Con il passaggio all’autunno si è riaperta la stagione dei malanni, tra cui la febbre. Molto spesso innocua, la febbre è in realtà una valida alleata per combattere le infezioni. Questa è infatti un sintomo che si genera quando il sistema immunitario si è attivato per proteggere l’organismo.
Durante la loro attività, le cellule del sistema immunitario producono molecole, dette citochine, alcune delle quali agiscono sul centro di controllo della temperatura, presente nell’ipotalamo, causando il rialzo termico.
La temperatura elevata aiuta a debellare eventuali patogeni responsabili dell’infezione, e il monitoraggio dell’andamento della febbre aiuta anche a capire quale sia la sua causa (virale, batterica o non infettiva). Per questo motivo, anche se ci fa sentire senza forze, costringendoci a letto e a rimandare gli impegni o i piaceri, si dovrebbe lasciar fare il suo corso alla febbre, tranne nel caso in cui la temperatura sia particolarmente elevata o si presentino altre condizioni particolari. Vediamo quali possono essere le cause e, soprattutto, come abbassare la febbre!
Febbre: un sintomo da non sottovalutare
La febbre oltre una certa temperatura può avere delle complicanze e può essere dannosa, così come alcuni tipi di febbre possono indicare la presenza di patologie non ancora diagnosticate.
Ad esempio, nei bambini piccoli (di solito fino a 5 anni), la febbre alta può causare convulsioni della durata inferiore a 5 minuti, che si risolvono spontaneamente e non causano ulteriori problemi, se non un grande spavento per i genitori e magari i bambini stessi.
Esiste però la possibilità che la febbre molto elevata causi danni cerebrali, soprattutto in chi ha subito un’ischemia cerebrale o un infarto, per i quali l’aumento termico è associato con una prognosi peggiore.
Se la febbre è dovuta a meningite, invece, non è necessario che essa sia elevata per produrre danni alle meningi, perciò non andrebbe sottovalutata soprattutto se si accompagna ad altri sintomi quali mal di testa molto intensi, rigidità del collo e confusione mentale.
Così come non andrebbero sottovalutate:
- Febbre continua fino ai 40°C, che può celare una polmonite.
- Febbre discontinua, cioè quella che subisce oscillazioni di 2-3 gradi senza però risolversi, che può celare malattie virali, tubercolosi o setticemia.
- Febbre intermittente, cioè quella in cui nell’arco di una giornata o di pochi giorni si passa dallo stato febbrile a quello non febbrile, in modo continuo, che può celare neoplasie o la malaria o una sepsi batterica.
La febbre, infatti, è un sintomo piuttosto aspecifico, poiché può presentarsi a seguito di un’infezione o di uno stato infiammatorio non dipendente da infezione.
Di fatto, anche le malattie sistemiche (ad esempio le malattie autoimmuni come il lupus eritematoso sistemico o l’artrite reumatoide), le malattie neurologiche, l’ictus e l’infarto possono causare febbre.
Come abbassare la febbre
Generalmente la popolazione non immuno-compromessa, che non è in trattamento chemioterapico o non ha subito interventi chirurgici recenti, può trattare la febbre considerando che essa è un meccanismo protettivo ed intervenire solo quando è decisamente elevata. Dunque, come abbassare la febbre?
Nei neonati fino a sei mesi è comunque sempre meglio avvertire il pediatra e seguire le sue indicazioni. Tuttavia, dai 3 ai 6 mesi, se la temperatura è inferiore ai 39 °C, prima di contattare il pediatra si può monitorare la situazione mantenendo il bambino a riposo e facendogli bere molta acqua. In questo modo, è possibile che la temperatura si riduca spontaneamente e la febbre si risolva.
Il riposo e l’introduzione di liquidi, per contrastare la disidratazione e gli altri effetti del rialzo termico, sono consigliati ad ogni età per ridurre la temperatura e guarire più rapidamente.
Nei bambini dai 6 fino ai 24 mesi, qualora si renda necessario somministrare un farmaco per ridurre la temperatura, è bene evitare l’acido acetilsalicilico (contenuto, ad esempio, nell’Aspirina) e preferire paracetamolo o ibuprofene. Evitare l’acido acetilsalicilico è consigliabile, in realtà, fino ai 16 anni, poiché il consumo in età pediatrica è associato alla comparsa della sindrome di Reye, una malattia potenzialmente fatale, che può causare encefalopatia ed epatite che, a loro volta, possono condurre al coma e alla morte.
In generale, i farmaci antipiretici andrebbero somministrati solo quando la temperatura sale oltre i 39 °C.
Se la febbre persiste oltre la soglia dei 39°C, non rispondendo affatto ai farmaci o perdurando per più di tre giorni così elevata, è meglio rivolgersi al medico, così come è opportuno farlo quando si riscontrano altri andamenti particolari della febbre, come quelli sopracitati o l’associazione con sintomi particolarmente intensi, se si è stati operati o si è subito un ictus o un infarto di recente.