Curatore scientifico: dr. Enrico Tempèra, specialista in gastroenterologia.
Impugnati forchetta e coltello, pronti a saziare il proprio appetito, gustando una ricca pietanza, ci si può ritrovare a fare i conti con un fastidio, un vero e proprio disturbo che ostacola il tanto desiderato pasto. Parliamo della difficoltà a deglutire correttamente, nota come disfagia, ovvero una sensazione di “blocco in gola”, tutt’altro che semplice da superare.
È così che la banale azione del masticare e mangiare diventa problematica, come mai si sarebbe pensato. L’ostruzione, infatti, incide notevolmente sulla qualità della vita di chi ne soffre, dando il via a un poco salutare compromesso con il cibo: mangiare in maniera ridotta, prediligendo sempre gli stessi alimenti più semplici da deglutire, con la conseguente perdita di peso, disidratazione e, nei casi più gravi, malnutrizione.
Non solo. Chi convive con il fastidio avverte anche un certo “peso” psicologico, dovendo rinunciare, ahimè, sempre più spesso ai momenti di convivialità e al mangiare in compagnia.
Stare meglio, quindi, diventa ben presto un imperativo. No alle perdite di tempo, è bene cogliere serenamente i campanelli d’allarme e rivolgersi al proprio medico, per capire insieme qual è la causa del fastidio e la soluzione più adatta al caso.
3 milioni di persone in Italia soffrono di difficoltà a deglutire, ma non lo sanno
Il numero lascia a bocca aperta e, ancor di più, il fatto che siano così tante le persone che ogni giorno convivono con il disturbo, sottovalutandone gli effetti, ignari delle cause.
In Italia, circa 500mila sono i casi di disfagia diagnosticati e a essere colpiti sono soprattutto uomini e donne sopra i 50 anni. Queste persone non associano i frequenti colpi di tosse, durante la deglutizione e la masticazione, al disturbo. Spesso, finiscono con l’evitare cibi a doppia consistenza, come il minestrone o la pastina, associando questi alimenti al fastidio senza farsi le giuste domande.
Il risultato? La dieta diventa sbilanciata, a favore di cibi con un valore nutrizionale insufficiente per stare bene, poco ricchi di proteine, fonte energetica fondamentale per la salute. Si finisce, quindi, con l’indebolirsi e avere un sistema immunitario meno forte e capace di contrastare le infezioni e i batteri, nemici del benessere.
Quando la disfagia è sottovalutata: le complicazioni
Come per tutti i disturbi, sottovalutare gli effetti della disfagia non è di certo un bene.
In primis, sarebbe opportuno parlarne con un medico per una diagnosi esatta. In secondo luogo, trovare la soluzione quanto prima.
Trascurare la difficoltà a deglutire, a lungo andare, provoca delle complicazioni, tra le quali:
- Perdita di peso e malnutrizione: mangiare solo alcuni alimenti, sacrificandone altri, non è la scelta corretta! Il nostro organismo, infatti, ha bisogno di tutte le vitamine, le proteine e i carboidrati necessari per svolgere le funzioni quotidiane!
- Disidratazione: non bere per non tossire? Grande, grandissimo errore: mai rinunciare agli 8 bicchieri d’acqua al giorno (se non di più!), si rischia così di non introdurre i liquidi richiesti dal nostro fabbisogno.
- Polmonite ab ingestis: se non ne avete mai sentito parlare, è bene che conosciate questa infezione, generata dall’introduzione accidentale di cibi all’interno dei bronchi. A volte, nel paziente disfagico, il cibo è aspirato nelle vie aeree, anziché incanalarsi correttamente nell’esofago. Questa complicazione è molto rischiosa per le persone anziane.
- Isolamento e disagio sociale: come già detto, non meno grave è l’effetto del fastidio sulla vita sociale dei pazienti colpiti. Si è quasi sempre più inclini a mangiare da soli, rinunciando a uno dei piaceri della tavola, ovvero la compagnia.
- Soffocamento: ultima complicanza, ma non meno importante, dovrebbe indurre chi ne soffre a non sottovalutare più le cause del disturbo.
Evitare queste complicazioni si può, con una diagnosi preventiva. Le cause che danno origine al fastidio possono essere diverse, legate a patologie o danni al sistema nervoso o a condizioni che provocano un restringimento dell’esofago.
Alcuni consigli per migliorare la deglutizione
Ottimismo e voglia di stare bene: questi sono i due ingredienti segreti per la buona salute!
Diverse possono essere le soluzioni per contrastare la difficoltà nel deglutire. Una terapia nutrizionale pensata ad hoc, con tutte le proteine, le vitamine e i minerali necessari, ma anche semplici consigli di postura.
Ad esempio, lo sapevate che la posizione della testa mentre si mangia può migliorare la deglutizione? È bene tenere il capo sempre flesso in avanti e, nei casi d’ipomobilità della lingua, fletterlo lateralmente.
Inoltre, bisogna stare seduti comodi, ben dritti, con un appoggio per gli avambracci (da tenere rilassati) e i piedi ben saldi per terra, con le gambe piegate a 90° per aumentare la stabilità. Lo stesso vale per i pazienti sulla sedia a rotelle, ai quali può essere dato un ulteriore sostegno dietro la schiena, con l’utilizzo di un cuscino, mentre per chi è a letto è bene assumere una posizione seduta, le gambe distese con una flessione delle ginocchia di 20°-30°. Gli avambracci vanno poggiati su un tavolino da letto.
Altro prezioso suggerimento è quello di mangiare lentamente, restando concentrati. Si può bere, ovviamente, ma solo dopo aver eliminato le tracce di cibo dalla bocca e dalla faringe. Se si è stanchi, meglio fermarsi, riposare un po’ e godere il pasto con più energie.
Ultimo consiglio? Dopo i pasti, non dimenticate di lavarvi i denti, per evitare la proliferazione di batteri nella bocca. Non ci resta che augurarvi buon appetito, ricordandovi che stare bene si può, imparando ad ascoltare sempre i segnali che il corpo ci manda!