Tenetevi forte! Uno degli ecosistemi più ricchi e complessi del pianeta risiede nel nostro organismo, con cui instaura una convivenza assolutamente pacifica. Proprio così: stiamo parlando del microbiota, ovvero dell’insieme dei microrganismi – batteri, funghi, protozoi e, talvolta, virus -, che vive all’interno del nostro corpo, influenzando la nostra salute.
Questi microbi abbondano sulla pelle e nelle vie respiratorie, nelle vie urogenitali e nel tratto gastrointestinale. È appunto l’intestino, però, l’organo di gran lunga più colonizzato: qui abitano più del 70% dei microrganismi del corpo umano, albergando su un’area che si stima essere grande come un campo da tennis.
La composizione del microbiota è determinata da alimentazione, fattori ambientali e genetici, presentandosi completamente diversa da una persona all’altra. Il suo compito è molto semplice ma, al contempo, assolutamente fondamentale: preservare la nostra salute, svolgendo essenziali funzioni fisiologiche e metaboliche che altrimenti l’organismo non sarebbe in grado di portare a termine.
Un microbiota sano, infatti, è in grado di proteggerci da diverse patologie. Diversamente, un’alterata composizione di questo complesso ecosistema può favorire l’insorgenza di alcune malattie, talvolta anche gravi. Insomma, il microbiota plasma il nostro l’organismo, condizionandone comportamenti e reazioni. Vediamo perché.
Qual è il ruolo del microbiota
Ognuno di noi vive con il proprio microbiota una vera e propria relazione di simbiosi, che porta enorme vantaggio a entrambi i “partecipanti”. L’uomo fornisce un ambiente caldo, protetto e ricco ai batteri che, in cambio, contribuiscono a mantenere in salute l’organismo.
La maggior parte delle indicazioni sul ruolo di questi microrganismi arriva dallo studio di animali che ne sono sostanzialmente privi, che mostrano alterazioni di molti parametri, così come lo sviluppo anomalo di alcuni organi e del sistema linfatico. Tutte queste disfunzioni, però, si riducono o scompaiono ogniqualvolta ne viene ricostituito il microbiota, suggerendo diverse aree in cui questo gioca un ruolo fondamentale.
In primo luogo, come abbiamo visto, il microbiota svolge funzioni essenziali a livello metabolico. Le diverse migliaia di specie che lo impongono, infatti, presentano un corredo enzimatico molto vario e, soprattutto, profondamente diverso dal nostro. Il colon, a titolo di esempio, funge da “bioreattore”, dove i residui non digeriti o non digeribili del cibo consumato diventano il substrato, il pane quotidiano del microbiota.
Questo, tramite fermentazione, porta alla formazione di alcuni acidi grassi che tendono a bloccare l’accrescimento di potenziali patogeni, tutelando il nostro organismo. Non solo! Il microbiota immagazzina energia dai polisaccaridi introdotti con la dieta e regola la produzione di vitamine. Il ruolo protettivo svolto dal microbiota, poi, è assolutamente fuori discussione.
I batteri che abitano il nostro intestino rappresentano una barriera fondamentale che inibisce l’ingresso e lo sviluppo di microrganismi provenienti dal mondo esterno, all’origine di molte malattie gastrointestinali. Infine, come non citare la sua funzione determinante nello sviluppo del sistema immunitario? Grazie al continuo contatto con gli elementi del microbiota e con le molecole che essi producono, il sistema immunitario si abitua a soddisfare due esigenze apparentemente contrastanti:
- difendere l’organismo dalle vere minacce, compresa una crescita anomala del microbiota stesso;
- “tollerare” microbi e molecole che non presentano caratteristiche “a rischio” di provocare danni all’organismo.
Insomma, organi e strutture del nostro sistema immunitario sembrano non svilupparsi correttamente, se l’organismo non viene a contatto con i microbi.
Microbiota, malattie e alterazioni metaboliche: ecco il legame
La ricerca scientifica sta facendo dei veri passi da gigante nel dimostrare, in modo incontrovertibile, il legame che il microbiota ha con la salute in generale. Come abbiamo visto, infatti, a seconda della sua composizione, può interferire in modo positivo o negativo sul nostro metabolismo.
Costipazione, diarrea, sindrome dell’intestino irritabile, morbo di Crohn, colite ulcerosa e altre patologie intestinali sono state tutte poste in relazione con alterazioni del microbiota. Se questa correlazione può apparire intuitiva, sembra esserlo meno il legame che invece sussiste con l’obesità e la sindrome metabolica, un insieme di anomalie – fra cui l’accumulo di grasso addominale, l’eccesso di trigliceridi nel sangue e l’ipertensione arteriosa – correlate a una maggior possibilità di andare incontro a malattie cardiovascolari e diabete mellito di tipo 2.
Sono molti gli studi che vanno in questa direzione, andando a confermare l’importanza della cura del proprio intestino per tutelare la salute.
Infine, chi avrebbe mai detto che esiste persino un rapporto tra microbiota e patologie del sistema nervoso? Eppure sembra essere proprio così. Alterazioni della flora sembrano avere un ruolo nella genesi della sclerosi multipla: se il tappeto di batteri presenti nel nostro intestino risulta in qualche modo squilibrato, si nota una proliferazione di quella classe di globuli bianchi coinvolta nell’evoluzione di questa malattia neurodegenerativa.
Quindi, perché non prendersi cura dei batteri del proprio intestino?
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