I possibili effetti dell’ossitocina nel Disturbo dello Spettro Autistico

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 24 Giugno, 2016

Autismo e Ossitocina

È diventato oggetto di discussione “l’ormone del buon umore”, l’ossitocina, proteina costituita da nove unità amminoacidiche, per i suoi probabili effetti nella terapia dei disturbi dello spettro autistico.

Da uno studio divulgato da Pnas sembrerebbe essere emerso che basterebbe una sola dose di ossitocina, assunta come spray nasale, per aumentare l’attività cerebrale dei bambini autistici, in particolare, stimolando l’attività delle regioni cerebrali legate alle relazioni sociali – “un cambiamento nel cervello di questi bambini, potenzialmente positivo” – sottolinea Ilanit Gordon della Yale University –  “che ha bisogno di essere interpretato bene per capire come utilizzarlo per produrre un cambiamento anche nella vita reale delle persone con autismo“.

Da chiarire è che l’ossitocina viene fornita sotto forma di spray nasale perché è un modo che consente di far arrivare i suoi effetti direttamente al cervello. L’ormone, infatti, viene somministrato per infusione endovenosa solo per indurre il travaglio ma, in tale modo, non giunge al cervello.

Che cos’è l’ossitocina?

Indispensabile durante il travaglio, l’ossitocina è un ormone proteico (costituito da nove amminoacidi e secreto dall’ipotalamo) che favorisce anche i rapporti affettivi e sociali. Da quest’ultima affermazione è facile comprendere perché, alcuni studiosi, hanno cercato di connettere l’ossitocina al comportamento dei bambini autistici, preoccupandosi di capire come, l’ormone in questione, potesse affievolire i loro problemi relazionali.

Alcuni studi condotti su topi con un difetto genetico che determina minore produzione di ossitocina, hanno mostrato l’incapacità di relazionarsi di questi animali. Dopo somministrazione dell’ormone, i topi, sembravano avere maggiori capacità relazionali di gruppo.

Cosa è emerso dagli studi condotti?

Considerando che l’incapacità di relazionarsi adeguatamente con la società costituisce una delle maggiori problematiche dei soggetti autistici, si è pensato che  somministrare ossitocina avrebbe potuto stimolare il comportamento sociale di questi soggetti.

L’ipotesi è che l´ossitocina sia in grado di aiutare il cervello delle persone autistiche a sviluppare e utilizzare queste strategie cognitive “alternative” – ha affermato la dottoressa Bice Chini dell’Istituto di Neuroscienze di Milano – è ormai accertato che l´ossitocina aiuta la “lettura” del significato emotivo delle espressioni dei visi (paura, felicità, rabbia, tristezza etc) – e continua – è quindi coinvolta in questa capacità così peculiare che abbiamo d´interpretare lo stato mentale degli altri individui e “capire” le emozioni“.

Per esaminare gli effetti dell’ossitocina sulla rete neuronale nel periodo dello sviluppo, gli studiosi hanno somministrato dosi giornaliere di ossitocina ai topolini autistici nati da poco e la durata degli effetti è stata di circa una settimana dopo la sospensione del trattamento. Ciò suggerisce la possibilità di intervenire nelle prime fasi dello sviluppo al fine di ottenere risultati migliori.

Diversi studi condotti sia sui topi che sull’uomo hanno, tuttavia, dato risultati ancora incerti e discordanti.

Per il momento ci sono veramente pochi studi che abbiano analizzato l´ossitocina nei soggetti autistici” – conclude Bice Chini – “si tratta per lo più di studi molto brevi, in cui veniva somministrata ossitocina per brevi periodi. Sicuramente potrebbe essere utile conoscere se ci siano genotipi o fenotipi particolari associati a deficit del sistema ossitocinergico che potrebbero beneficiare in maniera particolare di questo trattamento, ma siamo ancora veramente lontani dall´averli identificati“.

L’ossitocina, nota ai più per i suoi effetti sulla contrazione uterina durante il travaglio e sull’allattamento, diventa, dunque, fulcro di un’indagine volta a collegarla a comportamenti affettivi e sociali, uno studio che mira a collocarla tra quei catalizzatori che permettono comportamenti, quali:

  • Interesse
  • Attrazione
  • Umore
  • Empatia
  • Interpretazione delle espressioni facciali
  • Fiducia
  • Altruismo
  • Amore

Staremo a vedere quali risultati potranno essere confermati in futuro, nella speranza possano essere davvero d’aiuto per i bambini con autismo.

 

 

 

 

 

Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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