Mangiare più fibre diminuisce il rischio di diabete di tipo 2

Paolo Pate | Blogger

Ultimo aggiornamento – 04 Giugno, 2015

Questa nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Diabetologia, è divisa in due parti: la prima utilizza i dati di studio EPIC-InterAct provenienti da otto Paesi europei, la seconda aggiunge dati di altri studi da tutto il mondo.

Uno degli autori, Dagfinn Aune, dottorando affiliato presso la Norwegian University of Science and Technology e l’Imperial College London, afferma: “Nel loro insieme, i nostri risultati indicano che gli individui con una dieta alimentare ricca di fibre, in particolare fibre da cereali, sono meno esposti al rischio di contrarre il diabete di tipo 2”.

Lo studio

Lo studio EPIC-InterAct, coordinato dal MRC Epidemiology Unit presso l’Università di Cambridge, è la più grande ricerca di nuova insorgenza di diabete di tipo 2 al mondo.

I dati raccolti includono 12.403 casi acclarati di diabete di tipo 2 e – per il confronto – i casi di 16.835 dei 350.000 partecipanti allo “Studio prospettico europeo su cancro e nutrizione” (EPIC). Gran parte della ricerca sul legame tra fibre alimentari e rischio per il diabete 2 è basata su dati degli Stati Uniti, ma quantità e tipo di fibre alimentari possono variare notevolmente da un Paese all’altro.

Per la loro analisi sui dati EPIC-InterAct, i ricercatori hanno valutato i legami tra tutti i tipi di fibra alimentare (cereali, frutta e verdura) e la nuova insorgenza di diabete di tipo 2. I partecipanti all’esame sono stati suddivisi in quattro gruppi di pari dimensione, ordinati in base all’assunzione di fibre (dal minore al maggiore) e valutati secondo il ​​rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, in seguito a circa 11 anni di accurate analisi.

Dopo aver aggiustato i risultati anche in base a stile di vita ed altri fattori dietetici, i ricercatori hanno appurato che il gruppo con l’assunzione maggiore di fibre (oltre 26 g al giorno) aveva un rischio inferiore al 18% di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto al gruppo con l’assunzione minore (meno di 19 g al giorno).

Anche il peso corporeo può incidere

Tuttavia, per i ricercatori questi risultati potrebbero essere spiegati in parte anche con i dati sul peso corporeo (BMI): ordinando i dati finali in base all’indice di massa corporea, infatti, hanno scoperto che l’assunzione maggiore di fibre non era sempre legata ad un minore rischio di diabete di tipo 2. Una chiave interpretativa è che una dieta ricca di fibre aiuta le persone a mantenere un peso corporeo sano e questo, a sua volta, riduce le possibilità di sviluppare il diabete di tipo 2. Sono state riscontrate differenze fra i tipi di fibre: quelle cereali hanno avuto un effetto maggiore.

Rispetto a quelli la cui dieta conteneva livelli più bassi di queste fibre, chi consumava alte quantità di cereali e fibre vegetali aveva rispettivamente il 19% ed il 16% di rischio in meno per il diabete 2. Tutti questi collegamenti sono scomparsi quando i risultati sono stati aggiustati secondo il BMI. Fibre provenienti da frutti non sono state collegate con un rischio ridotto per il diabete di tipo 2.

Altri dati confermano l’importanza delle fibre cereali

Nella seconda parte dello studio i ricercatori hanno aggiunto i dati di altri 18 studi provenienti da tutto il mondo, analizzando così tutti i dati come se provenissero da un unico studio. I 18 studi supplementari provenivano da Stati Uniti, Europa, Australia ed Asia, per un totale di oltre 41.000 casi di nuova insorgenza di diabete di tipo 2. La nuova analisi ha rilevato che il rischio di contrarre diabete di tipo 2 è sceso del 9% per ogni 10 g al giorno in più di fibra alimentare generica e del 25% per ogni 10 g al giorno in più di fibre cereali.

Non è stato trovato, invece, alcun legame significativo tra l’aumento del consumo di fibre vegetali o di frutta e la riduzione del rischio di diabete di tipo 2. Per Aune i risultati di questi dati non sono del tutto spiegabili, se non con ipotesi: mangiare più fibre fa sentire pieni più a lungo, prolungando il rilascio di ormoni e insieme rallentando l’assorbimento dei nutrienti: tutto questo altera la fermentazione intestinale.

Questi processi potrebbero portare ad un basso indice di massa corporea, tale da ridurre il rischio di diabete di tipo 2”, spiega Aune, che aggiunge: “Oltre ad aiutare a mantenere il peso corporeo basso, la fibra alimentare può influenzare il decorso del diabete anche in altri modi: migliorando il controllo di zucchero nel sangue, riducendo i picchi di insulina dopo i pasti, aumentando la sensibilità del corpo all’insulina”.

Quanto servono le fibre!

Il professor Nick Wareham, direttore della MRC Epidemiology Unit di Cambridge, uno degli autori dello studio, conclude: “Questo lavoro è un’ulteriore riprova dei benefici che una dieta ricca di fibre (in particolare cereali) apporta alla salute. Misure di sanità pubblica a livello mondiale per aumentare il consumo di fibre possono quindi svolgere un ruolo importante nell’arginare disturbi gravi come l’obesità ed il diabete di tipo 2”.

Secondo recenti stime, più di 360 milioni di persone al mondo sono colpite da diabete; questo dato è destinato ad aumentare, si pensa fino a superare i 550 milioni entro il 2030, con gravi conseguenze per la salute pubblica e l’economia di ogni Paese, a prescindere dalla sua ricchezza.

Nel frattempo, MNT ha recentemente riportato i risultati di uno studio secondo cui le donne che seguono una dieta mediterranea riducono il rischio di contrarre cancro endometriale di oltre il 50%. La dieta mediterranea è ricca di cereali integrali, legumi, frutta, verdura, noci e olio d’oliva.

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Scrittura, volontariato, lettura, sport, viaggi… sono davvero tante le passioni che possono descrivermi. In ognuna di queste cerco di mettere tutto me stesso per non smettere mai di crescere, cercare la mia strada ed essere felice.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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