Il mondo della genetica è assai complesso quanto affascinante, fatto di genomi, cellule, cromosomi, geni, Dna e tanto altro.
Per comprendere la molteplicità di informazioni trattate da questa scienza è sufficiente pensare che, anche da un punto di vista genetico, gli esseri viventi sono tutti differenti tra di loro, con similitudini all’interno della popolazione di appartenenza e differenze con le altre nazionalità.
Questa scienza, almeno da un punto di vista informativo, sembra essere diventata più semplice. Vediamo perché.
PopHuman: l’enciclopedia genetica digitale
Di recente, per gli addetti ai lavori è possibile accedere a molte informazioni del campo genetico consultando PopHuman, l’enciclopedia genetica digitale per eccellenza.
PopHuman, presentata dai ricercatori dell’università di Barcellona sulla rivista Nucleic Acid Research, è il risultato di un lungo e complesso studio condotto su ben 1.000 genomi, da cui derivano oltre 2.500 sequenze genetiche relative a 26 popolazioni del mondo, a cui corrispondono oltre 84 milioni differenze genetiche.
Effettuare una ricerca su PopHuman è un’operazione semplice ed intuitiva, alla stregua delle ricerche che quotidianamente effettuiamo su Google, il motore di ricerca per eccellenza.
Grazie a questo immenso atlante sulla genetica umana, i ricercatori hanno la possibilità di acquisire in rete importanti informazioni in merito a:
- Processo di evoluzione della specie umana
- Caratteri ereditari
- Rapporto dell’uomo con ambiente
- Processi di selezione naturale
- Differenze tra diverse popolazioni
- Differenze all’interno della stessa popolazioni
- Evoluzione di malattie ed epidemie
Genetica: un nuovo business?
La genetica è un vero e proprio patrimonio personale che contraddistingue ciascun individuo e lo associa a determinate popolazioni piuttosto che ad altre: alla nascita ognuno di noi acquisisce un corredo genetico differente anche dai parenti prossimi (ad es. genitori, fratelli, cugini).
Questa complessa scienza è diventata un tema di particolare interesse per importanti aziende multinazionali che operano prevalentemente o esclusivamente in rete. Parliamo di nomi noti a tutti, come Facebook, Google, Amazon e Mircosoft. Insomma, l’associazione tra genetica e mondo virtuale potrebbe apportare – seppur secondo una stima approssimativa – a un giro d’affari della portata di oltre 340 milioni di dollari.
Sono infatti in corso d’opera una serie di progetti che propongono l’associazione a profili social di informazioni prettamente genetiche. Trascurando temporaneamente il tema privacy, un’operazione del genere permetterebbe alle aziende farmaceutiche la possibilità di avere un’immediata scansione del genoma di ciascun individuo, nonché l’eventualità di creare dei farmaci ad hoc per contrastare l’eventuale evolversi di una malattia o il diffondersi di una epidemia tra la popolazione di appartenenza.
Non è da escludere, dunque, che tra qualche decennio il nostro patrimonio genetico sarà alla portata di tutti sul nostro profilo Facebook, al pari di foto, video, eventi e tutto ciò che riguarda la nostra vita privata e sociale.
Insomma, la direzione è molto chiara. La ricerca – e i big dei web 2.0! – si stanno muovendo verso una vera e propria “customizzazione” delle esigenze degli utenti, per sfrutturare (positivamente) quella inestimabile, e per adesso misteriosa, mole di informazioni contenute nell’acido desossiribonucleico.