È stato identificato il ceppo batterico del meningococco che ha colpito una piccola paziente romana alcune settimane fa. Grazie alle analisi effettuate presso il Dipartimento di Malattie Infettive Parassitarie ed Immunomediate dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) è stato isolato il DNA del meningococco appartenente al sierogruppo Y. Questo sierogruppo, presente in Italia così come in Europa, rappresenta il terzo più diffuso tra i ceppi di meningococco circolanti: circa il 16% nel 2013, dopo il sierogruppo B (46%) e il sierogruppo C (33%).
Meningite: cosa è e come si trasmette
Le meningi sono un sistema di membrane di derivazione embrionale formate da tessuto connettivale che, all’interno del cranio e del canale rachidiano, proteggono il sistema nervoso centrale. Si parla di sistema di membrane perché le meningi sono costituite da tre lamine concentriche denominate, dall’esterno all’interno, dura madre, aracnoide e pia madre. La dura madre aderisce alla scatola cranica dalla quale è separata solo da uno spazio, virtuale, denominato spazio epidurale, ed è chiamata anche meninge dura. Aracnoide e pia madre, che è a contatto con il cervello, costituiscono la leptomeninge. Aracnoide e pia madre sono separate dallo spazio subaracnoidale che contiene il liquido cerebrospenale (liquor) che isola e nutre il sistema nervoso.
Le meningi sono una barriera di protezione meccanica del nevrasse. La barriera meningea impedisce a sostanze tossiche, metaboliti e farmaci, di penetrare dal sangue all’ambiente perineuronale. Inoltre, la leptomeninge ha funzioni di controllo della produzione e del riassorbimento del liquor.
La meningite è un evento patologico che provoca l’infiammazione delle meningi e che può colpire persone di entrambi i sessi e di qualunque età, soprattutto se immunodepresse. Di norma, i soggetti più colpiti sono i bambini piccoli e i neonati, per il loro sistema immunitario non completamente sviluppato che li espone a rischi maggiori.
Quali sono i sintomi che devono farci allarmare?
Il sintomo di elezione negli adulti e nei bambini di età superiore a 2 anni è il mal di testa associato a rigidità e dolore del collo, con presenza di improvvisi e violenti stati febbrili. Molto spesso questi sintomi sono accompagnati anche da:
- Nausea e vomito
- Alterazioni dello stato di coscienza
- Convulsioni
- Sonnolenza o difficoltà a svegliarsi
- Sensibilità alla luce
- Mancanza di appetito
I neonati e i bambini sotto i 2 anni possono non manifestare i classici sintomi di mal di testa e rigidità del collo. I segni di meningite in questa fascia di età possono includere:
- Febbre alta
- Pianto continuo e più intenso, se sollevati
- Sonnolenza e irritabilità
- Rigonfiamento della grande fontanella, cioè la parte superiore del cranio non ancora del tutto ossificata
- Rigidità muscolare
Quanti tipi di meningite esistono?
Esistono diversi tipi di meningite:
- Virale
- Batterica
- Fungina
- Cancro-correlata
Quella virale è causata da herpes virus o enterovirus. E’ la più diffusa, ma è anche la forma benigna della malattia. Si risolve entro pochi giorni senza particolari terapie e può decorrere anche in modo asintomatico.
La meningite di origine fungina, piuttosto rara, è causata dal criptococco. A dispetto del nome si tratta di un genere di lieviti, un fungo patogeno opportunista e ubiquitario, agente eziologico della criptococcosi. E’ presente sia in piante che in animali domestici e si ritrova facilmente nel terreno arricchito da feci di piccione o nell’humus arricchito di foglie e rami di Eucalyptus camaldulensi.
I batteri che possono provocare la meningite sono sostanzanzialmente tre: il Menigococco, che è il più pericoloso, anche perché ne esistono 13 sierotipi diversi, lo Pneumococco, e infine l’Emofilo per il quale, però, è disponibile un vaccino fin dagli anni novanta, cosa che ha permesso di debellarlo quasi completamente.
A questi, molto raramente, può aggiungersi il bacillo di Koch, il batterio responsabile della tubercolosi.
La meningite non infettiva è di natura allergica o cancro correlata e può essere associata ad alcuni tipi di tumore, soprattutto alcuni tipi di tumori cerebrali, anche benigni, come il meningioma. Soltanto con un esame del liquido spinale, che può presentarsi limpido o con alta concentrazione di linfociti, è possibile distinguere le diverse forme di meningite.
Come si trasmette la meningite?
La meningite contagiosa è solo quella a eziologia batterica, che si trasmette da persona a persona per via aerea, come l’influenza o il raffreddore ma, per fortuna con minore forza di contagio. I tempi di incubazione variano molto, talvolta il batterio può rimanere latente nelle mucose del naso o della gola per molto tempo, anche settimane, e poi evolvere in meningite improvvisamente e in tempi brevissimi (meningite fulminante).
Vaccino per la meningite nei bambini: a cosa serve?
Come tutti i vaccini, serve a prevenire l’insorgere della patologia anche se al momento non esiste un vaccino in grado di prevenire tutte le forme di meningite. Vaccini contro lo pneumococco e il menigococco di tipo C sono da tempo disponibili e ormai considerati sicuri, dopo le contestazioni sulla presunta cancerogenicità degli anni passati.
A essere pericolosa, nel 10% dei casi letale, è soprattutto la meningite da meningococco di tipo B, che costituisce il 70% dei casi di meningite dei bambini in Italia. Il meningococco di tipo B è un batterio molto aggressivo ed è il maggior responsabile della meningite fulminante che, anche quando diagnosticata precocemente, lascia spesso danni neurologici permanenti.
Cosa prevede il Sistema Sanitario Italiano?
Solo dall’inizio del 2014 è disponibile anche un vaccino contro il meningococco B, contro cui fino a oggi non esisteva alcuna arma. Basilicata, Puglia e Toscana sono già partite e hanno inserito il nuovo vaccino nel calendario vaccinale regionale, rendendolo quindi gratuito, e il vaccino è somministrato secondo queste regole:
- nei lattanti, 4 dosi (dai 2 mesi 3 dosi, intervallo di almeno un mese, richiamo tra i 12 e i 23 mesi);
- nei bambini, tra i 6 e gli 11 mesi, 3 dosi (2 dosi, intervallo almeno due mesi, richiamo nel secondo anno di vita con intervallo minimo di due mesi dal ciclo primario);
- nei bambini tra i 12 e i 23 mesi, 3 dosi (due dosi, intervallo almeno 2 mesi, richiamo dopo 12-23 mesi);
- nei bambini tra i 2 e i 10 anni, 2 dosi (intervallo almeno due mesi), nessun richiamo;
- negli adolescenti sopra gli 11 anni, 2 dosi (intervallo almeno un mese), nessun richiamo.
Gli effetti collaterali fino a oggi verificati non vanno oltre qualche linea di febbre, e il classico pomfo da iniezione, mentre la protezione sembra assicurata.
La conferenza Stato-Regioni, però, sta ancora valutando il vaccino e il suo possibile inserimento nel Piano nazionale dei vaccini.
Curare la meningite: sì, ma come?
Il trattamento terapeutico è specifico per le diverse cause delle meningiti.
Meningiti virali: le meningiti a eziologia virale decorrono, di norma, in forma lieve e non necessitano di trattamenti specifici salvo, a volte, la somministrazione di antidolorifici e un periodo di riposo.
Meningiti batteriche: le meningiti da meningococco necessitano sempre di ospedalizzazione, nelle forme più gravi o pericolose il ricovero avviene in terapia intensiva e i trattamenti sono volti sia a fermare l’infezione, con somministrazione di antibiotici per via endovenosa, sia a ridurre il pericolo di edema cerebrale, con farmaci steroidei.
Meningiti da Criptococco: se in forma sintomatica con trattamento farmacologico specifico.
A queste terapie possono essere associate terapie sintomatiche con antidolorifici e antiemetici (per contrastare il vomito).