L’encefalite autoimmune è una forma molto rara di encefalite, che consiste in un’infiammazione del cervello di origine batterica, virale, fungina o protozoaria. Di questa patologia non si conosce ancora molto, infatti, le cause sono sconosciute, ma è noto che può insorgere più frequentemente nei bambini e nelle giovani donne.
Il problema principale di questo tipo di encefalite risiede nel fatto che spesso i sintomi sono confusi con altre manifestazioni neurologiche. Infatti, l’encefalite autoimmune insorge in maniera graduale, con una semplice influenza, per poi presentare sintomi più gravi. Vediamo quali sono e come si può contraddistinguere.
Cos’è l’encefalite autoimmune?
L’encefalite autoimmune è da considerarsi una malattia non solo rara, ma anche recente. I primi casi sono infatti stati diagnosticati a partire dal 2007. Il termine specifico di tale patologia è encefalite autoimmune del recettore anti-NMDA e consiste in una forma molto grave di encefalite, potenzialmente letale e che altera il sistema immunitario contro i recettori NMDA del cervello, causando gonfiori e forti infiammazioni.
Tale malattia è considerata autoimmune perché causa una risposta immunitaria anomala contro l’organismo stesso. L’encefalite autoimmune può insorgere nei bambini, ma più spesso nelle giovani donne.
Perché i sintomi dell’encefalite autoimmune possono essere confusi?
Di recente, è stata effettuata una specie di divisione delle malattie che colpiscono i bambini e che si manifestano con sintomi molto simili alle psicosi, per chiarire gli aspetti più in ombra che caratterizzano tali patologie. Le due denominazioni utilizzate per identificare tali disturbi sono:
- PANDAS, dall’acronimo in inglese che significa “disturbi neuropsichiatrici infantili autoimmuni associati a infezioni da streptococco“.
- PANS, cioè “sindrome neuropsichiatrica infantile ad insorgenza acuta“.
L’insorgenza di queste malattie può essere facilmente confusa perché simile al raffreddore o all’influenza.
I sintomi dell’encefalite autoimmune
Per esempio, l’esordio dell’encefalite autoimmune è caratterizzata da:
- febbre
- sinusite
- mal di testa
- sbalzi d’umore
Tuttavia, con l’evolversi della malattia si riscontrano anche:
- allucinazioni
- tremori
Tali sintomi possono essere scambiati con problemi neuropsichiatrici e ciò porterebbe alla prescrizione di una cura errata a base di sedativi e psicofarmaci, che non intervengono direttamente sulla malattia, lasciandola intonsa e libera di progredire.
Quali sono le cause dell’encefalite autoimmune?
I principali segni dell’encefalite autoimmune si sviluppano a causa di una modificazione genetica, che non permette al sistema immunitario di riconoscere lo Streptococcus pyogenes in qualità di agente patogeno. Ecco perché il batterio può proliferare e agire senza che l’organismo lo attacchi, permettendogli di sviluppare i sintomi simili all’influenza all’inizio, e di intaccare l’encefalo in seguito.
Con la progressione della patologia, il batterio scatena delle reazioni simili al disturbo psichico proprio perché va ad intaccare il cervello.
Le testimonianze: i pazienti colpiti da encefalite autoimmune
I primi casi furono scoperti a Philadelphia. Il sintomo principale descritto dalle pazienti era un forte bruciore al cervello, come se lo avessero in fiamme. I primi sintomi della malattia consistono in un rapido cambiamento della personalità, alternando stadi di turbolenza estrema a catatonia totale.
Emily Gavigan, una delle pazienti che ha sofferto di encefalite autoimmune, ha spiegato di essere diventata improvvisamente paranoica e maniacale fino al punto di pensare di essere seguita dai camion. Inoltre, le era impossibile controllare i movimenti del braccio.
Tutto lasciava pensare al peggio, quando la paziente è stata sottoposta a un test sviluppato dai ricercatori di Penn, grazie al quale sono riusciti a diagnosticare la malattia e ad elaborare il giusto trattamento, della durata di svariate settimane.
Secondo il medico Dalmau, di Philadelphia, l’errore più comune, e anche il più grave, è quello di considerare il paziente affetto da un disturbo psichiatrico.
Un altro caso particolarmente emblematico è quello di Susannah Cahalan, una donna di 24 anni. La ragazza, in un periodo felice della sua vita, ha cominciato a soffrire di allucinazioni, convulsioni, disturbi della personalità, psicosi e catatonia. Oltre a tali sintomi, aveva problemi a controllare i movimenti del corpo e lasciava persino la lingua a penzoloni negli stati di catatonia.
Alla donna, nel tentativo di capire l’origine di quei disturbi, è stato diagnosticato di tutto, dalla sindrome di astinenza da alcool, al disturbo bipolare, per poi essere ricoverata nel reparto di epilessia di un ospedale psichiatrico. Dopo diverso tempo, il dottor Souhel Najjar, professore associato di neurologia alla New York University Medical Center, incontrò la donna per la prima volta, constatando come la paziente fosse regredita ad uno stadio praticamente animalesco, emettendo grugniti e tirando calci e pugni a chi si avvicinava.
Fu proprio il dottor Najjar a capire con un test di psichiatria standard che la donna non era affetta da un disturbo psicologico, ma da una malattia di origine organica. Il test consisteva nel far disegnare alla paziente il quadrante di un orologio. Susannah riuscì a disegnare solo metà quadrante. Grazie a questo, il medico è riuscito a capire che il lato destro del cervello di Susannah era infiammato. Una biopsia confermò l’ipotesi del medico e a Susannah fu diagnosticata l’encefalite autoimmune.
Nuova diagnosi, nuove speranze per la cura della encefalite autoimmune
Secondo il dottor Najjar circa il 90% dei pazienti che soffre di tale malattia non riceve le cure adeguate a causa di una mancata diagnosi corretta. A questo punto, il medico ha ipotizzato come molte forme di schizofrenia, disturbo bipolare, disturbo ossessivo compulsivo e depressione potrebbero in realtà essere provocate da stati infiammatori del cervello. Ecco perché sono necessarie ulteriori ricerche a riguardo.
Le patologie di questo genere, di cui oggi non si sa ancora molto specialmente sulle cause, potrebbero essere dei sintomi di malattie autoimmuni curabili e trattabili ciclicamente.