Con il caldo la voglia di sentirsi in forma aumenta e spesso ci sottoponiamo a diete lampo molto rigide per cercare di perdere i chili in eccesso in tempo record.
Sono ormai ben note le conseguenze negative di questo tipo di diete:
- perdita di massa magra e muscoli;
- rallentamento del metabolismo con futuro aumento di peso;
- alterazione e carenza di sostanze nutritive.
Ma c’è di più. Il dimagrimento eccessivo e veloce può modificare la nostra flora intestinale e causare ulteriori conseguenze, che influenzeranno il nostro peso futuro.
La neuroscienziata americana, Sandra Aamodt, ha effettuato una ricerca sulla relazione tra il nostro micorbiota intestinale e la perdita o l’aumento di peso, dimostrando come la prima influenzi notevolmente il secondo.
Che cos’e il bioma umano?
Il bioma umano è l’insieme di tutti i microrganismi che in maniera fisiologica, o talvolta patologica, vivono nel corpo umano, e di tutti i geni che essi sono in grado di esprimere. Una vera e propria colonia. Alcuni li chiamano microbi, altri batteri, ma sono soltanto organismi unicellulari che coabitano il nostro corpo.
La componente genetica che questi piccoli coinquilini influisce in maniera determinante sul nostro stato di salute. Possono renderci felici o ansiosi, magri o grassi, potenti o astenici, e sono in grado di proteggerci da molte malattie.
Così, l’intestino umano contiene decine di migliaia di miliardi di batteri, che formano il microbiota, che hanno la funzione di aiutarci a digerire il nostro cibo. Questi batteri ci aiutano a estrarre molta più energia dal cibo rispetto a quello che gli enzimi digestivi possono fare da soli, producendo più vitamine.
L’esperimento
I ricercatori hanno prodotto “topi germ-free“, senza batteri intestinali. Questi topi senza germi hanno mangiato il 29 per cento in più di cibo rispetto a quelli normali, ma hanno sviluppato il 42 per cento in meno di grasso corporeo rispetto ai topi allevati normalmente.
Se venivano trapianti in questi topi i normali batteri intestinali, mangiando circa il 27 per cento in meno di cibo (come i topi normali), acquistavano circa 60 per cento di peso corporeo in due settimane. Inoltre, quando i topi privi di germi venivano trapiantati con batteri intestinali da topi obesi guadagnavano circa il doppio del peso di quando i batteri provenivano da un topo magro.
Batteri e calorie: qual è il legame?
Sembra che alcuni batteri ci facciano assumere peso corporeo perché sono particolarmente specializzati ad aiutare a ottenere più energia dal cibo, contribuendo ad abbattere i carboidrati complessi, con una differenza di molte calorie al giorno.
Ad esempio, essi possono rallentare il movimento del cibo attraverso l’intestino per permettere l’estrazione più completa di nutrienti, e aumentando la produzione di un enzima che trasporta il glucosio dal piccolo intestino al sangue.
Anche se non è ancora chiaro il processo, gli studi dimostrano che le persone obese hanno una combinazione microbiotica diversa da quelle magre. Inoltre, la stessa si modifica in conseguenza dell’aumento o della perdita di peso. Il micriobiota intestinale nelle persone obese sembra essere capace di estrarre più energia rispetto a quello nelle persone magre.
Tipi e specie di batteri
Sembrano essere importanti sia i tipi di batteri che il numero delle specie presenti.
Le persone con un insieme meno eterogeneo di batteri intestinali hanno maggiori probabilità di essere obesi e di avere la sindrome metabolica (ipertensione arteriosa, glicemia, colesterolo e la circonferenza della vita, che sono fattori di rischio per le malattie cardiache e il diabete).
Un’ulteriore ricerca sulla somministrazione di antibiotici su bambini canadesi nei primi anni di vita dimostra, inoltre, che l’uso di questi medicinali aumenta di circa il doppio la possibilità di diventare obesi, in seguito alla modifica della flora intestinale.
Sebbene ci sia ancora molto da studiare (qual è il microbiota migliore e come replicarlo) la ricerca è importante per ricordare che la perdita di peso è molto più complessa di quanto si pensa e legata a molti aspetti involontari e non controllabili dall’individuo.