Dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) arriva una buona notizia. Da oggi un nuovo farmaco per il trattamento dei pazienti adulti con tumore del colon-retto in stadio avanzato, precedentemente trattati con farmaci biologici o chemioterapia, sarà rimborsabile come terapia di 3/a linea.
Un passo avanti importante, se si pensa, che nel solo 2017, sono state stimate circa 53mila nuove diagnosi di tumore del colon-retto, al secondo posto sia tra gli uomini sia tra le donne. Vediamo di cosa si tratta e, soprattutto, per chi è indicato.
Il nuovo farmaco per il tumore del colon-retto
Il nuovo farmaco per i pazienti che soffrono di tumore del colon-retto è basato sulla combinazione di due molecole, trifluridina e tipiracil.
Si tratta di un farmaco chemioterapico totalmente diverso dai precedenti, secondo il dr. Alberto Sobrero, responsabile dell’Oncologia Medica all’Ospedale San Martino di Genova. Insomma, questa nuova terapia presenta la peculiarità di combattere i tumori al colon-retto in modo assolutamente innovativo. La trifluridina, infatti, viene incamerata in modo diretto nel DNA ed è dunque capace di modificare la sua funzione. In questo modo, sarà possibile prevenire la proliferazione e la crescita delle cellule tumorali.
Attenzione, però. Il farmaco non sarà a disposizione di tutti i pazienti. Solo coloro che si sono già sottoposti alla chemioterapia e poi ai farmaci biologici avranno l’opportunità di beneficiarne. Secondo il dr. Sobrero, l’opportunità è grande: i pazienti avranno infatti la possibilità di proseguire le cure una volta che le altre terapie avranno esaurito il proprio compito.
«Trent’anni fa la sopravvivenza a un tumore del colon retto era mediamente di soli sei mesi – ha sottolineato il dr. Carmine Pinto, direttore dell’Oncologia Medica al Clinical Cancer Centre di Reggio Emilia – e oggi si superano i 30 mesi. E se nel 2013 erano circa 300 mila gli italiani in vita dopo aver affrontato questo tumore, alla fine del 2017 sono stati 464 mila, il 14% di tutti i pazienti oncologici residenti nel Paese».
Tumore del colon-retto: la sopravvivenza è in aumento
La scienza, almeno in questo campo, sta facendo passi da gigante. Le terapie, come quella rappresentata dalla combinazione di trifluridina e tipiracil, si stanno rivelando sempre più efficaci.
Ma non parliamo solo di farmaci e trattamenti. Ottimi risultati sono stati raggiunti anche dal programma nazionale di screening, tramite la ricerca del sangue occulto nelle feci. Infatti, per i soggetti che risultano positivi al test, è prevista subito la colonscopia. Ciò permette la possibilità di una diagnosi precoce, così come di interventi tempestivi. E in questi casi, i risultati in termini di guarigione sono assolutamente positivi.
Secondo alcuni dati diffusi dal dr. Pinto, il 65% dei pazienti che accettano di sottoporsi allo screening riesce a sconfiggere la malattia. Come sempre, però, i risultati non sono mai ottimali. Vi è infatti ancora un 20% dei casi di tumore che viene diagnosticato quando ormai si sono sviluppate metastasi. Questo, secondo gli esperti, nasce da alcuni problemi nella pratica dello screening. La copertura nazionale risulta infatti ancora molto carente e, laddove il servizio si presenta ottimale, spesso la risposta del cittadino risulta carente.
Nel 2015, infatti, l’adesione all’invito è stata complessivamente del 43%, con enormi differenze regionali: al Nord una persona su due (53%), al Sud solo un quarto degli interessati (25%). Insomma, la cultura della prevenzione non sembra aver fatto breccia nel cuore degli italiani.