Ogni anno 1 milioni e 200 mila persone muoiono per una malattia renale cronica. 850 milioni di persone ne sono affette. In Italia? I numeri non sono confortanti. Sono 2,5 milioni i pazienti: per alcuni di questi, l’evoluzione verso l’insufficienza renale è pressoché certa. Un’epidemia silenziosa? Assolutamente sì, soprattutto se si considera il fatto che, nella maggior parte dei casi, quando i sintomi si manifestano, la malattia è in fase molto avanzata.
Proprio per questo motivo, l’International Society of Nephrology e l’International Federation of Kidney Foundations accendono i riflettori su queste patologie in occasione della Giornata Mondiale del Rene, che si celebra proprio oggi a suon di slogan «Kidney Health for Everyone Everywhere» (Salute renale per tutti ovunque), per incoraggiare i governi a migliorare l’assistenza sanitaria di questi pazienti.
Diabetici, attenzione alle malattie renali
Ma chi è più a rischio di sviluppare una malattia renale? Sicuramente persone con diabete, ipertesi e anziani devono essere considerati i “sorvegliati speciali”.
Parlando tramite i numeri, la situazione appare subito allarmante. Nel nostro paese, il 40% delle persone che soffrono di diabete sviluppano un certo grado di malattia renale – detta, appunto, diabetica. Non si dispongono ancora di stime precise, ma si calcola che il 5% dei diabetici è obbligato a ricorrere alla dialisi.
Non è un caso, dunque, che la Società Italiana di Diabetologia (SID), in sinergia con la Società Italiana di Nefrologia (SIN), abbia presentato un documento con l’intento di fornire ai diabetologi e ai nefrologi una visione aggiornata di tutti gli aspetti di una complicanza in continuo mutamento che, ad oggi, non è ancora controllata in maniera efficace.
Diabete e malattie renali: come curarle
Non c’è tempo di scoraggiarsi. Le novità sul fronte del trattamento delle persone con diabete e insufficienza renale ci sono. Eccome. «Armamentario terapeutico si è arricchito di nuove classi farmacologiche, con il vantaggio di non causare ipoglicemia. Non solo: tali farmaci sembrano avere un effetto di protezione renale» – ha dichiarato il professor Giuseppe Pugliese (SID), coordinatore del Gruppo di lavoro che ha messo a punto il documento per conto delle due società, durante il convegno «Panorama Diabete».
Anche i livelli di filtrato glomerulare (VFG) – i cui livelli testimoniano una buona o cattiva funzionalità renale – fino ai quali possono essere utilizzati alcuni vecchi ma validissimi farmaci, come la metformina, sono stati rivisti: «ad oggi, la metformina può essere prescritta fino ad un filtrato glomerulare di 30 ml/min, mentre prima se ne consigliava la sospensione quando il filtrato scendeva al di sotto dei 60 ml/min. Ciò ha dunque contribuito ad ampliare ulteriormente le opzioni terapeutiche».
Ma quali farmaci proteggono meglio i reni delle persone con diabete? «Tra i farmaci antipertensivi, i sartani o gli ACE inibitori sono farmaci con un buon effetto nefroprotettivo. Tra i farmaci anti-diabete, invece, gli studi condotti sugli agonisti recettoriali del GLP-1 (studi LEADER e SUSTAIN) e soprattutto sugli inibitori di SGLT2 (studi EMPA-REG e CANVAS), hanno mostrato che queste nuove categorie di farmaci anti-diabete sono in grado di conferire cardio e nefroprotezione».
In bilico tra dialisi e trapianto
Quando la funzionalità renale è del tutto compromessa, non rimangono molte opzioni. Dialisi o trapianto. In pochi, tuttavia, sono elegibili al trapianto. I pazienti in lista di attesa per un rene sono circa 6000.
La dialisi, invece, può essere di due modalità: l’emodialisi, con 3 sedute a settimana in ospedale per 4 ore ciascuna o l’opzione peritoneale a domicilio, vantaggiosa perché eseguita di notte, presso il proprio domicilio. Purtroppo, però, solo 5.000 pazienti la praticano, contro i 45.000 che si sottopongono a emodialisi.
Ma la buona notizia c’è: nefrologi e diabetologi stanno lavorando insieme per trovare soluzioni al miglioramento della vita dei pazienti con diabete, perché le malattie renali siano sempre meno impattanti.