In un anno ingeriamo 70mila particelle di plastica: lo dice uno studio

Giorgia Lagattolla | Blogger

Ultimo aggiornamento – 16 Luglio, 2018

plastica negli alimenti: come evitarla?

Uno dei materiali più diffusi sul nostro pianeta è sicuramente la plastica: versatile, economica, resistente, malleabile e ormai impiegata per gli utilizzi più disparati.

Ma sapete che durante un pasto di soli 20 minuti ne ingeriamo più di 100 microparticelle? Questo è lo sconcertante risultato di un nuovo studio svolto dall’Università Heriot-Watt di Edimburgo.

Secondo i dati ricavati, in un anno, inghiottiamo circa 70.000 particelle di microplastica, potenzialmente cancerogene e nocive per la nostra salute. Dunque, parliamo di plastica negli alimenti (ma non solo).

Da dove provengono le particelle di “microplastica”

Ingeriamo 70 mila particelle di microplastica in un anno? Sì, avete capito bene: è uno studio autorevole ad affermarlo.

Ma da dove provengono? Vi verrà spontaneo rispondere a questa domanda dando la colpa alle confezioni di plastica che contengono il cibo e le bevande che compriamo al supermercato, e senza dubbio una delle fonti principali sono proprio gli imballaggi monouso e i contenitori plastificati.

Tuttavia, gli studi più recenti, svelano che la provenienza della microplastica è da ricercare anche nell’aria e nella polvere presente nelle nostre case e negli ambienti dove i prodotti alimentari vengono lavorati.

La microplastica nasce infatti della frammentazione nell’aria di particelle plastiche derivanti da tessuti in microfibra, scrub con microsfere di plastica, rifiuti abbandonati sulla terraferma, in mare, e molto altro ancora.

Una ricerca della Lund University ha mostrato come queste minuscole fibre di plastica riescano a raggiungere il tessuto cerebrale della fauna marina, a partire dalle alghe e dal plancton, fino ad arrivare ai pesci più grandi, che finiscono poi sulle nostre tavole. Non solo: acqua, birra, sale e miele sono solo alcuni dei tanti alimenti contaminati dalla plastica che consumiamo ogni giorno.

Inoltre, sembrerebbe che gli Stati Uniti e l’Europa abbiano due dei tassi più elevati per quanto riguarda l’impurità dell’acqua potabile (94.4% per gli USA e 72.2% per i Paesi dell’EU), che raddoppia se si prende in considerazione l’acqua imbottigliata – pensate che secondo il Consorzio italiano Compostatori (Cic) il 5% dei rifiuti organici che raccogliamo tramite la differenziata, sono composti da materiale plastico. Attenzione, ciò non significa assolutamente che l’acqua, almeno in Italia, non sia potabile, anzi.

Riuscite ad immaginare quante sostanze nocive assorbe il nostro corpo per ogni pasto che consumiamo?

Le conseguenze sulla nostra salute (e come proteggerci)

Trattandosi di scoperte piuttosto recenti, non ci sono ancora dati certi sulle conseguenze che questo fenomeno può avere sulla nostra salute e sul nostro corpo.

La minaccia è però più che mai concreta: la plastica infatti, contiene grandi quantità di ftalati e di bisegolo A (interferenti endocrini), che agiscono sui nostri ormoni causando cancro alla prostata e al seno, e aumentano le percentuali di difetti di nascita, problemi al sistema immunitario, anomalie nella crescita durante l’infanzia, diabete ed obesità.

Considerate l’entità e le fonti della contaminazione, evitare completamente di ingerire queste sostanze nocive è pressoché impossibile.

Ci sono però degli accorgimenti che possiamo adottare per ridurre le quantità di microplastica nel nostro organismo, e un passo avanti in questo senso è stato quello di prevedere sanzioni per gli esercizi che utilizzano sacchetti di plastica non conformi alla normativa europea UNI EN 11432.

Nella nostra dimensione personale e quotidiana, per salvaguardare il nostro benessere, possiamo:

  • Utilizzare solo buste della spesa riutilizzabili e/o biodegradabili
  • Diminuire l’utilizzo di prodotti alimentari e bevande in confezioni di plastica
  • Non utilizzare contenitori di plastica nel microonde
  • Prediligere tende per la doccia, tovaglie e tovagliette di stoffa
  • Evitare l’utilizzo di piatti, posate e bicchieri monouso in plastica

Prestando attenzione a queste piccole accortezze, proteggeremo non solo il nostro corpo e la nostra salute generale, ma anche l’ambiente che ci circonda, riducendo così l’inquinamento… che ormai ha preso il sopravvento!

Giorgia Lagattolla | Blogger
Scritto da Giorgia Lagattolla | Blogger

Da avida lettrice di articoli giornalistici, ho imparato a formulare testi sapendo cosa cerca un lettore: chiarezza, semplicità, informazioni chiave per risolvere i propri dubbi. Il mio obiettivo su Pazienti.it è quello di sensibilizzare il pubblico al benessere e alla salute del nostro corpo.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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