Mediamente un italiano lavora 40 ore settimanali, cinque giorni su sette (o sei su sette, a seconda della mansione svolta).
Il monte ore aumenta se consideriamo gli straordinari e il tempo necessario per raggiungere il luogo di lavoro, che può essere anche di qualche ora al giorno per chi risiede nelle grandi città ed è costretto a percorrere lunghe distanze o a spostarsi con uno o più mezzi di trasporto.
Ciò significa che il tempo non destinato al lavoro della giornata di un lavoratore medio italiano si riduce a pochissime ore, che devono essere ripartite tra tempo libero, famiglia, vita privata e riposo notturno.
Cosa fareste se vi fosse data la possibilità di lavorare meno ore e meno giorni senza rinunciare al vostro stipendio?
Avere più tempo libero a disposizione vi consentirebbe di dedicarvi maggiormente a voi stessi, magari praticando uno sport, frequentando un corso di cucina/lingua, di dedicarvi alla vostra famiglia, di vedere più spesso amici e parenti, di organizzare vacanze o uscite fuori porta, o semplicemente di rilassarvi.
Sembra un’utopia, ma in realtà non lo è!
La riduzione delle ore e giorni lavorativi senza incidere sullo stipendio è un’ipotesi che sta prendendo largamente piede in Islanda. Come racconta la BBC, per 4 anni consecutivi (dal 2015 al 2019), a ben 2500 lavoratori pubblici con varie mansioni è stata data la possibilità di lavorare solo per 4 giorni a settimana, riducendo il monte ore settimanali e senza variare il salario previsto da contratto.
Come possiamo immaginare i risultati del test sono stati più che soddisfacenti: sia dal lato del benessere del lavoratore, sia dal lato della produttività stessa a lavoro.
Lavorare meno ore e meno giorni consente di concentrarsi appieno durante le ore destinate all’attività lavorativa, di distrarsi meno e di incrementare la produttività rispetto a condizioni in cui si richiede di lavorare per un numero elevato di ore, nonché di lavorare con meno stress e di dedicarsi maggiormente, nelle ore non lavorative, al proprio benessere, alla propria vita privata e alla propria famiglia.
Dati i sorprendenti risultati, i sindacati islandesi sono in attività per rinegoziare i contratti lavorativi, prevedendo una riduzione delle ore di lavoro senza alterare i valori salariali. Attualmente l’86% della forza lavoro pubblica islandese è passata a questa nuova forma di riduzione dei giorni lavorativi, ovvero di soli 4 giorni.
E in Italia?
L’Islanda dovrebbe essere un esempio per gli altri Stati, tra cui l’Italia, per attivare politiche contrattuali di settimane lavorative più brevi, nel settore pubblico e perché no in determinati settori privati, dove la tipologia di lavoro consente la possibilità di adottare questo tipo di strategia. Di certo ne gioverebbero tutti, persone, produttività lavorativa ed economia italiana.
In attesa che anche in Italia si attivino test di questo genere, non resta che organizzare al meglio la propria settimana lavorativa, cercando di vivere pienamente il tempo non destinato al lavoro.