanguisughe, dove si allevano questi animali per essere poi utiizzati negli ospedali di tutto il mondo.
- Salice. Già gli egizi usavano la corteccia di questo albero per alleviare il dolore. È stata la Bayer nel 1915 ha portarla in auge, in campo medico, con l’aspirina. Su questo prodotto si compiono dai 700 ai 1000 studi clinici ogni anno. Recenti ricerche stanno dimostrando le sue potenzialità, oltre al semplice antidolorifico, infatti, sembra avere potenzialità per prevenire il cancro.
- Bucaneve. La galantamina, usata per trattare la malattia di Alzheimer, era già nota in Unione Sovietica per le sue potenzialità come cura per il mal di testa.
- Succo di stomaco di vacca. Un antico testo medico anglosassone afferma come cipolla, aglio, vino e bile vaccina, schiacciati insieme e lasciati in un vaso di bronzo per 9 giorni e notti, servano per produrre un collirio molto efficace. Recentemente è stato dimostrato come questo rimedio agisca meglio del miglior antibiotico. La dottoressa Christina Lee afferma che “…abbiamo bisogno di sbarazzarci della nomea di omeopatia e dare ai vecchi rimedi il credito che meritano.”