Non è semplice raccontare il dolore e la sofferenza che può provocare la malattia di Lyme, quella patologia infiammatoria che viene trasmessa dalle zecche contenenti il batterio Borrelia burgdorferi, l’agente che scatena la malattia, infida, invalidante e molto difficile da diagnosticare. Sì, proprio così. Il morbo di Lyme provoca stanchezza, affaticamento, mal di testa e dolori muscolari: gli stessi sintomi comuni a moltissime altre patologie, note e meno note.
Tuttavia, se non viene curata in modo tempestivo, la patologia può portare allo sviluppo di problemi più seri, come artrite, perdita di memoria, disturbi cardiaci e neurologici. E dal mondo dello spettacolo arrivano alcune importanti testimonianze di questo disturbo: prima la modella Bella Hadid, poi la cantante Avril Lavigne ed, infine, Victoria Cabello, la conduttrice assente dalle tv italiane da oltre due anni.
Vediamo cosa provoca questa dolorosa malattia, diffusa in Europa e in Italia, soprattutto al Nord.
Malattia di Lyme, attenzione alle zecche
Concorrono due fattori affinché una persona si possa ammalare di malattia di Lyme, così come successo a Victoria Cabello: la zecca responsabile della puntura deve contenere all’interno del suo intestino il batterio Borrelia e deve restare adesa alla cute umana per 12 ore, ovvero il tempo sufficiente per digerire il sangue umano e riversare nel circolo sanguigno umano i prodotti della propria digestione, compreso il batterio.
Il primo sintomo della sindrome di Lyme in genere è un eritema cutaneo, conosciuto anche come eritema cronico migrante, di piccolissime dimensioni: può essere caldo al tatto ma raramente è doloroso o dà prurito, con una zona centrale più chiara e il margine ben delineato. Basterà però una settimana perché la macchia si allarghi, fino a diventare grande come una moneta o, nei casi più gravi, fino a diffondersi su tutto il dorso.
L’eritema, che nella maggior parte dei casi scompare, non si presenta da solo. Spesso, infatti, è accompagnato da spossatezza, febbre, mal di testa e dolori muscolari che possono evolvere in forti dolori e gonfiori alle articolazioni.
Se non curata, il morbo di Lyme può portare a complicanze ben più serie: sembra che il 20% dei pazienti che contraggono questa pericolosa malattia sviluppino l’artrite cronica, con la conseguente difficoltà nel camminare.
Capita, inoltre, che la malattia vada ad influire sul sistema nervoso, causando meningite asettica, radicoloneuriti, infiammazione delle radici nervose cervicali, acufeni e paralisi di Bell. E nei casi più gravi, si arriva addirittura alla perdita di memoria e all’instabilità comportamentale.
Come capire se il morso di una zecca può avervi trasmesso il morbo di Lyme
La trasmissione del microrganismo responsabile del morbo di Lyme richiede che la zecca rimanga attaccata per un periodo prolungato, superiore alle 12-24 ore.
Per questo motivo, risulta fondamentale – nel caso in cui vi fosse una zecca attaccata alla vostra cute – rimuoverla in modo tempestivo: servitevi di una pinzetta, afferrate la zecca e disinfettare la cute. I consigli della nonna, in questo caso, non sono validi: non utilizzate il calore per uccidere l’animale e non ricorrete né a vaselina né all’olio di oliva per facilitare il lavoro di rimozione.
Se si scopre una zecca a livello cutaneo, magari non rimossa per tempo, il primo consiglio è quello di fare attenzione ad eventuali sintomi e segnali per un periodo di 30 giorni: il particolare, è necessario allarmarsi nel caso in cui dovesse manifestarsi una lesione cutanea nel sito della puntura oppure una temperatura corporea superiore ai 38°.
La diagnosi, che verrà effettuata dagli occhi esperti di un medico, si dovrebbe basare sulla presentazione clinica associata al rischio di esposizione a morso di zecca. La conferma definitiva, però, dovrà avvalersi di test sierologici specifici eseguiti tramite un semplice prelievo di sangue.
Purtroppo, per la prevenzione non esiste un vaccino. Il buon senso, in questi casi, sarà la miglior arma per scongiurare il rischio della sindrome di Lyme: le lunghe camminate in mezzo ai prati, specie con l’erba alta e animali da allevamento nelle zone, è meglio effettuarle con un abbigliamento adeguato. Perché con le zecche non si scherza, come ci insegna il caso di Victoria Cabello, che ha definito questa brutta malattia come «un incubo durato tre anni».