A settembre, Massimo Stara, cagliaritano di 45 anni, è morto dopo tre mesi forse in seguito alla puntura di un ragno violino. Non sarebbe il primo caso in Europa, secondo quanto riportato da una rivista medica specializzata: nel novembre del 2015 una donna era deceduta a Catanzaro dopo essere stata morsa al dito medio.
È stata poi la volta di un ufficiale della polizia municipale di Terni, di 59 anni: secondo il suo racconto, ha visto letteralmente la morte in faccia, dopo essere stato morso da un ragno violino, nel giardino di casa sua, alla periferia della città.
«Sono vivo per miracolo. Quando sono arrivato all’ospedale di Terni non parlavo più e la funzionalità di alcuni organi era ormai compromessa. Se l’ho raccontata lo devo alla professionalità dell’equipe medica del reparto di malattie infettive guidato dalla professoressa Daniela Francisci» – ha dichiarato l’ufficiale.
Ma il ragno violino è davvero così pericoloso?
Tra Cagliari e Trani: gli ultimi casi di “ragno violino”
«Sono stato punto da un ragno violino: ho passato dei momenti difficili e sono stato quattro giorni in coma. Ora spero di potermi riprendere, anche se non sarà facile» – così raccontava in un’intervista Massimo Stara. Dopo un mese, nonostante sembrava fosse sulla strada del recupero, l’uomo si è spento all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari a causa di un grave danneggiamento di fegato, polmoni e muscoli.
Secondo le verifiche condotte dall’Unione Sarda non risulterebbero però collegamenti certi e diretti tra la puntura e la malattia — quali invece erano stati stabiliti dalla vittima stessa e dai suoi familiari: ovviamente non si esclude il fatto che Stara sia stato punto da un ragno violino, ma le cause della sua sua morte sarebbero altre.
Ieri, invece, il morso del ragno è stato accertato. Era gennaio scorso quando l’uomo mentre stava a effettuando alcuni lavoretti nel giardino di casa, ha visto un ragnetto camminargli lungo il braccio. L’ha tolto, e tutto sembrava risolto. Ma non è andata esattamente così, per l’uomo di Terni. «Non ho sentito dolore e non ho dato alcun peso a quel ragnetto che avevo addosso» – ha raccontato l’uomo.
Poi, però, è arrivata l’infezione, con innumerevoli crosticine, gonfiore dell’arto, paralisi dello stesso braccio. «Anche in ospedale non è stato facile capire cosa fosse successo – ha aggiunto – Poi ho raccontato di quel ragnetto e grazie ai medici, che hanno capito tutto, mi sono salvato».
L’uomo è stato trattato con antibiotici abbinati a terapia di supporto, medicazioni intensive e asportazione chirurgica dei tessuti necrotizzati del braccio, per essere quindi dimesso dopo quattordici giorni di ricovero.
Il morso di un ragno violino
Balzato così agli onori della cronaca nazionale, il ragno violino è insieme alla vedova nera mediterranea (detta anche malmignatta) l’aracnide maggiormente velenoso presente sul nostro territorio e gli effetti del suo morso possono avere conseguenze molto serie, soprattutto nei soggetti allergici.
Il suo veleno ha infatti proprietà necrotizzanti che, in casi estremi, arriva ad uccidere la propria preda. Nell’uomo, in particolare, il ragno violino – appartenente alla famiglia Sicariidae – è responsabile del cosiddetto loxoscelismo, una condizione patologica che porta alla necrosi della zone colpite dai morsi di un aracnide. Nei casi più gravi, si può arrivare all’amputazione dell’arto colpito e, in casi estremi, il ragno può essere addirittura mortale. Un antidoto? Purtroppo, è disponibile sono in Brasile.
Attenzione, però, a non creare inutili allarmismi. Il ragno violino è impacciato per natura! Anzi, la sua innata timidezza lo porta a nascondersi e a scappare quando avvicinato da un essere umano. Solo se messo alle strette, reagisce e si difende con il suo veleno. E nel caso in cui si venisse morsi, bisogna essere doppiamente sfortunati per subire gli effetti del loxoscelismo: si stima infatti che questa tipologia di ragno inoculi veleno solo nel 40% dei casi.
Persino il morso potrebbe non essere doloroso: capita spesso che le vittime si accorgano in ritardo di essere entrate in contatto con l’animale, quando l’area colpita si fa pruriginosa. La zona colpita, infatti, si infiamma in un periodo di tempo che va da 30 ai 60 minuti: nel giro di 8 ore, però, il dolore inizierà a divenire sempre più intenso, mentre si creeranno ferite che, rompendosi, andranno a creare zone ulcerose. Spesso si verifica solo un arrossamento della pelle, con la comparsa di piccole bollicine. Nei soggetti più sensibili, tra gli altri sintomi del morso del ragno violino, si segnalano febbre, brividi, dolori muscolari e una sensazione di malessere diffuso.
Se vi è il sospetto di essere stati morsi da un ragno occorre agire in fretta: lavate la ferita, applicate del ghiaccio, avvolgete in una fasciatura stretta la parte superiore dell’arto colpito e sollevatelo.
Che si tratti di un ragno violino o di una vedova nera, l’unica cosa importante da fare è una sola: recatevi immediatamente al pronto soccorso o dal vostro medico di fiducia, per evitare che un piccolo morso possa divenire fatale.
Nel frattempo, potrete leggere il nuovo romanzo di Fred Vargas, “Il morso della reclusa“, per conoscere…. da vicino il ragno violino!