Dite addio ai più famosi coniglietti del mondo.
Lo scorso 12 ottobre Playboy Magazine ha annunciato un rinnovamento del proprio design. Tra le novità spicca la scomparsa di donne nude tra le pagine della rivista.
Playboy, come cambia la pornografia
“Il grande successo di Playboy era legato alla legittimazione di immagini sessualizzate nel contesto di una buona narrativa, con articoli interessanti ed interviste innovative”, spiega Kim Wallen, psicologo presso la Emory University di Atlanta. “Ma comunque non sarebbe mai stato in grado di vendere queste copie e far apprezzare i propri contenuti scritti, senza la presenza di donne nude, il motivo che ha da sempre spinto la maggioranza degli uomini a comprarlo”.
Alla fine però, anche le immagini di nudo non sono state sufficienti per trattenere i lettori. La rivista, esplosa tra il grande pubblico nel 1953 con scatti di nudo di Marilyn Monroe, perde lettori ormai da anni, essenzialmente per la crescita della pornografia su internet. Oggi, infatti, basta un clic per avere a propria disposizione, in tempo reale, una varietà di immagini sessuali enorme.
Alcuni scienziati stanno ora studiando gli effetti della pornografia sulle persone, come questa faccia emergere tendenze sorprendenti e insieme inquietanti. Ecco alcune modalità attraverso cui la pornografia influisce sul cervello umano.
Il cervello chiede sempre di più
Insieme a mangiare, bere e dormire, il desiderio sessuale è una delle pulsioni umane fondamentali.
“Le pulsioni sessuali attivano zone del cervello, ad esempio il sistema limbico, che controllano anche emozioni di base come la paura e la rabbia”, spiega Joseph J. Plaud, psicologo forense in una clinica di Boston, che ha studiato gli effetti della pornografia sul cervello.
Quando le persone guardano immagini erotiche, la dopamina inonda queste particolari regioni del cervello, provocando intense sensazioni di piacere. Nel corso del tempo, poi, le persone associano direttamente le immagini alle sensazioni piacevoli.
Quando la risposta di piacere viene attivata più volte, c’è bisogno di immagini ed esperienze erotiche sempre più intense, per ottenere una risposta di piacere adeguata: “Quando aumenta la richiesta di piacere, si ha bisogno di esperienze sempre più esplicite”, sostiene Plaud.
L’incredibile contrazione del cervello
Uno studio condotto nel 2014 e poi pubblicato sulla rivista JAMA Psychiatry ha evidenziato come le esperienze pornografiche possono davvero ridurre il cervello. Negli uomini che hanno regolarmente avuto a che fare con materiale pornografico, è stato riscontrato un volume del cervello inferiore e minori connessioni nervose, rispetto a uomini che non hanno mai guardato immagini pornografiche.
Secondo alcuni ricercatori, però, è possibile che questa regione del cervello si riduca semplicemente perché chi si abitua alla visione di immagini pornografiche, le trova poi sempre meno gratificanti. Inoltre, queste zone del cervello sono più piccole in soggetti depressi o alcolizzati, persone che sono socialmente più inclini a servirsi di materiale pornografico.
Il bivio della concentrazione visiva
Secondo quanto riportato da uno studio del 2012 sul Journal of Sexual Medicine, guardare materiale pornografico può anche acquietare una parte del cervello che elabora le immagini visive.
Non è chiaro il motivo per cui questo accada, ma i ricercatori hanno ipotizzato che il cervello devii il flusso di sangue dalla corteccia visiva per concentrarsi su questioni più “urgenti”. Chi guarda immagini pornografiche è concentrato sugli aspetti erotici più che su dettagli dello sfondo.
Una persona che sta scrutando l’orizzonte per scorgere nei particolari potenziali pericoli, avrebbe seri problemi ad essere eccitato. Per eccitarsi davvero dunque, sostengono i ricercatori, c’è bisogno di sensazioni di sicurezza e quella libertà di rivolgere il proprio sguardo dove si preferisce, senza la necessità di concentrarsi altrove.
Mentalità a breve e lungo termine
Uno studio recentemente pubblicato sul Journal of Sex Research ha evidenziato come guardare immagini pornografiche può far apprezzare godimenti immediati e non molto a medio-lungo termine.
Le persone alle quali è stato chiesto di astenersi da materiale pornografico per tre settimane hanno mostrato una grande disposizione ad attendere a lungo, per godere poi di una migliore ricompensa.
Così, non avere a che fare con materiale pornografico può mettere molte persone nelle condizioni di sviluppare una mentalità di prospettiva al godimento a lungo termine.
La pornografia: un problema oppure no?
Il ricorso alla pornografia è una dipendenza malsana che rovina gli uomini e le loro relazioni, o è una normale abitudine sessuale cui molti uomini e donne ricorrono per aumentare il proprio piacere? La pornografia può effettivamente essere un problema. Uno studio pubblicato sulla rivista Psychology of Addictive Behavior ha rivelato che il grande ricorso a materiale pornografico e la percezione di essere “dipendenti dal porno”, possono essere aspetti legati ad evidenti disagi psicologici.
Diversamente da quel che si può pensare, però, molti uomini che fruiscono di materiale pornografico hanno poi comunque considerazioni positive sulle donne, spesso anche migliori rispetto a uomini che non guardano immagini erotiche. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Sex Research gli uomini che hanno a che fare con la pornografia hanno un punto di vista più favorevole degli altri sulle donne in carriera, quelle con incarichi di responsabilità e le donne che hanno avuto un aborto.
Questi dati possono essere casuali, così come i risultati di un’altra ricerca del 2012, pubblicata sulla rivista Sex Roles che evidenzia come le donne siano meno felici e provino meno piacere nel rapporto con uomini abituati a guardare materiale pornografico, rispetto a relazioni con uomini che non hanno a che fare con immagini hard.
Anche se molti scienziati sono divertiti dagli effetti che la pornografia ha sul cervello, esistono ancora molti aspetti della questione che necessitano di risposte scientifiche, come l’effetto a lungo termine che la pornografia può avere sui più giovani: “Ormai siamo inondati da una tale quantità di materiale pornografico che chiedersi quale effetto possa avere sul cervello umano è una domanda dalle grandi implicazioni per il futuro”, sostiene Plaud.