Poliomielite, il Commissario UE: “L’Europa è a rischio”

Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it

Ultimo aggiornamento – 15 Giugno, 2017

Poliomielite: pericolo diffusione in EU

Per quanto riguarda la poliomielite, l’Europa può considerarsi polio free ormai dal lontano 2002. Questo status ora è a rischio, a causa della bassa immunità della popolazione e delle lacune di immunizzazione, anche e soprattutto nei paesi Ue“. Così il Commissario europeo per la Salute, il lituano Vytenis Andriukaitis, intervenuto ieri a Bruxelles, che non ha mancato di sottolineare come “ogni anno nel mondo le vaccinazioni salvano dalla morte una cifra di circa 2,5 milioni di persone”, nonostante gli investimenti in questo campo siano ancora insufficienti per sperare in una progressiva eliminazione globale di alcuni malattie.

La gravità di una possibile diffusione della poliomielite è ben testimoniata dal fatto che, solo a titolo di esempio, in Olanda e Belgio, rappresenta l’unico vaccino obbligatorio per legge. Anche in Italia, vale la stessa regola: la vaccinazione contro la poliomielite è tra le obbligatorie, e già lo era prima dell’emanazione del decreto del Governo del 19 maggio scorso riguardanti l’obbligo di vaccini nelle scuole dell’Infanzia e Primarie.

Poliomielite, di cosa si tratta

Descritta nel 1789 dal britannico Michael Underwood, la poliomielite è stata registrata per la prima volta in forma epidemica nell’Europa dell’inizio del XIX secolo e, pochissimi anni dopo, nel Nuovo Continente. Il picco di diffusione della poliomielite, altrimenti della polio, si è avuto negli USA nel 1952, con oltre 21mila casi registrati. Solo nel nostro Paese, invece, nel 1958 vennero notificati ben 8mila casi: non è un caso che la poliomielite fosse la malattia infantile più temuta del XX secolo. Ancora oggi diffusa in Nigeria, Pakistan e Afghanistan, l’ultimo caso americano risale al 1979, mentre nel Italia è stato notificato nel 1982.

Ma di cosa si tratta, nello specifico? Possiamo definire la poliomielite come una gravissima patologia infettiva altamente contagiosa che colpisce il sistema nervoso centrale, in particolare i neuroni motori del midollo spinale. Sebbene possa presentarsi in modo asintomatico o come una semplice infezione febbrile aspecifica, i suoi effetti possono portare, oltre che a banali disturbi gastroenterici, alla tipica paralisi flaccida asimmetrica, per essere poi fatale nel 2-10% dei casi.

Il contagio avviene principalmente per via oro-fecale, attraverso l’ingestione di acqua o cibi contaminati o tramite la saliva emessa con semplice colpi di tosse e da soggetti ammalati o, eventualmente, anche da portatori sani. Il poliovirus, responsabile della trasmissione della malattia, si moltiplica così nella mucosa oro-faringea, nell’intestino e nei tessuti linfatici.

L’uomo rappresenta l’unico serbatoio naturale del virus della poliomielite, e può colpire persone di tutte le età, nonostante si verifichi una maggiore incidenza tra i bambini di età inferiore ai 3 anni. Sono numerosi i fattori di rischio che portano allo sviluppo della malattia. Tra questi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, cita:

  • Immunodeficienza
  • Gravidanza
  • Rimozione delle tonsille
  • Esercizio fisico vigoroso e/o esagerato
  • Ferite o lesioni

Polio: cosa sta succedendo in Italia

Nonostante anche il nostro Paese possa a ragione definirsi polio free, sono ancora 5000 i bambini che ogni anno non vengono vaccinati contro la poliomielite, così come per il tetano o la difterite. I numeri crescono se si guarda a chi non riceve la profilassi all’età giusta contro rosolia e morbillo. Non solo, dal Ministero della Sanità emerge che le vaccinazioni sono infatti cresciute nel periodo 2000-2007, quindi rimaste stabili fino al 2012, e diminuite in modo preoccupate dal 2012 al 2014. Un calo con una flessione più importante in alcune regioni.

Una situazione definita grave, dagli stessi vertici UE, nonostante – come dichiarato dall’Istituto Superiore di Sanità – la minaccia poliomielite sia stata dichiarata come ormai cessata.

Anche il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi, aveva già lanciato l’allarme nei giorni scorsi, sottolineando come il calo delle vaccinazioni obbligatorie avrebbe potuto rappresentare un fattore di rischio per casi di polio e difterite, in aggiunta a quelli di pertosse e morbillo già presenti.

Cosa aspettarsi dal vaccino?

Il vaccino si esegue in tre fasi nel primo anno di vita e un richiamo successivo, intorno ai 5-6 anni. La copertura dura tutta la vita. Dopo la vaccinazione non si avvertono particolari fastidi e solo nel 20% dei casi si verifica gonfiore e rossore locale. Talvolta, febbre.

In meno di un caso ogni milione di vaccinati si può presentare shock anafilattico (una reazione allergica grave con difficoltà di respiro).

Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it
Scritto da Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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