“L’uomo dovrebbe mangiare come facevano i suoi antenati“. Questo è il filone principale di molte diete moderne, che mirano all’esclusione di numerosi nuovi alimenti dai piatti di tutti i giorni, semplicemente perché non erano parte integrante della dieta dei nostri antichi predecessori.
Ci sono diverse variazioni su tema che stanno generando una massiccia diffusione di negozi specializzati, prodotti e persino ristoranti. L’idea generale prevede che per la stragrande maggioranza dei milioni di anni di evoluzione, l’uomo non è mai stato esposto a riso, latte, yogurt, formaggi, carboidrati complessi, legumi, caffè e alcol. Tutti questi prodotti sono nati con l’agricoltura circa 10 mila anni fa e il corpo umano non è predisposto ad assimilarli in modo efficiente. Infatti, l’evoluzione e la selezione naturale richiedono svariate decine di migliaia di anni per modificarsi. Ciò significa che gli alimenti “moderni” sono la causa di vari livelli di intolleranze e reazioni allergiche, che portano sia alle nuove epidemie allergiche, che alla diffusione di tossine responsabili di infiammazioni e obesità. Quindi, bisognerebbe seguire gli insegnamenti dei paleolitici, eliminare dalla dieta questi cibi e il problema sarebbe risolto. Ma è davvero così?
L’uomo si adatta ai nuovi alimenti?
Secondo delle recenti scoperte, l’uomo non è un robot fisso nel tempo, ma si evolve, adattandosi all’ambiente esterno e alle varie diete molto velocemente. Uno studio pubblicato su Nature ha dimostrato chiaramente che i principali cambiamenti genetici possono avvenire in meno di mille anni o persino in poche centinaia di generazioni.
Quali ricerche sono state effettuate in materia?
I ricercatori hanno studiato il DNA di alcuni scheletri appartenenti all’Età del Bronzo, dall’Olanda alla Russia, per comprendere la chiave delle mutazioni. Questi antenati vivevano circa 3000 anni fa, appartenevano a flussi migratori e pertanto diffondevano i loro geni. I ricercatori hanno studiato in particolar modo un gene (chiamato lattasi-persistente) che controlla l’enzima responsabile della digestione del latte, presente dopo il terzo anno di vita. Circa tre quarti degli europei moderni avevano questo gene, che gli permetteva di digerire un bicchiere di latte senza sentirsi male. Inizialmente, si pensava che la mutazione di questo gene si fosse diffusa in Europa tra i 7000 e i 10 mila anni fa, agli albori dell’agricoltura e dell’utilizzo del latte. Pertanto, la scoperta che solo una su 20 persone appartenenti all’Età del Bronzo lo avesse circa 3000 anni fa ha comportato un forte shock. Ciò significa che la diffusione di tale gene è cominciata più tardi rispetto alle prime ipotesi e che il genere umano si adatta effettivamente ai nuovi alimenti molto rapidamente.
Altre prove genetiche dei recenti cambiamenti dei nostri geni digestivi provengono da alcuni studi internazionali sul gene dell’amilasi, che rappresenta la chiave per spezzare gli amidi in zuccheri semplici. Le persone appartenenti alle zone con un consumo maggiore di amidi nella dieta hanno sviluppato copie multiple di questo gene, per facilitare la digestione. È stato inoltre scoperto che la mutazione di questo gene protegge insolitamente contro l’obesità e probabilmente questo cambiamento è avvenuto solo nell’ultimo centinaio di generazioni.
Dipende tutto dall’evoluzione dell’uomo?
Tuttavia, ci sono molti altri geni responsabili della digestione del cibo, che cambiano ancora più rapidamente. Si tratta dei geni appartenenti al DNA dei trilioni di microbi che si trovano nell’intestino. Nonostante non siano geni umani, ricoprono comunque un ruolo fondamentale per la nostra salute, perché controllano il nostro microbioma, che digerisce il cibo e produce vitamine e metaboliti del sangue.
Questi geni dei batteri possono rispondere rapidamente ai cambiamenti nella nostra dieta, perché producono una nuova generazione ogni 30 minuti, evolvendosi molto rapidamente. Inoltre, hanno anche un’arma segreta chiamata trasferimento genetico orizzontale, grazie alla quale possono rapidamente scambiarsi i geni con reciproco vantaggio, senza aspettare i tempi della selezione naturale. Tale metodo viene impiegato principalmente per resistere agli antibiotici, ma il processo si adatta bene anche ai nuovi alimenti.
Su cosa basare la dieta?
In sostanza, è possibile andare nei ristoranti a base di paleodieta e dimagrire in breve tempo seguendo una dieta senza glutine, ma non bisogna farsi prendere in giro dalle spiegazioni scientifiche evolutive, che sono più che superate. I geni umani e i microbi contenuti nel corpo si evolvono molto velocemente e hanno iniziato il processo di adattamento ai nuovi alimenti già nelle ultime migliaia di anni. L’importante è mantenere i microbi dell’intestino più sani possibili e adottare una dieta molto variegata, senza nessuna eccezione.