Addio calvizie? Sì, con un ingrediente segreto, etichettato sino a oggi come nocivo e dannoso per la salute dell’uomo, soprattutto se consumato di frequente. Stiamo parlando del cibo dei fast food. Incredibile, vero? Eppure è proprio così.
Una recente ricerca ha infatti individuato una componente chimica utilizzata da McDonald’s per preparare le patatine fritte come elemento chiave per curare la calvizie e la perdita di capelli, due condizioni per le quali gli scienziati stanno cercando di porre rimedio da tempo immemore. Vediamo di capirne di più.
Lo studio: le patatine combattono le calvizie?
Di certo il rimedio contro le calvizie non si aspettavano di trovarlo proprio nelle patatine fritte di McDonald’s , gli scienziati della Yokohama National University: il loro studio, pubblicato sulla rivista Biomaterials, si è incentrato sul dimetilpolisilossano, una componente permeabile all’ossigeno. Proprio così: questo elemento viene impiegato anche nell’olio per friggere, perché consente una maggiore stabilità termica, agendo inoltre come antischiuma.
Per arrivare a questa strana scoperta, il team di ricercatori si è concentrati sui germi del follicolo pilifero che producono quelle cellule che andranno a costituire il pelo. Gli esperti, grazie all’utilizzo del dimetilpolisilossano, sono riusciti a stimolare la produzione di oltre 5.000 germi del follicolo pilifero impiantati in un gruppo di topi resi calvi per l’occasione, dai quali sono nati nuovi peli – contrastando di fatto la calvizie. E concluso lo studio, è emerso che il componente magico si trova anche nelle patatine!
Ad oggi, gli esperimenti si sono concentrati sui topi, ma i ricercatori sono speranzosi che questi dati preliminari possano suggerire che lo stesso principio possa valere anche per gli esseri umani. Che dire, dunque? Concedersi una porzione di bastoncini dorati by McDonald’s potrebbe non rappresentare più un semplice peccato di gola.
Attenzione alle controindicazioni!
Freniamo subito gli entusiasmi. Le patatine di McDonald’s non rappresentano sicuramente la panacea a tutti i mali e non trasformeranno di certi pochi capelli in folte e lucenti chiome. In primo luogo, le ricerche sugli animali non sono sempre applicabili alla specie umana, nonostante i buoni propositi del team giapponese autore della ricerca.
Poi, il dimetilpolisilossano in sé non stimola davvero la crescita dei capelli, bensì agisce sul ringiovanimento del follicolo, andando ad alimentare tutti quei vasi sanguigni in potrebbe far ricrescere il seme del follicolo pilifero. Ma soprattutto (non ci stancheremo mai di ripeterlo!), fritture e simili non rappresentano un vero e proprio toccasana per la salute, soprattutto quando già si soffre di malattie epatiche, pancreatiche o legate all’obesità.
I motivI per cui il fritto è può essere dannoso per l’organismo è molto semplice: contiene elevate quantità di grassi che, nel momento in cui devono essere scomposti durante il processo digestivo, mettono a dura prova il fegato. Come se non bastasse, fanno ingrassare, con tutte le conseguenze che questa condizione porta con sé.
Certamente, però, qualche sporadico peccato di gola rende la vita più bella, ci fa sentire più felici e, forse, friggere non è così diabolico. Ma attenzione. Ricordate di farlo solo in olio extravergine di oliva, mantenendo la temperatura intorno ai 180 gradi e limitando il più possibile la cottura, per evitare la comparsa di quell’effetto bruciacchiato che – quello sì – fa davvero male. Infine, friggete poco alla vota e asciugate gli alimenti su carta assorbente. E, soprattutto, non fatelo tutti i giorni!