Riprendiamo il discorso sul parto indolore e sull’anestesia epidurale cercando di spiegare brevemente l’utilizzo di una tecnica basata sul controllo da parte della paziente del rilascio di farmaco anestetico (PCEA – patient controlled epidural analgesia).
La richiesta da parte della donna dell’anestesia epidurale deriva il più delle volte dal desiderio di avere l’esperienza della nascita di un figlio in assenza di dolore, spesso perché vi è paura nei confronti del parto, alcune volte per aver avuto una esperienza dolorosa nel precedente parto.
Negli ultimi anni sono state messe a punto alcune tecniche anestetiche maggiormente utilizzate negli Stati Uniti e nel resto d’Europa.
Ad esempio l’utilizzo degli ultrasuoni è stato valutato per migliorare l’efficienza e la sicurezza dell’analgesia epidurale e spinale. La valutazione ecografica della colonna lombare fornisce informazioni utili per il collocamento del catetere attraverso il quale passerà il farmaco anestetico.
Ma la soddisfazione maggiore si ottiene quando viene offerta alle donne la possibilità di gestire il proprio dolore attraverso il rilascio del farmaco premendo un pulsante (analgesia epidurale controllata dalla paziente)
Il rilascio di quantità predefinite (“boli”) di anestetico, rispetto alla infusione continua, determinerebbe un miglior blocco sensoriale spinale. Sono state messe a punto alcune pompe che consentono l’infusione automatizzata di anestetico (5ml ogni 30 minuti) con la possibilità di autogestione da parte della madre.
L’utilizzo di questa tecnica autogestita durante il travaglio consentirebbe di utilizzare una minore quantità di anestetico locale e migliorerebbe la soddisfazione delle pazienti che otterrebbero in prima persona il controllo del proprio dolore.
Sono allo studio alcuni sistemi computerizzati basati su algoritmi che consentano di superare alcune difficoltà come ad esempio la possibilità che venga attivato il rilascio del farmaco premendo accidentalmente il pulsante, mandando in circolo una maggiore quantità di anestetico.
L’evoluzione delle tecniche anestesiologiche è quindi finalizzata a rendere sempre più l’esperienza del parto “fisicamente” accettabile e non traumatizzante, come spesso viene riferito dalla neo-mamma.
Si ringrazia il Dott. Marcello Sergio, specialista in Ostetricia e Ginecologia, autore di questo articolo.