Con ottobre parte a tutti gli effetti la stagione influenzale: una possibile variante che può circolare nel nostro paese è quella australiana, definita in questo modo perché “figlia” di quella che ha colpito, appunto, l’Australia.
La previsione è che possa colpire oltre 15 milioni di casi – l’anno scorso erano stati 14,6.
Vediamo quali sintomi può portare.
La situazione
Il primo caso italiano di influenza stagionale (del tipo H1N1pdm) è stato individuato a Novara, in un paziente stabile e in condizioni discrete; questo episodio, però, sembra derivare da un virus influenzale diverso da quello australiano.
I medici dell’ospedale novarese, infatti, hanno escluso che si possa trattare del tipo virale H3N2, variante che nell'emisfero sud del mondo ha causato una grave stagione influenzale e un elevato numero di ricoveri in terapia intensiva.
Tale variante, però, ha avuto comunque modo di presentarsi nel nostro paese con alcuni casi isolati in Lombardia.
Bisogna prestare attenzione, perché in Australia il virus ha provocato la seconda stagione influenzale più aggressiva degli ultimi 10 anni; il tipo H1N1pdm, invece, è un virus che non sembrerebbe manifestare un’aggressività maggiore rispetto a quanto riscontrato negli scorsi anni.
Quanto successo a Novara, però, indica che la stagione di circolazione dei virus influenzali in Italia è già cominciata.
Con lo scopo di monitorare la situazione, dal 14 ottobre l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha avviato la sorveglianza epidemiologica delle sindromi simil-influenzali attraverso la rete RespiVirNet: questa si avvale del contributo di medici di medicina generale e pediatri per osservare almeno il 4% della popolazione. La sorveglianza virologica è prevista per l'11 novembre 2024, con i primi dati attesi entro due/tre settimane dall'inizio.
Gli agenti patogeni che verranno monitorati sono i differenti virus influenzali (tipi A e B, nonché il sottotipo di appartenenza), il virus SarsCoV2, quello respiratorio sinciziale, i Rhinovirus, virus Parainfluenzali, l'Adenovirus, il Metapneumovirus, il Bocavirus e altri coronavirus umani diversi dal SarsCoV2.
I sintomi
Se la variante Australiana H3N2 dovesse cominciare a circolare in maniera massiva anche in Italia, occorre tener conto che si tratta di una variante particolarmente immunoevasiva, in grado di eludere parte delle difese del sistema immunitario.
Questo tipo di influenza può causare febbre oltre i 38 gradi, sintomi respiratori (come la tosse), naso che cola, occhi arrossati, dolori muscolari e articolari. Occorre, comunque, ricordare che, indipendentemente dal ceppo virale, i sintomi sono simili.
Qualora dovessero comparire queste condizioni, anche in contemporanea, è buona cosa consultare il proprio medico di base e utilizzare antinfiammatori con automedicazione responsabile (quindi senza eccessi).
Per anziani e pazienti fragili può essere utile un tampone per escludere il Covid, la cui cura richiederebbe l’uso dell’antivirale Paxlovid. Quest’ultimo è indicato per il trattamento di pazienti dai 18 anni in su, con infezione confermata da SARS-CoV-2, che non necessitano di ossigenoterapia e sono a elevato rischio di progressione a Covid severa – si tratta, ad esempio, di pazienti con patologie oncologiche, malattie cardiocerebrovascolari, diabete mellito non compensato, broncopneumopatia cronica e obesità grave.