Nato dalla collaborazione tra l’Università Tsinghua di Pechino e l’azienda cinese iFlytek – azienda leader nel campo dell’intelligenza artificiale – il robot Xiao Yi è arrivato con l’obiettivo fondamentale di aiutare i medici cinesi nella diagnosi e nella cura di malattie.
Detto questo, potete restare tranquilli poiché, il nuovo medico-robot figlio dell’intelligenza artificiale, che ha incorporato tantissime conoscenze riuscendo a superare il difficilissimo test di medicina in Cina con 456 punti, non sostituirà i medici in carne e ossa. Perlomeno, non ora.
Il percorso “universitario” di Xiao Yi
È risaputo che per scegliere la strada di diventare medico, bisogna essere realmente sicuri di voler fare questa professione. La prima prova da superare è il test d’ingresso, che in caso di esito positivo, rappresenta solo l’inizio di tanti esami, prove e anni di studio molto impegnativi. Ottenuta la laurea in medicina, segue la scelta della specializzazione, che equivale ad affiancare allo studio la pratica medica.
Xiao Yi ha seguito invece un percorso di formazione più breve e meno faticoso, eppure ugualmente completo: ha letto 53 libri di medicina, ha assimilato circa un milione di immagini mediche, ha analizzato due milioni di cartelle cliniche e 400 mila referti e pubblicazioni. È stato così bravo da diventare il primo dispositivo al mondo a superare la prova scritta del China’s National Medical Licensing Examination.
Pur essendo ben preparato, Xiao non sostituirà i dottori. Questo è il messaggio rassicurante di Liu Qingfeng, chairman di iFlytek, per coloro che non si sentono ancora pronti a farsi trattare da questa creatura tecnologica con occhioni neri e uno schermo al posto del torace. A Xiao Yi manca la capacità di reagire e muoversi nei tanti imprevisti della pratica medica che, come è noto, richiedono molta esperienza acquisita sul campo.
Tuttavia, il buon medico-robot arriverà nelle corsie degli ospedali cinesi a partire dal mese di marzo 2018 per contribuire alla diagnosi delle malattie grazie alla mole di dati che è in grado di processare.
Xiao Yi non è però il primo medico-robot
Stanno arrivando anche in Italia i robot in corsia che ci aiuteranno nella sfida di allungare la nostra vita e migliorarne la qualità. Ci sono ospedali che hanno investito in macchinari che riescono a sostituire l’azione dell’uomo.
Il San Donato di Milano è solo un esempi: i suoi medici sono stati i primi, infatti, ad utilizzare un robot da corsia guidato a distanza da un tablet. Si tratta di una piattaforma mobile di telemedicina che riesce a muoversi, interagire, e comunicare con le sale operatorie e i diversi reparti, con l’obiettivo di massimizzare e ottimizzare lo scambio di informazioni.
Attualmente è significativo il contributo delle macchine, soprattutto nella chirurgia robotica. Da Vinci è un robot chirurgo che “lavora” in molti ospedali e consente di operare utilizzando una tecnologia avanzata che deriva dalla chirurgia mininvasiva laparoscopica. Questo quasi-medico è stato sperimentato in diversi campi, ottenendo di frequente risultati positivi.
Infine, l’ultimo aiuto robotico ad arrivare sulla scena è stato Watson, sviluppato dall’IBM, un’intelligenza artificiale capace di creare un database funzionale per prevenire patologie e individuare le cure più adatte.
Dunque, sono evidenti i progressi scientifici nello sviluppo di nuove tecnologie nel campo della medicina, per aiutarci a vivere meglio e più a lungo ma è necessario, almeno per il momento, continuare a confidare nella bravura e esperienza dei nostri bravi medici in carne e ossa.