Molti malati mentono ai loro medici. Piccole o grandi bugie sul loro stato di salute, sul rispetto delle terapie o sulle loro dipendenze, come consumo di alcool, fumo o abitudini alimentari. Questa "sindrome da Pinocchio", a lungo andare, rischia di compromettere la corretta valutazione medica.
Come ovviare a questa mancanza di sincerità? I medici dovrebbero poter parlare liberamente della salute del paziente con i famigliari per ottenere informazioni anche a insaputa del paziente stesso?
A offrire lo spunto di riflessione è un articolo di Abigail Zuger, specialista in malattie infettive presso il St. Luke’s Hospital Center e docente di Medicina alla Columbia University, a New York.
I limiti etici della comunicazione medico-paziente
Ricordando il caso di un paziente che negò il consenso di parlare con sua moglie, la quale aveva manifestato il desiderio di rivelare alcune informazioni sul marito, Zurger stesso individua tre vincoli fondamentali nella comunicazione tra medico e paziente:
– le conversazioni a insaputa del paziente sono sempre una pessima idea: non importa il motivo, deformano il rapporto medico-paziente trasformandolo in quello pediatra-bambino
– la maggior parte degli aspetti della salute del paziente sono considerati privati e non si possono discutere neanche con il coniuge, senza specifica autorizzazione
– in generale, non si può parlare della salute di una persona senza autorizzazione dell’interessato
La soluzione secondo Zurger? Saper ascoltare. I medici devono saper ascoltare, ricordare e interpretare parole e atteggiamenti dei loro pazienti. Insomma, la sincerità è uno degli ingredienti per stare bene!