Grande scoperta per combattere la sterilità: il segreto è nelle proteine Juno e Izumo

Davide Fusco | Blogger

Ultimo aggiornamento – 12 Gennaio, 2021

Le inarrestabili scoperte scientifiche

La scienza fa passi da gigante: problemi che prima sembravano montagne insormontabili, con le moderne tecnologie, vengono superati facilmente.

Un problema comune è quello dell'infertilità o meglio della difficoltà nel concepire: migliaia di coppie in tutto il mondo lottano ogni giorno per poter realizzare il sogno di diventare genitori.

Tantissime sono le variabili in queste situazioni, un vero enigma intricato.

Cosa sono Juno e Izumo?

Passi avanti riguardo questa tematica complessa sono iniziati circa nove anni fa, quando un gruppo di ricercatori giapponesi scoprì la proteina Izumo, presente sulla superficie dello spermatozoo, che è a tutti gli effetti una sorta di esca, di "calamita" per la cellula uovo. Il nome Izumo fu scelto in onore del tempio nipponico della dea dei matrimoni.

Una volta scoperta la proteina dello spermatozoo, bisognava necessariamente chiudere il cerchio, scoprendo anche quella femminile, della cellula uovo.

A distanza di quasi un decennio dalla scoperta di Izumo, i ricercatori britannici dell'Istituto Sanger del Wellcome Trust hanno finalmente trovato il tassello mancante. La proteina del gamete femminile, che permette la fecondazione insieme a Izumo, è Juno (dal nome della dea romana della fertilità Giunone).

La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature, è un vero passo avanti negli studi sull'infertilità e su possibili nuove forme contraccettive. Una ricerca importantissima, alla quale ha partecipato anche un'italiana: Enrica Bianchi.

Juno e Izumo, insomma, sono come due dei dell'Olimpo, che compenetrandosi, creano la vita: due ganci biologici, due tasselli che si uniscono, due parti che si fondono.

Juno e Izumo e la creazione di una nuova vita

Juno ha un'ulteriore peculiarità: una volta scelto lo spermatozoo fra i milioni che gli girano intorno, scompare improssivamente per circa 40 minuti, evitando di essere visibile ad altri spermatozoi. Juno sceglie il suo Izumo e il resto è storia nota: l'ovulo permette l'entrata di un solo spermatozoo, chiudendosi all'istante. Da questa fusione univoca si formerà l'embrione e successivamente il feto, che dopo nove mesi sarà pronto a venire alla luce.

Un incastro perfetto insomma, un puzzle biologico esemplare: se uno spermatozoo non ha la proteina Izumo non verrà mai intercettato dalla cellula uovo e viceversa quest'ultima, senza la proteina Juno, non potrebbe essere fecondata.

Il meraviglioso miracolo della vita inzia, quindi, con due proteine dai nome "divini". 

 

 

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Scritto da Davide Fusco | Blogger

Labirintico, multiforme e vario: scrivo incessantemente da quando ero poco più che un adolescente. Pazienti.it mixa sapientemente la mia passione per la scrittura con l'amore che ho per la comunicazione, nella fattispecie la comunicazione sanitaria.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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