NSI-189: è questo il nome della nuova pillola studiata per combattere la depressione.
La novità non è nella tipologia di farmaco, poiché esistono già numerosi antidepressivi. Ma, mentre l’azione degli altri antidepressivi si concentra sulla produzione di serotonina nel cervello, la NSI-189, si basa sulla stimolazione della crescita dei neuroni.
Inoltre, ha pochi affetti collaterali, al contrario dei normali antidepressivi che, tra l’altro, devono essere assunti in modo continuativo.
NSI-189: come agisce?
La nuova pillola favorisce la neurogenesi, il processo attraverso il quale, da cellule immature, si generano le nuove. Spesso, in una situazione di forte stress, la neurogenesi può essere rallentata, contribuendo alla comparsa di stati ansiosi e/o depressivi.
La NSI-189 è stata elaborata da un gruppo di ricerca del Massachussetts General Hospital di Boston, capeggiato dall’italiano Maurizio Fava.
Fava ha dichiarato che, la prima parte dello studio, ha condotto enormi benefici sui pazienti analizzati, aumentando le connessioni tra neuroni e protraendo l’effetto fino a otto settimane dalla fine della terapia: “Il suo esatto meccanismo d’azione è al momento oggetto di studio ma il farmaco ha mostrato l’abilità di aumentare le sinapsi (connessioni tra neuroni) e il volume dell’ippocampo. Pensiamo che il farmaco agisca a livello del Dna. Questa ipotesi è coerente con il fatto che il farmaco ha un’azione antidepressiva che perdura nel tempo (otto settimane) dopo la sospensione della malattia“. Gli studiosi si dimostrano ottimisti riguardo le altre due fasi, che coinvolgeranno più di 200 pazienti.
Se tutto va come previsto, e i risultati ottenuti vengano confermati, potremmo avere un prodotto definitivo entro il 2018.