#NoSunscreen: il trend social che mette a rischio la salute della pelle

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 26 Luglio, 2024

Ragazza in costume e occhiali da sole

Sulle piattaforme social, se da una parte la protezione dai raggi solari è sempre più raccomandata, anche dai giovanissimi, è frequente imbattersi in contenuti disinformativi, che incitano a non proteggersi e a considerare i filtri solari inutili o addirittura cancerogeni.

Vediamo di seguito un approfondimento in merito.

Le argomentazioni di chi è scettico verso la crema solare

Chi sostiene questa tesi, che si autodefiniscono "No Crema Solare", con hashtag come #toxicsunscreen, si allinea a movimenti come i No Vax e i No Caldo (alimentato dallo scetticismo nei confronti della sensibilizzazione riguardo i cambiamenti climatici), manifestando una profonda diffidenza nei confronti della scienza e delle istituzioni.

Secondo loro, dietro l'uso massiccio delle creme solari si nasconderebbe un'enorme cospirazione industriale, volta a far guadagnare le aziende produttrici e a sottoporre la popolazione a trattamenti inutili e potenzialmente dannosi.

Questa sfiducia generalizzata nei confronti dell'industria farmaceutica e delle autorità sanitarie si è ulteriormente rafforzata durante la pandemia di Covid-19, quando molte persone hanno messo in discussione le informazioni ufficiali e le raccomandazioni degli esperti.

Inoltre, molti sostenitori di questa teoria idealizzano un passato in cui, a loro dire, si viveva più sani e più felici, proprio perché non esistevano prodotti come le creme solari.

Si trovano, infatti, sulle piattaforma diversi video in cui il ruolo essenziale della crema solare viene screditato in maniera più subdola e meno diretta: alcune persone fanno leva sul fatto che prima utilizzavano la protezione solare, ora hanno smesso e stanno benissimo; altre affermano che questa ossessione per la crema solare degli ultimi anni è solo l’ennesimo trend di skincare.

Si parla di “effetti benefici del sole”, “stimolazione di produzione di vitamina D che viene inibita”, ma queste teorie del complotto sulle creme solari non hanno alcun fondamento scientifico e appaiono da subito infondate proprio perché non prendono in considerazione non solo il fotoinvecchiamento (invecchiamento precoce), ma anche la più grave conseguenza dell’esposizione ai raggi solari, ossia il tumore della pelle.

Il professor Giuseppe Argenziano, presidente della Società italiana di dermatologia e malattie sessualmente trasmesse (SIDeMaST), ha smentito categoricamente a Huffington Post: non c'è alcun fondamento scientifico nell'idea che l'utilizzo di creme solari possa causare carenze di vitamina D. 

“Non esiste nessun problema con l’assunzione della vitamina D, è una leggenda metropolitana: viene prodotta dalla pelle in quantità assolutamente sufficienti anche se si utilizza la protezione solare”, afferma lo specialista. 

Il paradosso del demonizzare un prodotto salvavita 

Elisabetta Buzney, dottoressa, direttrice clinica ambulatoriale del Dipartimento di Dermatologia presso il Brigham and Women's Hospital e assistente professore di dermatologia presso la Harvard Medical School, è stata intervistata da Skin Cancer Foundation. 

"Ho sentito molte persone ripetere questa idea errata: 'la protezione solare causa il cancro alla pelle'. Ma questa affermazione non ha alcun fondamento scientifico. Non esiste alcuna prova che colleghi l'uso della protezione solare allo sviluppo di tumori cutanei”. 

Al contrario, è ormai un fatto assodato che il principale responsabile del cancro della pelle è l'esposizione ai raggi solari.

Sia che si tratti di un'abbronzatura naturale, sia che si ottenga attraverso l'uso di lettini solari, il danno al DNA causato dal sole aumenta significativamente il rischio di sviluppare tumori, anche molto aggressivi come il melanoma.

Perché il sole è così pericoloso? I raggi ultravioletti danneggiano il DNA delle cellule della pelle, provocando mutazioni che possono portare alla formazione di tumori.

È come se il sole bruciasse il nostro DNA, e purtroppo gli effetti di queste scottature solari possono manifestarsi anche molti anni dopo, aumentando il rischio di cancro della pelle in età avanzata.

Ma allora, perché alcune persone sostengono che la protezione solare sia dannosa? Purtroppo, la disinformazione si diffonde rapidamente, e spesso le persone credono a ciò che sentono dire senza verificare le fonti. È importante affidarsi sempre a studi scientifici e a esperti del settore.

@shereeneidriss Skin cancer is real. Sun damage is real. Sunscreen being toxic? Fake. Wear the damn sunscreen 👏 I’m using one by @Dr.Jart+ North America. It’s a lightweight, gel moisturizer sunscreen that absorbs quickly onto my skin and is great for reapplication. #sunscreen #spf #sunscreenviral #sunblock #sunscreentips #sunscreenreview #sunscreenisimportant @ShereeneIdriss ♬ Not My Problem - Laila!

Cosa dice la scienza? Numerosi studi, condotti su larga scala, hanno dimostrato che l'uso regolare della protezione solare riduce significativamente il rischio di sviluppare diversi tipi di tumore della pelle, tra cui il melanoma.

Ma attenzione: anche se si comincia a utilizzare i filtri solari adesso, i danni causati dal sole durante gli anni precedenti si sono accumulati e possono comunque portare allo sviluppo di tumori.

L’ideale sarebbe, infatti, proteggere la pelle dai raggi solari sin dalla giovane età; tuttavia, proteggersi ora significa ridurre al minimo il rischio di ulteriori danni.

In conclusione, la protezione solare è uno strumento fondamentale per la prevenzione del cancro della pelle, ma non è l'unico.

Il modo più efficace per proteggersi dal sole è ridurre al minimo l'esposizione utilizzando abbigliamento protettivo, capelli specifici per schermare i raggi solari, occhiali da sole.

Ingredienti “chimici” nelle creme solari? Facciamo chiarezza

Una delle argomentazioni più utilizzate per screditare l’importanza della crema solare è legata agli ingredienti potenzialmente nocivi (non solo cancerogeni, vengono spesso definiti “tossici” o “troppo chimici”) che sarebbero contenuti al loro interno.

La dottoressa Buzney nell'intervista ha sfatato anche questo mito, spiegando cosa si intende per "ingredienti chimici": quando pensiamo alla protezione solare spesso ci immaginiamo di applicare sulla pelle una barriera fisica contro i raggi nocivi del sole; in realtà, tutti gli ingredienti contenuti nelle creme solari, senza eccezione, sono delle sostanze chimiche.

Anche i cosiddetti "filtri solari fisici", a base di zinco e titanio, sono composti da molecole e quindi rientrano nella categoria delle sostanze chimiche.

Le sostanze chimiche, che non sono tutte uguali, si possono suddividere in due grandi famiglie: organiche e inorganiche.  

Gli ingredienti organici sono costituiti da molecole a base di carbonio, come l'avobenzone o il bemotrizinolo (BEMT). Quest'ultimo, in particolare, è un principio attivo molto efficace e sicuro, utilizzato in molti paesi da anni e che presto dovrebbe ottenere l'approvazione definitiva anche negli Stati Uniti.

Dall'altra parte troviamo gli ingredienti inorganici, ovvero i minerali ossido di zinco e biossido di titanio. Questi ultimi agiscono in modo diverso rispetto a quelli organici, riflettendo i raggi UV anziché assorbirli.

In conclusione, la protezione solare si basa su una complessa interazione di sostanze chimiche, come tantissimi altri prodotti di uso quotidiano, che siano per la cura della pelle, il make-up, la pulizia della casa.

La scelta del prodotto più adatto dipende dalle proprie esigenze e preferenze, ma è importante ricordare che sia gli ingredienti organici che quelli inorganici svolgono un ruolo fondamentale nella protezione della nostra pelle.

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Arianna Bordi | Editor
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