Perdita della vista: quando la causa è il diabete

Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche

Ultimo aggiornamento – 11 Novembre, 2021

Diabete e retinopatia diabetica: la perdita della vista

Il diabete è una patologia endocrina di cui esistono diverse forme, le più conosciute sono il tipo 1 e il tipo 2. Esistono però anche il diabete gestazionale, che generalmente scompare dopo il parto, e altri tipi più rari.

Quali sono le cause? E quali i rischi associati? Vediamolo insieme.

Problemi di vista: attenzione al diabete

I fattori responsabili della comparsa del diabete sono sia genetici sia ambientali. Tra i secondi rientra lo stile di vita, soprattutto per il diabete di tipo 2. La sedentarietà e il consumo di cibi processati sono responsabili del crescente numero di individui in sovrappeso e obesi, soprattutto in età pediatrica, che desta preoccupazione per il futuro.

Gli studi indicano che il diabete è in continuo aumento, così come alcune delle sue complicanze, tra cui la retinopatia diabetica. Il timore è che il diabete diventi, in un futuro non molto lontano, un problema socio-sanitario ben più grande di quello che è attualmente, gravando enormemente sulla spesa sanitaria.

La retinopatia diabetica è una complicanza che conduce a ipovisione o a cecità. Il diabete rappresenta, infatti, la principale causa di cecità acquisita in età adulta nei paesi sviluppati. Sottoponendosi a controlli routinari, però, è possibile identificare quali pazienti sono a rischio per lo sviluppo della retinopatia e attivare la prevenzione.

Trascurare i controlli, invece, espone al rischio di accorgersi tardivamente della comparsa dei primi sintomi e, dunque, di poter solo tentare di rallentare il progresso della patologia.

Retinopatia diabetica: stadi, cause e cure

Il decorso della retinopatia avviene per fasi e i fattori che influenzano la progressione sono: lo scarso controllo della glicemia, l’ipertensione arteriosa, la durata del diabete e la gravidanza.

Un buon controllo glicemico e della pressione arteriosa permettono di prevenire o ritardare la retinopatia, ma occorre aggiungere ulteriori controlli. Lo screening retinografico è un utile strumento preventivo, che consente di diagnosticare la retinopatia in fase precoce e, quindi, di conservare la vista.

Nelle fasi più avanzate, in cui la vista è già parzialmente compromessa, la progressione della retinopatia può essere rallentata grazie alla riabilitazione visiva, con la quale il paziente impara a sfruttare al meglio la funzionalità residua della retina.

Tutti i rischi del diabete

La forma più diffusa di diabete è il tipo 2 o diabete dell’adulto, che insorge solitamente dopo i 40 anni, sebbene si stia registrando un’anticipazione della comparsa della malattia, probabilmente a causa del sempre più diffuso stile di vita malsano. Ricordiamo che, oltre alla predisposizione genetica, anche i fattori ambientali connessi allo stile di vita (ridotta attività fisica, sovrappeso e obesità) sono importanti nella sua eziopatogenesi.

Uno dei campanelli d’allarme, che dovrebbe convincere a sottoporsi a controlli periodici e a cambiare le brutte abitudini è l’alterata tolleranza glicemica, che viene considerata una condizione di pre-diabete. Questa non implica che si svilupperà necessariamente il diabete, ma è un fattore predisponente.

Il diabete giovanile, invece, è il diabete di tipo 1 e, diversamente dal tipo 2, è dovuto a un processo autoimmune che interessa il pancreas e che provoca la distruzione delle cellule secernenti l’insulina. I fattori di rischio sono la predisposizione genetica, le infezioni virali e l’esposizione ad alcune tossine e cibi. Altri tipi di diabete sono invece associati a difetti genetici, ad altre malattie endocrine, alle infezioni e ai farmaci.

Il diabete gestazionale, che insorge in gravidanza in donne non precedentemente affette, espone al rischio di ipertensione, preclampsia e costituisce esso stesso un rischio per lo sviluppo di diabete di tipo 2 dopo la gravidanza. Anche il feto subisce gli effetti del diabete gestazionale, può sviluppare complicanze neonatali e avere un maggior rischio di diventare un soggetto obeso e insulino-resistente durante l’adolescenza e diabetico di tipo 2 nell’età adulta.

Qualsiasi sia il tipo di diabete, l’obiettivo della terapia farmacologica, del regime alimentare appropriato e dell’adeguata attività fisica è quello di ottenere un buon controllo glicemico, riducendo così il rischio di sviluppare complicanze acute e a lungo termine.

Le complicanze del diabete sono la chetoacidosi diabetica, la sindrome iperglicemica iperosmolare e l’acidosi lattica. In alcuni casi, non è possibile prevenire questo tipo di complicazioni, perché la causa scatenante potrebbe non essere controllabile, ad esempio un’infezione, ma si possono eliminare altri fattori responsabili.

Ad esempio, la chetoacidosi diabetica è causata da uno squilibrio metabolico acuto provocato da un’infezione o dalla mancata o insufficiente somministrazione dell’insulina. Si verifica nei soggetti diabetici di tipo 1 ai quali non è stata posta diagnosi, nei giovani che rifiutano di accettare la malattia e la terapia per ragioni psicologiche, e nei soggetti disidratati o a digiuno.

La disidratazione è anche tra le cause scatenanti di iperglicemia iperosmolare, insieme a infezioni, intossicazione alcolica, assunzione di farmaci che interferiscono con il metabolismo degli zuccheri e altre cause.

Diversamente dalle complicanze acute, quelle croniche progrediscono nel tempo pregiudicando lo stato di salute e la qualità di vita del paziente, ma la loro evoluzione può essere rallentata se diagnosticate precocemente.

Le complicanze a lungo termine sono suddivise in quelle di natura vascolare e quelle di altro tipo. Tra queste ultime vi sono:

  • la cataratta;
  • il piede diabetico;
  • il glaucoma;
  • le malattie del tessuto connettivo e quelle dermatologiche.

Le complicanze vascolari sono ulteriormente suddivise in complicanze microvascolari e macrovascolari. La retinopatia rientra nel primo gruppo, insieme alla nefropatia e la neuropatia. Al secondo gruppo appartengono la vasculopatia periferica e la malattia cerebrovascolare e cardiovascolare.

In conclusione, prevenire il diabete è possibile se si segue uno stile di vita sano, facendo attività fisica e seguendo una dieta adeguata. In presenza di fattori di rischio, sottoporsi a controlli medici regolari permette di diagnosticare precocemente la malattia o le sue complicanze, così da poter intervenire tempestivamente per ridurre i rischi associati.

Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche
Scritto da Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche

Da sempre interessata alla divulgazione scientifica e con un'implacabile sete di conoscenza che vorrei condividere, sono Biologa, laureata in Biotecnologie Mediche e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche. Svolgo sia attività libero professionale di Biologo Nutrizionista sia attività di ricerca, presso l’Università "La Sapienza" di Roma.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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