Manipolare il cervello durante il sonno per sradicare razzismo e sessismo

Andrea Salvadori | Blogger

Ultimo aggiornamento – 07 Giugno, 2015

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Agire sul cervello durante il sonno, allenandolo con lo scopo di diminuire i pregiudizi inconsci di natura razziale e di genere. È quello che ha fatto un team di scienziati della Northwestern University di Chicago (USA), che ha poi pubblicato i risultati sulla rivista “Science”.

L’esperimento

L’idea è nata dalla consapevolezza che i pregiudizi sono spesso inconsapevoli. I ricercatori hanno mostrato a 40 partecipanti immagini femminili e di persone di colore associate ad altre immagini positive: in particolare, alcuni volti femminili sono stati affiancati a parole legate alla matematica o alla scienza, e volti di uomini e donne nere sono stati accompagnate da termini positivi, come “luce del sole”. Nel corso dell’esperimento, sono poi stati associati due suoni diversi, uno per il genere, l’altro per la razza.

I partecipanti hanno poi dormito per 90 minuti e durante questo tempo gli scienziati hanno utilizzato questi suoni per innescare nel loro cervello il ricordo delle immagini viste durante il giorno. Il risultato è stato sorprendente: per una settimana è stata riscontrata una riduzione degli atteggiamenti razzisti e sessisti dei partecipanti.

Ciò è stato possibile in quanto il sonno è uno stato in cui l’individuo è privo di coscienza intenzionale e quindi vulnerabile alla suggestione. In realtà, come spiega Galen Bodenhausen, professore di psicologia alla Northwestern e co-autore dello studio, agire in modo duraturo su pregiudizi inconsapevoli è impegnativo. I preconcetti nascono dal vivere nella società e dall’interazione tra individui, e sono spesso rafforzati da fattori esterni, tra cui i media.

Per conoscere l’effetto completo di questa tecnica è necessario effettuare altri esperimenti, ma si pensa già che potrebbe essere usata anche per altri scopi, come quello di smettere di fumare.

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Scritto da Andrea Salvadori | Blogger

Amo la musica, i viaggi e scrivere. La prima potrebbe farmi compagnia 24 ore al giorno, i viaggi sono il mio modo per rigenerarmi e imparare, la scrittura il mezzo per esprimermi in modo ordinato e fermare il tempo.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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