Smartphone-dipendenti anche in vacanza? Tutta colpa della nomofobia

Alessandra Lucivero

Ultimo aggiornamento – 19 Agosto, 2014

Sareste in grado di pensare alla vostra quotidianità senza uno smartphone a portata di mano? Forse alcuni di voi sì, altri lo desiderano, ma per la maggior parte delle persone, questo pensiero può trasformarsi ben presto in una vera e propria fobia. Restare disconnessi, senza navigare in rete e connettersi in chat con i propri amici, può provocare una sensazione di ansia e smarrimento, nota agli specialisti come nomofobia.

Le nuove fobie tecnologiche

La parola nomofobia contiene in sé il termine inglese “no-mobile” più il termine greco “fobia” e fa riferimento alla nuova paura che sembra affliggere le giovani generazioni: quella di non avere il cellulare sempre a disposizione, come confermato anche dal dr. Nicola Luigi Bragazzi e il dr. Giovanni Del Puente dell’Università di Genova.

Ma come si manifesta questa paura?

Ansia, emozioni negative, preoccupazioni esagerate e nervosismo sono i sintomi che si possono manifestare se si è colpiti da questo disturbo del comportamento. Probabilmente, a molti sarà capitato di essere in ansia senza la possibilità di comunicare. Siamo, dunque, per la maggior parte nomofobici? Prima di giungere a conclusione affrettate, è bene capire chi sono i soggetti a rischio, valutando alcune abitudini scorrette che possono influire negativamente sulla serenità di ciascuno, come:

  • usare costantemente il telefono, anche nei momenti di pausa;
  • portare sempre un caricabatterie portatile con sé per paura che si possa scaricare lo smartphone;
  • sentirsi nervosi e confusi se non c’è campo, finisce il credito o il telefono non funziona;
  • guardare sempre lo schermo del telefono per controllare se sono stati ricevuti messaggi o chiamate;
  • tenere il proprio cellulare sempre acceso, 24 ore al giorno.

Cosa fare, dunque, per non essere schiacciati da queste abitudini?

Il primo passo per liberarsi da questa abitudini che possono diventare causa di disturbi della nostra serenità quotidiana è prenderne consapevolezza e cercare di limitare le esasperazioni. Spegnere il proprio smartphone durante la notte, riscoprire il piacere di dedicarsi ad altre attività durante le pause e disconnetersi ogni tanto dal tran tran delle chat e dei messaggi può giovare allo spirito e alla mente.

E se la paura diventasse più forte di noi? Niente panico, è proprio il caso di dirlo. Uno specialista può sempre dare un aiuto per cercare di capire quale sia l’origine delle ansie e delle angosce e in quali termini la connessione costante con gli altri possa influire.

Insomma, è sempre bene ricordare, tra uno squillo e un bip, di dedicarsi al proprio benessere, magari tornando un po’ a riscoprire le vecchie sane abitudini di qualche anno fa.

 

Alessandra Lucivero
Scritto da Alessandra Lucivero

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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