Quando si parla di riabilitazione oncologica, si fa riferimento a tutti quei percorsi che hanno lo scopo di riabilitare le persone e anche le loro famiglie che hanno vissuto, o stanno ancora vivendo, l’esperienza di un tumore.
Purtroppo, la riabilitazione oncologica non è stata ancora accreditata come una parte di percorso indispensabile per curare a pieno la malattia. Si dà troppe volte per scontato che, una volta guarita, una persona lo sia anche nella mente, cosa alquanto sbagliata.
Sin dall’inizio della diagnosi tumorale, il paziente dovrebbe venir seguito in tutto il percorso della malattia, della cura, delle eventuali recidive e, infine, della guarigione. Si deve studiare la storia della famiglia, i risvolti psicologici che potrebbero causare e orientare paziente e familiari a un recupero della normalità, per quanto possibile. L’approccio che si vuole raggiungere deve essere di tipo collaborativo e multidisciplinare, ovvero deve abbracciare diverse branchie della medicina.
Fino ad ora, la riabilitazione oncologica era rivolta al solo quotidiano, cioè, si cercava di far star bene il paziente nel momento in cui stava vivendo, pensando alla terapia da prescrivere per una tale complicanza, oppure gestire una menomazione improvvisa solo al momento della sua comparsa.
Grazie all’associazione delle persone che vivono questa condizione, i “riabilitatori” oncologici possono agire con più libertà, aumentando la prospettiva di vita dei pazienti e migliorandola decisamente.
Perché può essere utile la riabilitazione oncologica per il paziente?
La riabilitazione oncologica può essere utile al paziente per riacquisire gradualmente gli standard di vita precedenti alla diagnosi della malattia. L’obiettivo è quello di limitare al minimo il deficit cognitivo e psicologico, la disabilità fisica e il deficit funzionale, complicanze che si possono verificare in seguito a un tumore.
In base alle necessità del paziente, alle malattie concomitanti e all’età, vengono programmati dei percorsi riabilitativi oncologici su misura.
La riabilitazione oncologica si effettua in day hospital?
Il paziente si può recare presso strutture specializzate, con delle sedute quotidiane di un’ora, per almeno 2 settimane, oppure in ambulatorio, con sedute settimanali di una o 2 ore.
Nel primo caso, sarà necessario il ricovero. Gli esercizi svolti saranno da una parte fisici, per migliorare la capacità motoria, la resistenza fisica e la forza, dall’altra parte psicologica, per aumentare la resistenza alla fatica mentale. Quello che bisogna trasmettere al paziente è il modo giusto per fronteggiare la malattia e il controllo delle emozioni che possono scaturire di giorno in giorno, come la paura, lo stress, l’ansia.
Le sedute possono essere svolte con una combinazione di esercizi aerobici, da soli o anche in gruppo.
È fondamentale che il paziente sappia tutto sulla malattia che lo ha colpito, quindi, ci saranno sedute apposite con il medico e confronti aperti con gli altri compagni di percorso, per socializzare e non sentirsi troppo soli. Da degli studi effettuati, è emerso che fare attività motoria e stare in compagnia hanno migliorato nettamente lo stile di vita delle persone ammalate.
La qualità della vita percepita all’inizio del trattamento migliora in modo deciso dopo anche poche sedute di riabilitazione. Il tono dell’umore tende ad aumentare e i pazienti sono anche in grado di contenere il dolore.
Questo tipo di riabilitazione è efficace soprattutto in casi di tumore al seno, ai tessuti molli, al polmone, alla testa, al collo, al colon, tumori urologici, melanoma e tumori del sistema nervoso centrale.