Scoperte le supercellule che combattono la leucemia

Stefania Virginio

Ultimo aggiornamento – 17 Febbraio, 2016

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Uno studio sull’immunoterapia dei tumori ha portato la ricerca scientifica italiana sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. La cura potrebbe essere una svolta per sconfiggere le leucemie.

Vicedirettrice della divisione di Immunologia, trapianti e malattie infettive dell’IRCSS del San Raffaele di Milano è Chiara Bonini, Direttore dell’Ematologia e trapianto di midollo è invece Fabio Ciceri. Insieme hanno coordinato un gruppo di ricercatori che sono riusciti a isolare una cellula denominata “memory stem T”, che si trova all’interno de sistema immunitario.

Questa cellula ha la capacità di rimanere a lungo nell’organismo. Nel caso in cui la si modificasse geneticamente, sarebbe in grado di aggredire le cellule tumorali e riuscire a formare uno schermo protettivo all’interno dell’organismo, se non per tutta la vita, sicuramente per moltissimo tempo.

I risultati

In occasione dell’annuale riunione dell’American Association for the Advancement of Science, questo studio, già precedentemente pubblicato sulla rivista Science Translation Medicine, è stato riproposto.

Questa associazione ha il compito annuale di selezionare le tematiche scientifiche più innovative. Chiara Bonini ha, dunque, partecipato a questo incontro, tenutosi a Washington, durante il quale ha esposto la scoperta del suo gruppo di ricercatori. Scoperta che viene ritenuta addirittura rivoluzionaria per l’importanza che potrebbe rivestire.

Nella loro ricerca, il team si è focalizzato su alcuni pazienti ammalati di leucemia acuta. Questo gruppo di persone doveva aver ricevuto, per rientrare nei parametri della ricerca, un trapianto di midollo osseo da un donatore familiare parzialmente compatibile. Durante l’esperimento, al donatore venivano estratti dei globuli bianchi, i linfociti T, li si modificava geneticamente, dopo di che si poteva fornire agli ammalati un sistema immunitario completamente rinnovato, in grado di difenderli da qualsiasi infezione e soprattutto talmente forte da riuscire a combattere le leucemie.

Inoltre, questo nuovo sistema immunitario poteva in ogni momento venire controllato in caso sopraggiungessero complicanze. Dopo alcuni anni, si parla di trapianti avvenuti dal 2000 in poi, i ricercatori hanno riesaminato i pazienti che si sono offerti all’esperimento, comparando i parametri del loro sistema immunitario con quelli di persone sane e della loro stessa età.

Hanno indagato, in special modo, sulle cellule che erano state modificate geneticamente, per capire se erano riuscite a resistere nel tempo. In questa occasione, è stato individuato un sottotipo di linfociti T, che ha la capacità di durare nel tempo. E sono proprio queste cellule “memory stem T” che in futuro terranno in remissione la leucemia acuta, anche per il durare di tutta la vita. Queste ricerche richiedono non solo molti anni di studio, ma anche molti fondi di investimento.

In realtà, la ricerca potrebbe venir applicata a ogni tipo di tumore, ma per ognuno bisognerà sviluppare un particolare tipo di linfociti T che perduri nel tempo.

Individuare i linfociti T nei pazienti trapiantati non è stato molto difficile, perché erano stati modificati geneticamente e quindi sono stati immediatamente rintracciati. C’è quindi la possibilità di armare geneticamente i linfociti T, affinché siano in grado di riconoscere ed eliminare le cellule tumorali con grande precisione.

Stefania Virginio
Scritto da Stefania Virginio

Sono Stefania e sono una friulana doc! Da quando mi hanno dato in mano la prima matita alle elementari non ho mai smesso di scrivere, e nemmeno di leggere tutto quello che mi passa sotto gli occhi.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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