I numeri crescono: solo in Italia, si contano quasi un milione di persone che convive con le conseguenze invalidanti di un ictus. 50 mila persone muoiono improvvisamente: 140 morti ogni giorno. Ma le buone notizie non mancano. Sembra che l’Italia, rispetto agli altri paesi di Europa, sia all’avanguardia nella prevenzione dell’ictus e delle morti improvvise.
E gli studi che si orientano verso questa direzione non mancano, persino quelli più curiosi (ma non per questo meno importanti da un punto di vista medico-scientifico). Alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Ictus, in programma per domenica 29 ottobre 2017, ecco che si torna a discutere sui benefici del caffè per la salute del cuore. Ecco perché.
Il caffè non fa male alla salute
Sì, è vero. Il caffè non fa male, come si pensava in passato. Sembra infatti che una tazzina di caffè al giorno possa ridurre del 25% il rischio di incorrere in un ictus.
Uno degli studi più autorevoli a riguardo è stato pubblicato su Stroke, la rivista ufficiale dell’American Hearth Association, a firma di Susanna Larsson del National Institute of Environmental Medicina del Karolinska Institutet di Stoccolma.
In particolare, i ricercatori hanno monitorato per oltre 10 anni le abitudini alimentari di circa 35 mila donne tra i 49 e gli 83 anni, rilevando che coloro che assumevano una tazza di caffè al giorno avevano un rischio di ictus più basso dal 22 al 25% rispetto alle donne che ne bevevano quantità inferiori.
Insomma, non è vero che il caffè provoca un aumento delle malattie cardiovascolari, non causa aritmie e non alza la pressione. O meglio, alza sì la pressione, ma solo a breve termine. I chicchi di caffè, infatti, rappresentano una delle migliori sostanze antiossidanti presenti in natura, riducono l’infiammazione e migliorano la sensibilità all’insulina.
Prevenire l’ictus
Attenzione, però, a non confondere il caffè con la caffeina. Studi a riguardo, infatti, evidenziano come le bevande che contengono caffeina non abbiano gli stessi benefici del caffé.
Le ragioni, infatti, non sono associate tanto a questa sostanza bensì all’effetto di sensibilizzazione all’insulina, un ormone che riduce i livelli di glucosio nel sangue, che rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio per l’ischemia cerebrale. Inoltre, il caffè – come abbiamo visto – ha un effetto antinfiammatorio e, nel tempo, si è osservato che l’ictus è correlato ad una alterazione dei parametri antinfiammatori. Infine, il caffè contiene fenoli, dall’effetto antiossidante.
Insomma, bere caffè può aiutare a prevenire l’ictus e altre malattie cardiovascolari. E, come sappiamo, sebbene negli ultimi 20 anni l’innovazione abbia messo a disposizione nuovi farmaci e nuove tecniche chirurgiche, il merito nell’abbattere i numeri della mortalità legati all’ictus è da ricercarsi nella prevenzione. È dunque su questi campi che si sta impegnando la ricerca.
Attenzione a non esagerare!
La ricerca pubblicata su Stroke ha analizzato il consumo di una tazzina al giorno di caffè inglese, una sorta di “caffé lungo” che, all’incirca, corrisponde a una-due tazze del nostro famoso caffè espresso.
Quindi, risulta inutile eccedere nel consumo: sembra infatti che i benefici rimangono i medesimi, anche se si abbonda con le quantità. E se i benefici per la salute del cuore vengono ancora messi in discussione, di certo non si può negare che bere caffè aiuta ad essere più efficienti, a pensare positivo e a ridurre lo stress.
Perché non concedersi, dunque, una o due tazzine al giorno?
Riconoscere i sintomi dell’ictus
Infine, sembra quasi inutile sottolinearlo, ma è importante riconoscere i sintomi dell’ictus. Nonostante nessuno possa prevedere il momento in cui l’ictus si manifesterà, vi sono alcuni segni comuni che indicano che una persona sta avendo un ictus. Tutti i sintomi sono conosciuti sotto l’acronimo FAST – Face, Arms, Speech, Time (viso, braccia, linguaggio e tempo) -:
- Face indica un volto cadente, con la linea della bocca irregolare
- Arm indica che le braccia, se sollevate, appaiono ineguali per l’incapacità della persona colpita da ictus di tenere le braccia sollevate alla stessa altezza
- Speech suggerisce che la persona potrebbe articolare le parole in maniera disarmonica o registrare delle difficoltà a pronunciare comandi di senso compiuto
- Time, invece, indica l’importanza del tempo: la corsa in ospedale, in questi casi, sarà pressoché determinante
E una buona tazza di caffè potrebbe essere sempre utile!