Procreazione con Dna da 3 genitori promossa dal Parlamento inglese

Alessandra Lucivero

Ultimo aggiornamento – 11 Febbraio, 2015

In futuro, rispondere alla domanda “chi sono i tuoi genitori?” potrebbe diventare un po’ più difficile. Almeno in Gran Bretagna. È qui, infatti, che il premier David Cameron ha pronunciato il suo sì alla procreazione artificiale con Dna di 3 genitori diversi.

Ma come è possibile?

Non stiamo parlando di fantascienza, ma di scienza. È infatti possibile questo incrocio di Dna grazie ad alcune scoperte scientifiche fatte proprio in Inghilterra, con l’obiettivo di limitare l’insorgere di malattie genetiche più o meno gravi. Anche il Parlamento, lo scorso febbraio, si è detto convinto; diversa la posizione dei cittadini, relativamente perplessi e preoccupati che si possa essere di fronte a una “forzatura” etica. Il timore, infatti, è che in futuro nascano bambini come disegnati su misura.

Ma quali sono i rischi di questa scoperta scientifica?

Non molto si sa e, i rischi, quelli ci sono e sembrano preoccupare i più. Tra i tanti, per dirne alcuni, il cancro o l’invecchiamento precoce; è per questa ragione che i figli di questa tecnica dovranno sottoporsi per tutta la vita a controlli costanti. Il professor Paul Knoepfler, dell’Università della California, ha sottolineato infatti che ci si trova di fronte a un “territorio inesplorato che pone un rischio ignoto“.

Il problema principale deriverebbe dalle possibili interazioni fra mitocondri e Dna nucleare. L’unione di gameti maschili e ovulo, con una aggiunta di Dna mitocondriale di un’altra donna, potrebbe non essere poi la ricetta perfetta. L’obiettivo, pur nobile, è quello di far sì che accanto ai mitocondri della mamma malata ci siano quelli di una donna sana. In questo modo, diabete, distrofia muscolare e altre patologie ad alta familiarità potrebbero essere prevenute. C’e da dire, inoltre, che il Dna mitocondriale, al contrario dei geni, non influenza l’aspetto del piccolo, quindi questo ménage à trois rimarrebbe noto dentro le mura di casa.

Niente paura, dunque, il futuro nascituro avrà occhi e capelli familiari. Sorrisi a parte (e a parte anche i dubbi più cristiani), questa innovativa tecnica potrebbe rappresentare un grande passo avanti per la scienza. Speriamo, come sempre, che il passo non si dimostri più lungo della gamba.

Alessandra Lucivero
Scritto da Alessandra Lucivero

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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