Quando pensiamo a qualcuno che ha avuto un infarto, immaginiamo un soggetto anziano di sesso maschile con un forte dolore al braccio e al petto. Ma la verità è che un attacco di cuore può colpire chiunque, anche persone giovani, sia di sesso maschile sia di sesso femminile.
L’infarto colpisce gli uomini con maggior frequenza rispetto alle donne in giovane età. Le donne sono colpite con maggiore frequenza in età avanzata e, in questi casi, la malattia si manifesta in modo più grave. Al di sotto dei 50 anni, gli attacchi di cuore hanno un rischio due volte maggiore di risultare fatali sia per gli uomini che per le donne.
In generale, però, se sussistono diversi fattori di rischio, un attacco di cuore è una condizione che può colpire tanto gli uomini che le donne. È vero, invece, che il rischio di avere un infarto del miocardio aumenta con l’età in entrambi i sessi.
Le testimonianze di due giovani donne che hanno avuto un attacco di cuore
I sintomi di un infarto del miocardio vengono spesso ignorati o addirittura non riconosciuti, proprio come è successo a soli 39 anni, a Kara Spurling che, a quattro anni dalla malattia, racconta la sua testimonianza.
“Come ex infermiera di cardiologia, conoscevo quali fossero i sintomi di un attacco di cuore, ma quella era l’ultima cosa che avrei mai pensato quando sono stata colpita da un dolore toracico improvviso una mattina del 2013. Era un normale sabato mattina, mi ero seduta sul letto accanto a mio marito e al mio bimbo di tre mesi. Stavo sorseggiando un caffè e ho iniziato ad avere capogiri, nausea e un dolore al torace che si irradiava alla schiena. Sapevo che c’era qualcosa che non andava e che sarei dovuta correre in ospedale, ma non pensavo a un attacco di cuore. Mio marito chiamò l’ambulanza e, una volta in ospedale, finii in sala rianimazione. I miei ricordi di quei giorni sono frammentati. Solo dopo ho saputo che avevo subito una dissezione coronarica spontanea, che si verifica quando si forma un ematoma all’interno di un vaso sanguigno. I test hanno dimostrato anche che ho avuto la displasia fibro-muscolare, una condizione in cui ci sono crescite cellulari anomale in una o più pareti delle arterie.
È stato frustrante, non ho mai fumato e non avevo una storia familiare di infarto del miocardio, eppure proprio io avevo avuto un infarto. Piano piano mi sto riprendendo psicologicamente e sto finalmente trovando la forza di condividere la mia storia.”
Anche Eve Walker, oggi quarantaquattrenne, ha avuto un attacco di cuore a soli 28 anni.
“Avevo 16 anni quando mia sorella, appena diciottenne, morì durante una festa. L’autopsia non fu precisa ma ci dissero che aveva una malattia cardiaca. La mia vita proseguì e io non parlai più dell’incidente perché era troppo doloroso. Sedici anni dopo, ho iniziato a sperimentare personalmente i sintomi della malattia al cuore, sebbene io non li abbia riconosciuti in quel momento.
All’inizio, mi accorsi che non ero in grado di camminare, anche in leggera salita, senza avere il fiatone. Il mio medico pensò che io soffrissi di asma, tutti i test erano negativi. Non molto tempo dopo, ho iniziato a sentire le vertigini al lavoro e notavo che le mie gambe erano pesantissime, non riuscivo a schiodarle, era difficile camminare.
Un giorno mi sono sentita talmente male che sono finita al pronto soccorso. Mi diedero un’aspirina, due giorni dopo, ebbi un attacco di cuore. Ricordo distintamente che ciò accadde. Stavo guardando la TV da un vicino di casa, quando all’improvviso ho sentito un forte dolore alla gamba. Ho pensato che fosse una puntura di zanzara in un primo momento, ma poi il dolore cominciò a irradiarsi alla parte sinistra del mio corpo. Una volta raggiunta la mascella, mi sono resa conto che stavo avendo un attacco di cuore. Il mio vicino mi ha messo nella sua macchina, precipitandosi in ospedale.
I medici mi fecero una cateterizzazione cardiaca. La diagnosi fu quella di cardiomiopatia ipertrofica, che è un ingrossamento del muscolo cardiaco che limita la capacità del corpo di pompare sangue. Ho attraversato un periodo di depressione dopo, oggi cerco di sostenere le donne giovani che hanno avuto un attacco di cuore e, ogni giorno, ringrazio Dio perché sono viva.”
Che cos’è l’infarto del miocardio?
L’infarto del miocardio, o attacco di cuore, si riferisce a una condizione nella quale una parte del cuore, non più adeguatamente irrorata di sangue e quindi mancante di ossigeno sufficiente, va in necrosi, cioè muore.
Quali sono le cause dell’infarto del miocardio?
L’imputata principale è l’aterosclerosi delle arterie che portano il sangue al cuore. L’aterosclerosi forma delle placche di colesterolo all’interno del vaso sanguigno che restringe il suo lume fino a quando il sangue non ha più spazio sufficiente per passare. La conseguenza è la formazione di un coagulo che può causare
Quali sono i sintomi di un attacco di cuore?
Sebbene i sintomi non siano uguali, sia per tipologia che per intensità, in tutti i casi, solitamente si verifica:
- Oppressione toracica
- Dolore che si estende oltre il petto verso la spalla, il braccio sinistro, la schiena o anche fino ai denti ed alla mandibola
- Dolore toracico che aumenta di intensità
- Dolore allo stomaco
- Nausea e vomito
- Mancanza di respiro
- Sudorazione
- Sensazione di svenimento
I fattori di rischio dell’infarto
Le arterie coronarie portano sangue ossigenato e sostanze nutritive al muscolo cardiaco. Quando all’interno di una coronaria si formano delle placche aterosclerotiche, dovute ad un accumulo di colesterolo, può verificarsi una trombosi, ovvero un coagulo di sangue che occlude la coronaria nel punto della placca. Il coagulo ostruisce l’arteria favorendo l’accumulo di sangue che non riesce a passare l’ostacolo. L’arteria può, quindi, scoppiare all’improvviso. Se il coagulo non viene rimosso rapidamente, la zona di miocardio irrorata da quell’arteria muore e si verifica l’infarto.
Nella fase acuta dell’infarto possono insorgere delle aritmie e uno scompenso cardiaco.
Tra i vari fattori di rischio troviamo:
- Età
- Sesso
- Fumo
- obesità o sovrappeso
- mancanza di attività fisica
- abuso di alcol e caffeina
- pressione alta (ipertensione)
- colesterolo totale e/o colesterolo cattivo (LDL) elevati
- colesterolo buono (HDL) basso
- diabete