Il 118 diventa maggiorenne. Sono infatti già passati diciott’anni dall’introduzione del numero unico per semplificare l’attività di soccorso, ma ancora molti sono i dubbi sul suo utilizzo.
Il 118 è un numero d’emergenza, e come tale va composto solo per situazioni urgenti: tutte le informazioni di carattere sanitario, come ricoveri programmati, dimissioni, prenotazioni di visite, orari o trasferimenti ospedalieri vanno richieste alla struttura di competenza o all’apposito numero verde di riferimento.
Per le consulenze, rivolgiamoci al nostro medico curante (di notte e nei festivi al servizio di Guardia Medica), eviteremo così di tenere impegnato un operatore telefonico del 118 senza che vi sia una reale emergenza: la nostra chiamata potrebbe ostacolare una comunicazione più urgente.
Quando è dunque corretto allertare il 118? In tutti i casi in cui ci sia pericolo di vita o di incolumità, quali incidenti, traumi, malori, infortuni… inclusi incendi o aggressioni: sarà premura dell’operatore avvisare le altre forze competenti, Vigili del fuoco (115), Polizia (113) o Carabinieri (112), almeno fino all’entrata in vigore del numero unico europeo.
Come per tutti i numeri d’emergenza, la chiamata si può effettuare anche se il telefonino non ha campo o abbiamo esaurito il credito. Dopo aver risposto alle domande del nostro interlocutore con tono più calmo e chiaro possibile, teniamo libero il telefono per tutta la durata dell’evento. E’ importante, la Centrale Operativa potrebbe richiamarci per informazioni logistiche (l’ambulanza non trova la via, il numero civico…) o sullo stato del paziente (si è aggravato, è necessario mandare un altro mezzo per altri feriti coinvolti…). 1-1-8 sono tre cifre con le quali vorremmo avere a che fare il meno possibile, ma è bene averne dimestichezza.