8 cibi “essenziali” per prevenire le malattie

Elisabetta Ciccolella | Farmacista

Ultimo aggiornamento – 20 Aprile, 2017

È possibile ridurre le probabilità di sviluppare la malattia di Alzheimer e almeno altre 4 gravi patologie attraverso la dieta? La risposta a questa apparentemente difficile domanda sarebbe semplicemente SÌ.

In particolare, questa tesi viene sostenuta nel nuovo libro di John Mackey, CEO e co-fondatore di Whole Foods, “The Whole Foods Dieta: The Livesaving Plan for Healt and Longevity”, scritto a più mani con Alone Pulde e Matthew Lederman, e si basa sul concetto per cui la possibilità di prevenire molte patologie sia strettamente correlata al regime alimentare che scegliamo di seguire.

La dieta per non ammalarsi

In altre parole, secondo Mackey, la prevenzione di svariate malattie risulta semplice e fattibile, se mangiamo in modo sano prediligendo frutta e verdura e seguendo due semplici “regole”, cardini della sua stessa “teoria”:

  1. preferire cibi integrali ai cibi raffinati
  2. prediligere frutta e verdura rispetto agli alimenti provenienti dal mondo animale

Inoltre, secondo l’opinione di Mackey, è opportuno inserire quotidianamente nella propria dieta 8 cibi ritenuti “essenziali” dal Ceo di Whole Foods e dal suo team; questi alimenti sono:

  1. cereali integrali
  2. verdure ricche in amido
  3. fagioli e altri legumi
  4. noci e frutta secca
  5. verdure a foglia verde
  6. frutta e bacche
  7. verdure crucifere o brassicacee
  8. verdure non amidacee

Secondo Mackey, seguendo questo regime alimentare è possibile migliorare il proprio stato di salute e ridurre la probabilità di insorgenza di alcune patologie che rappresentano le più comuni cause di mortalità negli Stati Uniti.

Prevenire cancro, infarto e Alzheimer seguendo questi consigli

Questi sono i principali suggerimenti di Mackey e Lederman:

  • Patologie Cardiovascolari. Se si vogliono prevenire disturbi cardiaci, è opportuno preferire una dieta prevalentemente vegetariana. In particolare, secondo Lederman, per ottenere il risultato desiderato, addirittura il 90 percento del fabbisogno calorico giornaliero dell’individuo dovrebbe derivare da alimenti provenienti dal mondo vegetale.
  • Cancro. Le verdure crucifere sono ricche in glucosinolati, sostanze che, insieme a indoli e isotiocianati, risultano utili per contrastare l’attività di molecole cancerogene e, dunque, sono utili nell’inibire il possibile sviluppo del cancro: per questo, secondo Lederman, una dieta che contempli l’utilizzo frequente di queste verdure può essere considerata una sorta di strumento di protezione dalle neoplasie. Le principali verdure crocifere sono: cavolo cappuccio, cavolo verza, cavolo nero, cavolo rosso, cavolo riccio, broccoli, cavolfiori, cavoletti di Bruxelles, cavoli, ravanelli, rafano, senape e rucola.
  • Malattia di Alzheimer. Secondo Lederman, un’alimentazione ricca in frutti rossi può aiutare a contrastare il declino cognitivo. In particolare, i frutti rossi quali more, lamponi, fragole, mirtilli, ciliegie, ribes sono ricchi in molecole antiossidanti ed esercitano per questo un’azione protettiva rispetto alle demenze e possono quindi migliorare la salute cerebrale.
  • Malattie Autoimmuni. Nelle patologie autoimmuni, il sistema immunitario dell’individuo attacca erroneamente le cellule sane in un dato distretto dell’organismo. Svariati studi mostrano come una dieta tipicamente occidentale possa essere causa di una infiammazione generalizzata che favorisce, a sua volta, lo sviluppo di malattie autoimmuni. Inoltre, secondo Lederman, vari studi confermano che diete ad alto contenuto di fibre vegetali e acidi grassi polinsaturi (presenti in elevate concentrazioni in noci, semi di lino e semi di girasole) possono contribuire a ridurre le possibilità di insorgenza della sclerosi multipla, patologia autoimmune.
  • Morbo di Parkinson. Secondo Lederman, per prevenire il Parkinson, è opportuno adottare un regime alimentare a base di cibi ricchi in sostanze dall’attività antinfiammatoria. In particolare, benché l’eziologia del Parkinson sia sconosciuta, molti studi suggeriscono come la neurodegenerazione tipica del Parkinson sia strettamente correlata a processi infiammatori; secondo Lederman, preferire alimenti non eccessivamente trasformati potrebbe aiutare a ridurre i processi infiammatori, migliorare la circolazione sanguigna, eliminare le tossine e portare in modo corretto nutrimento alle cellule del nostro organismo. Inoltre, i risultati di alcuni studi, suggeriscono come chi mangia peperoni o mele, arance e frutti di bosco abbia meno probabilità di sviluppare il Parkinson.

In definitiva, Mackey e Lederman suggeriscono ciò che sappiamo da tempo: mangiare bene ci aiuta a stare meglio… e a prevenire le malattie: come affermava già nell’ottocento Feuerbach, “siamo ciò che mangiamo”!

Elisabetta Ciccolella | Farmacista
Scritto da Elisabetta Ciccolella | Farmacista

La salute è il bene più importante. Questo è ciò che credo e che, da brava farmacista, cerco di trasmettere ogni giorno ai pazienti con cui mi rapporto.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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