Non riuscite a rinunciare a patatine fritte e a pane tostato?
Se è così, prestate attenzione ai tempi e alla temperatura di cottura: se troppo cotti, tanto da assumere un colore marrone piuttosto che giallo dorato, possono trasformarsi in una vera minaccia per la salute, aumentando il rischio di cancro.
Perché patatine fritte e pane tostato sono cancerogeni?
Il processo di frittura o tostatura produce in alcuni alimenti, tra cui pane e patate, l’acrilamide.
Si tratta di una sostanza nociva che si produce naturalmente negli alimenti amidacei (ovvero ricchi di amido) durante la cottura (frittura, griglia e forno) a temperature alte (120°C): è il risultato di una reazione chimica tra zuccheri, aminoacidi e acqua contenuti in tali alimenti. Il pane eccessivamente cotto, che alla vista appare imbrunito e dal buon profumo, in realtà è ricco di acrilamide e si sconsiglia vivamente il consumo.
Alti livelli di acrilamide sono presenti anche in cereali, biscotti, cracker e torte.
Dobbiamo rinunciare a mangiare questi alimenti?
La Food Standard Agency (FSA) ha lanciato una campagna informativa, divulgando alcune istruzioni da adottare in cucina per la cottura e la conservazione dei cibi, riducendo i rischi per la salute.
Ecco alcune semplici regole da seguire:
- Evitare di cuocere per lungo tempo e ad alte temperature gli alimenti amidacei; dopo la cottura questi prodotti devono assumere colore dorato e non marrone.
- Evitare di conservare le verdure crude in frigo. Le basse temperature producono un incremento degli zuccheri e un successivo aumento di acrilamide in fase di cottura. È consigliabile conservare le verdure crude in un luogo fresco e buio, al di sopra dei 6°C.
- Seguire una dieta sana ed equilibrata che include 5 porzioni tra frutta e verdura ogni giorno.
Quali sono i rischi?
Un eccessivo consumo di alimenti amidacei, arricchiti di acrilamide in cottura sono causa di:
- Rischio di cancro nel corso della vita
- Effetti negativi sul sistema nervoso
- Effetti negativi sul sistema riproduttivo
Al momento la pericolosità dell’acrilamide è stata sperimentata solo sugli animali.
Per ciò che riguarda gli effetti sull’uomo ci sono pareri contrastanti:
- David Spiegelhalter, docente dell’Università di Cambridge, non ritiene tale diagnosi applicabile all’uomo. Un individuo che consuma abitualmente cibi ricchi di acrilamide, dovrebbe incrementarne il consumo per almeno 160 volte in più per avere concreti rischi di cancro.
- La Fsa, in assenza di prove concrete sui rischi per l’uomo, ha attivato una campagna preventiva per istruire le persone ad una cucina più salutare.
- Emma Shields, responsabile dell’informazione sanitaria della Cancer Research UK, non esclude l’eventuale connessione tra cancro e acrilamide, ma al momento non sussistono prove certe in merito.
È evidente che non possiamo definire l’acrilamide come causa accertata di cancro al pari di fumo, obesità e alcool.
I 10 cibi più cancerogeni da evitare!
Una dieta sana ed equilibrata è condizione necessaria per uno stato di salute ottimale.
Ecco 10 alimenti da eliminare perché definiti cancerogeni:
- Alimenti geneticamente modificati (OGM): pesticidi e diserbati utilizzati nelle fasi di coltivazioni hanno effetti negativi sulla salute nel lungo termine.
- Pop corn da microonde le buste in cui sono contenuti e i fumi rilasciati in fase di cottura sono una riserva di sostanze nocive.
- Prodotti in lattina: molte latte utilizzate per la conservazione degli alimenti sono rivestite di bisfenolo-A (BPA), un composto organico cancerogeno.
- Carne alla griglia: la cottura alla griglia rilascia delle sostanze cancerogene, ovvero le ammine eterocicliche.
- Zuccheri raffinati: l’elevato contenuto di fruttosio genera aumenti di insulina e la conseguente crescita di cellule tumorali.
- Alimenti affumicati: i conservanti utilizzati per prolungare la shelf generano nel lungo termine un accumulo di tossine.
- Bevande gassate: ricche di fruttosio, coloranti, aspartame altre sostanze chimiche nocive.
- Farina bianca: l’indice glicemico della farina bianca è molto alto, con conseguente incremento dei livelli di insulina, che provoca nel tempo un indebolimento dell’organismo.
- Pesce d’allevamento: è pesce trattato con antibiotici, pesticidi e altre sostanze cancerogene atte a controllare le epidemie batteriche e virali che sorgono negli spazi in cui vengono allevati.
- Olii idrogenati: ricchi di grassi cattivi, che possono alterare la struttura delle membrane cellulari.