La capacità di riconoscere linguaggi non appartiene soltanto agli umani

Alessia Di Nardo | Blogger

Ultimo aggiornamento – 26 Novembre, 2015

Soltanto gli umani possono riconoscere i linguaggi?

Tutti noi, almeno una volta, nel parlare con i nostri animali domestici, ci siamo chiesti se essi ci capissero davvero.

In effetti, alcuni ricercatori dell’Università di Newcastle, hanno effettuato studi per dimostrare come la capacità di riconoscere i linguaggi non sia esclusiva degli esseri umani.

I test sulle scimmie

Le analisi si sono concentrate sulle scimmie e, in particolare, sulla tipologia del macaco reso. Gli studiosi hanno inventato un linguaggio artificiale, con regole semplici da imparare per i macachi e hanno fatto ascoltare loro una serie di sequenze, alcune delle quali rispettavano le regole e altre le violavano.

Successivamente, li hanno sottoposti a una Risonanza Magnetica funzionale (fMRI), che permette di mappare quali aree del cervello si attivano durante l’esecuzione di un determinato compito e hanno effettuato scansioni del cervello durante l’ascolto, sia delle frasi giuste che di quelle sbagliate.

È emerso, così, che, nei macachi, si attivano le stesse aree che si attivano nel cervello degli umani, ossia le cortecce prefrontali ventrale e opercolare. È stato eseguito lo stesso test su 12 umani ed è stata verificata la similarità nell’utilizzo di tali aree, nel momento in cui si rilevavano violazioni alle regole grammaticali.

L’importanza degli studi

Studi precedenti degli stessi autori avevano già rilevato che l’abilità di riconoscere sequenze di linguaggio non fosse unica degli umani, basandosi sul movimento degli occhi dei macachi, che indicava come fossero sensibili alle violazioni delle regole linguistiche. La novità introdotta dall’ultimo studio consiste nell’aver stabilito l’uso, negli umani e nei macachi, delle stesse aree del cervello e nell’aver ipotizzato che, molto probabilmente, tali aree fossero presenti anche negli antenati.

Questi studi, pubblicati sul Nature Communications, permettono di far luce sull’evoluzione delle nostre abilità linguistiche ma, la loro importanza fondamentale, sta nella possibilità di avere futuri benefici nel trattare l’afasia o condizioni simili, che si verificano dopo un trauma e causano la perdita delle funzioni linguistiche.

 

 

 

 

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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