Una domanda che è lecito porsi per introdurre questo argomento di dominio comune riguarda il perché alcuni pazienti preferiscono spezzare le pillole. Dunque, in primis, è necessario sottolineare che alcuni soggetti non riescono a ingoiare facilmente una pillola, soprattutto se di dimensioni notevoli.
In generale, si ricorre a questa soluzione per aiutare anziani o bambini ad assumere le medicine. Tuttavia, molti specialisti concordano sul fatto che questa pratica debba essere assolutamente sconsigliata. Cerchiamo di capirne insieme i motivi.
L’importanza di assumere i farmaci come prescritti
I farmaci sono disponibili in diverse forme: compresse, gocce, capsule, supposte, sospensioni e via dicendo. Come ovvio, il problema nella deglutizione dei farmaci si presenta soprattutto per chi assume le compresse. Nei casi in cui il paziente sia affetto da disturbi nella deglutizione o da patologie neurologiche come la demenza, spezzare i farmaci risulta una pratica diffusa, che a tratti sembrerebbe l’unica via possibile.
Alterare compresse o capsule gastroresistenti comporta per la distruzione o la rimozione del rivestimento, progettato per mantenere il farmaco intatto. Il rivestimento, però, serve anche a proteggere lo stomaco da effetti lesivi, così come a evitare una diminuzione dell’effetto del farmaco stesso. Spezzare le pillole, in questo caso, può aumentare il rischio di effetti gastrointestinali avversi, diminuendo al contempo i benefici del farmaco.
In alcuni casi, l’assunzione di alcuni farmaci spezzati presenta rischi ancor maggiori. In particolare, la triturazione non deve essere mai praticata per compresse gastroresistenti, a rilascio modificato e sublinguali, e in tutti quei casi in cui sia specificamente vietata nella scheda tecnica.
La Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) riporta dati molto concreti in merito, sostenendo che alterare la struttura dei farmaci può ridurne l’efficacia e aumentare il rischio di effetti collaterali poiché, in 1 caso su 3, la divisione della compressa risulta diseguale.
È il dr. Nicola Ferrara, presidente della SIGG e professore ordinario di Medicina interna e Geriatria dell’Università Federico II di Napoli, ad affermare che la pratica di tagliare le pillole, spesso con il taglia-pillole, può avere effetti collaterali. «Anche con il taglia-pillole, una pastiglia su tre è divisa male e la dose ottenuta è più alta o più bassa di almeno il 15% rispetto a quella prescritta». Questo comporta un pericolo soprattutto in caso di farmaci con una finestra terapeutica stretta, cioè che hanno effetti tossici quando i dosaggi si discostano anche di poco da quelli prescritti per una specifica terapia.
Se spezzare le pillole è sconsigliato, quali sono le alternative?
Se spezzare le pillole non è una buona idea, come soluzione alternativa è possibile assumere lo stesso farmaco in forma diversa come:
- Sciroppo
- Soluzione orale
- Gocce
- Granuli
Qualora non sia possibile, si può veicolare le compresse in acqua gelificata (acquistabile in farmacia o parafarmacia) per favorirne la deglutizione.
Come riporta la dr.ssa Luisa Guglielmi della Fondazione Casa di Riposo di Robecco d’Oglio Onlus, uno studio condotto su 200 pazienti di Rsa (Residenze Sanitarie Assistenziali) lombarde ha dimostrato che è possibile non spezzare le pillole, senza grande dispendio economico e complicazioni, semplicemente somministrandole con yogurt, budini o altri cibi di consistenza morbida e facili da deglutire.
Attenzione, però, questa raccomandazione non vale per tutte le tipologie di compresse: possono essere tagliate a metà – senza alterarne le proprietà – quando sulla confezione è esplicitata la dicitura “compressa divisibile“. Negli altri casi, la pratica di tagliare compresse in 2 o più parti o di tritarle e mescolarle con il cibo con il buon proposito di aiutare i pazienti nell’assunzione del farmaco è sconsigliata da tutti gli specialisti, in quanto spezzare le pillole diminuisce l’effetto dei farmaci e può, in alcuni casi, risultare davvero pericoloso.