L’esofago-gastro-duodeno-scopia o, più semplicemente, gastroscopia è un esame importante ma purtroppo invasivo, che richiede l’attenzione sia del paziente – nella preparazione dell’esame stesso – sia del personale medico.
Cerchiamo dunque di capire in cosa consiste la preparazione per la gastroscopia.
Che cos’è la gastroscopia
Come abbiamo già anticipato, la gastroscopia è un esame abbastanza invasivo, effettuato mediante l’introduzione nella bocca di uno strumento (il gastroscopio) provvisto di telecamera e una sorta di pinzetta per raggiungere, attraverso l’esofago, il tratto digerente ed effettuare una diagnosi dei problemi a carico dell’apparato gastrico.
La telecamera serve ad ispezionare l’interno dello stomaco e la “pinzetta” è necessaria per prelevare pezzettini di tessuto (biopsia) che poi vengono inviati in laboratorio ed esaminati. In tal caso, siamo dinanzi a una gastroscopia con biopsia.
La gastroscopia prevede, dunque, l’introduzione di un apparecchio sottile e flessibile, il gastroscopio, nella bocca. Il diametro di solito è inferiore al centimetro e in cima vi è una videocamera con una forte luminosità. Lo strumento viene inserito nell’esofago, quindi passa nello stomaco e arriva sino alla prima parte del duodeno, cioè nell’intestino tenue. L’interno del tratto digestivo viene visionato su un apposito monitor, in modo da poter osservare bene quest’area e, se necessario, effettuare uno specifico trattamento.
Gastroscopia: preparazione all’esame
La preparazione per la gastroscopia prevede delle regole ben precise, a partire dall’alimentazione per arrivare alla scelta di una sedazione.
In primo luogo, è consigliabile parlarne preventivamente con il proprio medico di fiducia e informare il gastroenterologo di tutti i farmaci che quotidianamente vengono assunti. È di grande utilità preparare una lista di tutti i farmaci per le patologie di cui si soffre. In particolare, va comunicato a chi eseguirà l’esame diagnostico se si assumono medicinali per il diabete o se si prendono farmaci anticoagulanti, oppure se si è allergici a qualche medicinale specifico, così come si assume aspirina con regolarità.
Inoltre, è bene informare i medici se si è soggetti a problemi di sanguinamento o relativi ai tempi di coagulazione. Altre malattie che vanno espressamente dichiarate prima della gastroscopia sono quelle che interessano il cuore o i polmoni.
Il giorno dell’esame vanno portati con sé i referti di esami precedenti.
La dieta per la preparazione alla gastroscopia
Per eseguire la gastroscopia si deve essere a digiuno da almeno 8 ore, se l’esame viene fatto al mattino. È infatti ammessa solo una cena leggera il giorno precedente. Se tutto viene rimandato al pomeriggio, si può optare per una colazione a base di tè e fette biscottate, rigorosamente prima delle ore 8. A pranzo è ammissibile solo un bicchiere di tè con lo zucchero, da bere almeno due ore prima. La presenza di cibo nello stomaco potrebbe infatti impedire la visualizzazione corretta del tratto digerente, provocando a sua volta nausea e vomito.
Ricordate di farvi sempre accompagnare, specialmente se si opta per la sedazione profonda. Al paziente, infatti, può essere somministrato un sedativo per endovena oppure un anestetico locale.
Perché e quando effettuare l’esame
La gastroscopia viene eseguita quando vi è il sospetto della presenza di una patologia a livello del tratto digerente quindi nell’esofago, nello stomaco oppure nel duodeno. Questo delicato esame diagnostico può essere prescritto dal medico in caso di:
- Emorragie dalla bocca (ematemesi), nelle feci (melena)
- Anemia
- Dolore e/o bruciore retro sternale, accompagnati anche da rigurgito e da mancanza di appetito
- Nausea, vomita spesso, difficoltà di deglutizione (disfagia)
- Dimagrimento anomalo
Non solo. Anche se vi è il sospetto di alcune patologie, è possibile che venga prescritta una gastroscopia. Tra queste:
- Esofagite
- Esofago di Barrett
- Cirrosi epatica
- Ipertensione portale
- Neoplasie all’esofago o gastriche
- Gastrite
- Ulcera gastrica o duodenale
In alcuni casi si può eseguire la gastroscopia per monitorare l’evoluzione di una malattia già diagnosticata, per constatare se la terapia prescritta sia efficace oppure no.
L’esame può essere effettuato per trattamenti per via endoscopica, come:
- Distensione di stenosi esofagee
- Rimozione di polipi o di altri corpi estranei
- Arresto di emorragie interne
- Iniezione di farmaci
- Collocamento di presidi terapeutici
Vi è poi la gastroscopia con biopsia, necessaria per prelevare campioni di tessuto volti alla ricerca di infezioni da Helicobacter pylori, per verificare le funzionalità dell’intestino e per diagnosticare tessuti dall’aspetto anomalo, nei casi di celiachia per esempio o di lesioni pre-tumorali oppure tumorali. Inoltre, si tratta di uno screening fondamentale dopo i 40-45 anni per verificare se vi sono malattie che di solito si sviluppano con l’età.